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Nacque tra il maggio e il giugno del 1265, a Firenze e apparteneva ad una famiglia della piccola nobiltà cittadina.
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Nacque tra il maggio e il giugno del 1265, a Firenze e apparteneva ad una famiglia della piccola nobiltà cittadina.
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A soli 12 anni fu promesso sposo a Gemma Donati, discendente della casa Donati, che sposò dopo pochi anni, nel 1285, e da cui ebbe tre o quattro figli: Pietro, Iacopo, Antonia e Giovanni.
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L'evento più significativo della sua giovinezza, secondo il suo stesso racconto, fu l'incontro con Beatrice, la donna che amò ed esaltò come simbolo della grazia divina, prima nella Vita Nova e successivamente nella Divina Commedia. Gli storici hanno identificato Beatrice con la nobildonna fiorentina Beatrice o Bice Portinari, che morì nel 1290 neanche ventenne.
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Dante decide di non parlare più della sua donna fin quando, nel 1292-1294 non scrive la Vita Nova, prima e unica opera non composta in esilio.
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Chi voleva partecipare alla vita politica cittadina doveva iscriversi ad una cooperazione. Dante, che cominciava ad interessarsi della politica fiorentina, decide di iscriversi alla cooperazione dei “ Medici e Speziali” a cui si iscrivevano gli artisti. Da qui in poi, Dante comincia a ricevere incarichi molto importanti per il Comune, finchè nel 1300, non viene nominato Priore di Firenze, ma si ritrova a governare una città ulteriormente divisa in Guelfi Bianchi e Neri.
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Bonifacio VIII voleva governare Firenze, ma per farlo doveva deporre il potere dei Guelfi Bianchi. Così inviò le truppe angioine che deposero i neri per far salire al potere i Bianchi. In questo periodo, scrive le sue più importanti opere fra le quali “Il Convivio” (1303-1304), “De Vulgari Eloquentia” (1305).
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La Divina Commedia è un poema didascalico, allegorico scritto in terzine di endecasillabi legate da una rima incatenata (ABABCBCDC…). E’ composta da tre cantiche suddivise complessivamente in cento canti: la prima cantica (Inferno) comprende 34 canti, le altre due 33 ciascuno. Il primo canto dell'Inferno viene considerato un prologo a tutta l'opera: in questo modo si ha un canto iniziale più 33 canti per ciascuna cantica.
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Scrive il “De Monarchia”, in corrispondenza dell’ascesa di Arrigo VII in Italia. Comincia la stesura della Divina Commedia, con la scrittura dell’Inferno.
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