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L'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale avvenne con una serie di atti formali e diplomatici solo dopo nove mesi, il 10 giugno 1940, e fu annunciata da Mussolini stesso con un celebre discorso dal balcone di Palazzo Venezia.
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Operazione Compass era il nome in codice assegnato dai britannici alla offensiva sferrata durante la seconda guerra mondiale in Africa Settentrionale dalla Western Desert Force contro le forze italiane che erano penetrate in Egitto. La controffensiva ebbe inizio nel dicembre 1940 per sconfiggere la 10ª Armata del maresciallo Graziani che si era posizionata a Sidi El Barrani (a circa 100 chilometri dal confine libico).
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Il 26 Ottobre spedì dei testi cifrati contenenti un ultimatum che nel caso in cui i capi del governo greco non lo avessero accettato le truppe italiane il 28 ottobre avrebbero invaso la Grecia. Nonostante tutto, la Grecia si rifiutò di scendere a compromessi con l’Italia e si difese con tutte le sue forze.
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Il 19 gennaio del 1941 gli inglesi, guidati dal generale Archibald Wavell ed appoggiati dalla resistenza etiope dei “patrioti” (coloro che non hanno mai accettato l’occupazione italiana nel proprio territorio), sferrano una controffensiva in Eritrea e Somalia.
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La battaglia a fine febbraio subisce dei rallentamenti poiché le truppe erano stremate ed ancora una volta sono in vantaggio gli italiani ma il 15 marzo del 1941 c’è un altro attacco da parte degli inglesi, sempre a Cheren, ed il 26 marzo 1941 la battaglia di Cheren termina con la vittoria degli inglesi e la sconfitta degli italiani con la perdita dell’Eritrea.
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Il Duca Amedeo D’Aosta si arrende e l’Italia perde tutto l’Impero in Africa orientale, fu la fine del dominio coloniale italiano in Africa orientale.
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Le forze sovietiche furono colte di sorpresa perché nonostante Stalin fosse stato avvisato non voleva credere ad un possibile tradimento di Hitler con cui aveva firmato un accordo di non attacco. Hitler tuttavia sottovalutò la capacità di reazione dell’Unione Sovietica.
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La cruenta battaglia, iniziata il 16 luglio 1941, si concluse con l'accerchiamento di 300.000 sovietici che si difesero sino al 10 agosto. Occupata Smolensk, Von Bock poté così riprendere la marcia verso Mosca. La città fu liberata dai sovietici il 25 settembre 1943 durante la grande offensiva estiva guidata dal generale Sokolowskij.
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I russi si erano preparati all’attacco, le armate resistettero bene e diedero il tempo di rafforzare la linea su Mosca, arrivato a 40 km l’esercito tedesco si ferma stremato. Intorno a Mosca viene creata una gigantesca cintura fortificata di 8000 km di trincee e 100 km di fossati anticarro.
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Il 10 ottobre è nominato comandante del fronte occidentale Georgij Zukov e gli vien affidata la difesa di Mosca, il governo sovietico lascia Mosca ma Stalin resta a Mosca. Il 20 ottobre viene proclamato lo stato d’assedio.
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Il generale russo sferra l’attacco con 100 divisioni le armate tedesche vacillano e cominciano ad arretrare ritirandosi di quasi 200 km, Hitler però è indulgente e insiste per proseguire l’attacco. Alla fine di febbraio i tedeschi riescono a creare una linea difensiva sul fronte del centro.
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Questi bombardieri portarono alla distruzione di due corazzate americane: la USS California e la USS Shaw.
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Gli statunitensi si vendicarono lanciando due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, distruggendo per intero le due città.
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Nella mattina del 15 agosto 1945 il Giappone si arrese e il 2 settembre dello stesso anno firmò la capitolazione con gli americani sulla corazzata USS Missouri.