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Lavinia fu una leggendaria principessa italica vissuta nel XII secolo a.C., figlia del re Latino e della regina Amata. Dopo la sparizione di Creusa (figlia di Priamo), fu la seconda sposa di Enea, al quale diede un figlio postumo, Silvio, capostipite dei re latini (leggendari sovrani del Lazio e Alba Longa che collegano Enea e la fondazione di Roma). (In foto: miniatura del codice "De mulieribus claris" di Giovanni Boccaccio)
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Didone (o Elissa) è una figura femminile della mitologia classica. Fu la fondatrice e prima regina di Cartagine (corrispondente all'odierna Tunisi) che si innamorò dell'eroe troiano Enea, figlio di Anchise, quando egli approdò nella sua terra prima di arrivare nel Lazio. Didone, abbandonata da Enea, si trafisse con la sua spada, profetizzando i futuri scontri tra Cartagine e i Romani (discendenti di Enea). (In foto: Joseph Stallaert, La morte di Didone - 1872)
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Plauto (250 a.C.-184 a.C.) tiene conto degli stereotipi presenti nelle commedie greche e fa una distinzione tra matrone (petulanti e avare) e prostitute, suddividendo le ultime in due categorie: 1) quelle avide e ciniche, 2) quelle romantiche e ingenue.
Ci sono dei casi in cui la matrona dimostra un’inaspettata capacità ironica risolvendo l’intreccio e punendo il consorte. (In foto: Casina 1) -
L’evento che segnò la vita e la poetica catulliana (84 a.C.-54 a.C.) è l’incontro con la donna che nel suo canzoniere prende il nome di Lesbia (forse Clodia Pulcra), in omaggio alla poetessa greca Saffo, vissuta nel VII sec. (In foto: Lesbia di John Reinhard Weguelin)
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Sulpicia ha vissuto durante il I secolo a.C., sotto l'imperatore Augusto. E' stata una poetessa dell'aristocrazia romana, l'unica donna di cui si siano conservati alcuni componimenti. (In foto: ritratto di Sulpicia)
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Fedra (Phaedra) è una tragedia cothurnata (tragedia latina di ambientazione ed argomento greco) di Lucio Anneo Seneca (4 a.C.-65 d.C.). (In foto: Ippolito e Fedra, fronte di un sarcofago del 290 d.C.)
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"Ad Helviam matrem de consolatione" è un'opera letteraria di Seneca (4a.C.-65d.C.), scritta per consolare la madre Elvia, disperata per il suo esilio in Corsica. Elvia è lodata come "ottima madre", pudica e riservata, diversa dalle matrone viziose dell'epoca. Seneca le chiede di essere coraggiosa come Cornelia e le donne romane antiche e di distrarsi con gli studi letterari e a consolarsi con l'affetto dei parenti rimasti vicini. (In foto: copertina del libro "Alla madre Elvia" di Seneca)
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Valeria Messalina (25d.C.-48d.C.) fu "imperatrice consorte" dell'imperatore Claudio, che aveva sposato quattordicenne per volere dell'imperatore Caligola. Messalina, considerata la prostituta imperiale, fu descritta da molti come una ninfomane seriale. (In foto: L'imperatrice Messalina con il figlio Britannico, Museo del Louvre)
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La donna in Marziale (40 d.C.-104 d.C.) è spesso descritta in modo caricaturale, come oggetto del desiderio sessuale, ed è priva di caratterizzazione psicologica. (In foto: busto di Marziale)
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Zenobia Settimia (o Iulia Aurelia Zenobia) fu, dal 267 al 272, la prima ed unica Regina di Palmira. Zenobia istigò il nipote Meonio (che in seguito fece giustiziare) ad assassinare Odenato e il suo figliastro Settimio Erodiano, assumendo essa stessa il governo di Palmira. Trasformò il suo Stato in una monarchia indipendente dall'Impero romano e si autoproclamò Augusta ("discendente di Cleopatra"). (In foto: Reali sembianze della regina Zenobia di Palmira in una moneta del 272)