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Giovanni Boccaccio nasce tra giugno e luglio del 1313, forse a Firenze o forse a Certaldo. E' un figlio illegittimo ma viene riconosciuto da padre, Boccaccino di Chellino, che lo accoglie nella sua casa di Firenze e gli da un'educazione.
Quando non aveva ancora compiuto sette anni, Boccaccio compose alcune poesie. Scrivere opere poetiche era il suo vivo desiderio, ma il padre cercherà di farli cambiare idea. -
Boccaccio, a quattordici anni, indirizzato dal padre, diventa responsabile della filiale locale della banca dei Bardi. Grazie alla familiarità con cui il padre è tenuto in considerazione dal re di Napoli, Boccaccio ha l'opportunità di frequentare astronomi, letterati, filosofi e forse la biblioteca del re. Egli ebbe molteplici incontri con persone di differenti ceti sociali e, spinto dal desiderio di mettersi alla prova, inizia a scrivere testi in prosa e in poesia.
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Durante il periodo napoletano, Boccaccio incontra amori appassionati e nelle sue opere ricorre il personaggio letterario di Fiammetta.
Con questo nome forse Boccaccio si riferisce alla figlia illegittima del re Maria d'Acquino. Un amore impossibile perché la donna era sposata a un gentiluomo di corte. -
Nel 1338 la banca dei Bardi chiude e il padre è costretto a tornare a Firenze. Due anni dopo anche Boccaccio è costretto a lasciare Napoli, ma riesce lo stesso a coltivare i propri studi e a scrivere opere letterarie.
Nel 1348 arriva l'epidemia di peste nera: Boccaccio perde molti dei suoi cari tra cui il padre e, nonostante il difficile periodo, prende forma il Decameron. -
Il Decameron è una raccolta di cento novelle scritta da Giovanni Boccaccio. -
La venerazione che Boccaccio nutre per Dante e Petrarca lo induce a compiere due delle missioni diplomatiche che gli sono affidate: la prima avviene a Ravenna, dove deve incontrare Beatrice, figlia di Dante, per consegnarle solennemente dieci fiorini d'oro a titolo di risarcimento per i danni subiti dal padre. La seconda avviene a Padova, dove deve recapitare a Petrarca una lettera da lui stesso preparata. Egli non accetta e il Comune fiorentino, offeso, conferma la confisca dei suoi beni.
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Nel 1350 Boccaccio incontra Petrarca, dando inizio a un'amicizia che si protrae per oltre vent'anni. Si tratta però di un rapporto diseguale: l'ammirazione di Boccaccio per il maestro, e il severo paternalismo di Petrarca che ha poca fiducia nelle qualità letterarie di Boccaccio.
Petrarca descrive il Decameron come un'opera tanto mondana e lieve, non adeguata alle esigenze degli studi elevati e dell'impegno morale. Della raccolta salva solo l'ultima novella "la storia di Griselda". -
Giovanni Boccaccio assume la condizione di chierico, che gli garantisce una rendita con cui affronta le ristrettezze economiche.
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L'incontro con Petrarca segna una svolta nelle scelte letterarie di Boccaccio. Egli comincia a scrivere soprattutto opere in latino e dedica a Petrarca l'Iliade.
Agli scritti di Dante Boccaccio dedica un lungo e appassionato studio, raccolto in una biografia celebrativa. Quando Dante si ammalò, Boccaccio convinse il governo di Firenze a finanziare un ciclo di lezioni sulla Commedia. Per Boccaccio, Dante è il maestro della modernità. -
Nel 1374 Petrarca muore.
Le condizioni di salute di Boccaccio peggiorano e il 21/12/1375 muore nella sua casa di Certaldo. Si tramanda che il suo epitaffio funebre sia concluso con queste parole: "il suo impegno fu la nobilissima arte della letteratura".