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Nasce a Certaldo, forse a Firenze, ed è figlio ILLEGITTIMO del mercante Boccaccino di Chellino
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Si reca a Napoli a causa del padre che, essendo socio della banca fiorentina dei Bardi, voleva indirizzare il figlio verso la stessa professione. In questi anni Petrarca entra a contatto con molte persone nutrendo uno spirito di osservazione che gli consentiranno di raggiungere la rappresentazione dell'ordine "umano" della realtà. Entrando a contatto anche con la ricca borghesia napoletana, intraprende due strade: una borghese e una cortese che caratterizzeranno tutta la tradizione boccacciana
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Boccaccino tenta di indirizzare il figlio verso lo studio di diritto canonico. Tuttavia, Boccaccio si accosta ben presto allo studio della letteratura da autodidatta: prima la tradizione cortese e stilnovista poi, entrando a contatto con la corte angioina, i classici latini. Boccaccio ammira anche la letteratura contemporanea: inizia a studiare Dante e Petrarca.
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In seguito al fallimento della banca dei Bardi, è costretto a tornare a Firenze. Fin da subito ha problemi nel trovare una sistemazione: nutriva la speranza di essere accolto dalla corte napoletana ma gli esiti furono negativi. La sua città lo ama come personaggio illustre ed è per questo che svolge per essa importanti incarichi diplomatici
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Nel 1348 Firenze è colpita dalla peste che causa la morte del padre Boccaccino. Boccaccio ne trae quindi spunto per la cornice narrativa in cui inserirà le cento novelle del suo capolavoro: il "Decameron"
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Negli ultimi anni Boccaccio stringe amicizia con Petrarca con il quale ha vari incontri diretti e un fitto scambio di epistole. Boccaccio lo considera suo maestro a punto tale che inizia un culto nei confronti degli autori classici cominciando a praticare una letteratura più solenne ed impegnata. Come Petrarca, toccato da un profondo travaglio religioso, nel 1360, prende gli ordini minori
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Il fallimento di una congiura, in cui erano implicati amici di Boccaccio, lo mette in cattiva luce al punto tale da essere allontanato da ogni incarico pubblico
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Conduce una vita appartata, dedita allo studio, alla meditazione e alla stesura di opere erudite
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La sua casa diventa il centro d'incontro di un gruppo di intellettuali tra cui il cancelliere della Repubblica: Colluccio Salutati
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Su incarico del Comune, commenta la "Commedia" nella chiesa di Stefano di Badia. Si ricorda che è stato proprio Boccaccio ad attribuire l'aggettivo "Divina" al capolavoro di dantesco
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