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I primi tentativi di una teoria della luce si ebbero con Pitagora, Democrito, Platone ed Aristotele, che si interessarono proprio alla natura di questa.
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Nei secoli successivi, molti, tra i quali Euclide, Cleomede e Tolomeo tentarono di elaborare una "legge della rifrazione"
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Nell'epoca greco romano vennero introdotti strumenti, come le lenti e gli specchi, che permettevano proprio l'ingrandimento e la focalizzazione, sfruttando i principi della luce.
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Durante il Medioevo ci fu una ripresa dello studio della luce, che in particolare si concretizzò con Alhazen e la sua legge sulla riflessione.
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Nei secoli successivi, si ebbe un'ulteriore ripresa dello studio della luce ad opera di personaggi illustri come Leonardo Da Vinci e Bacone
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Nel 1590 i fratelli Jansen, due fabbricanti di occhiali olandesi, introdussero il microscopio.
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Tra la fine del cinquecento e l'inizio del seicento, Lippershey introdusse il primo telescopio della storia, che sfruttava i fenomeni relativi alla luce, fino ad allora scoperti.
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La prima applicazione astronomica della teoria della luce si ebbe con il fisico Galileo Galilei. Egli capì che la luce non si propagava istantaneamente e cercò di calcolarne la velocità.
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Il fisico Hooke capisce che la luce si muove lungo un moto vibratorio del mezzo.
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La scomposizione dei colori in luce bianca, portò Newton a pensare a dei corpuscoli di diverso colore.
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All'inizio del 1800, diversi fisici e matematici, tra cui Fresnel, Malus, Arago e Young interpretano la luce come un'onda longitudinale.
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Ancora nel 1800, il fisico Thomas Young dopo aver condotto un esperimento riguardante la luce, capisce che questa è fatta da onde non longitudinali, ma trasverse al moto.
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Con la pubblicazione del "Premier mèmoire sur la diffraction de la lumière", Fresnel dà inizio alla teoria ondulatoria.
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Maxwell elabora la teoria che unifica elettricità ed elettromagnetismo. E' chiaro quindi ormai che la luce è un'onda del campo elettromagnetico.
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Alla fine del 1800 si registrano ancora una volta progressi che riguardano le macchine elettriche, l'illuminazione elettrica e strumenti come la radio e il telefono.
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Per spiegare l'emissione del corpo nero, Planck capisce che la luce deve presentarsi per forza sotto forma di quanti, che prendono proprio il nome di fotoni. Egli elabora inoltre la legge per cui E= h * v
in cui h rappresenta una costante, la costante di Planck -
Lo scienziato Einstein capisce che la luce si propaga e viene assorbita come quanti di luce. Così, spiegando l'effetto fotoelettrico, introduce la fisica quantistica
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Alcuni anni dopo la scoperta di Einstein, il fisico Bohr elabora una teoria secondo la quale le orbite degli elettroni sono quantizzate.
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Negli anni '20, la fisica quantistica acquista una formulazione matematica e diventa una costante essenziale all'interno della fisica moderna, ponendosi alla base di altre scienze, quali la cosmologia e la biologia.