-
Dopo essersi sbarazzato di Bonifacio VIII, e del suo successore Benedetto XI, Filippo riuscì a far eleggere un papa francese, Clemente V. E dopo essere stato incoronato a Lione, la sede papale fu trasferita ad Avignone (nel Sud della Francia).
-
Dopo la crisi politica e religiosa avvenuta all'inizio del secolo, ci fu quella che viene definita la secolarizzazione, la laicizzazione della società e della cultura, la separazione tra Chiesa e Stato che cambiò profondamente la società e cultura.
-
Intorno alle metà del Trecento, anche l'Italia fu influenzata dalla cultura francese post secolarizzazione. Nascono i generi del Madrigale, della caccia e della ballata.
-
Nasce il genere musicale del Madrigale, su testi dei poeti del tempo, su tutti Francesco Petrarca.
-
L'Umanesimo fu un movimento culturale, ispirato da Francesco Petrarca e in parte da Giovanni Boccaccio, volto alla riscoperta dei classici latini e greci nella loro storicità e non più nella loro interpretazione allegorica, inserendo quindi anche usanze e credenze dell’antichità nella loro quotidianità tramite i quali poter avviare una "rinascita" della cultura europea dopo i cosiddetti "secoli bui" del Medioevo.
-
Si tornò a cantare in italiano nell'ultimo ventennio del secolo per iniziativa di Lorenzo il Magnifico e Isabella d'Este. Nascono quindi i Canti carnascialeschi e le Frottole
-
All’inizio del Cinquecento, i letterati si posero la cosiddetta “questione della lingua”, un desiderio di superare i limiti del volgare per definire il modello della lingua italiana e dello stile letterario. Pietro Brembo fu l'iniziatore del petrarchismo rinascimentale. Il Canzoniere del Petrarca diventò il modello di riferimento per lessico, versificazione e stile della lingua Italiana.
-
La fase più matura del madrigale fu quella degli ultimi decenni del Cinquecento, con le opere di Luca Marenzio, Gesualdo da Venosa e Claudio Monteverdi.
-
Nell'ultimo ventennio del Cinquecento, la Camerata fiorentina si riunisce per far rivivere la musica greca. Si ritorna alla monodia, nasce il "Recitar cantando", l'Aria e le prime opere. Il passaggio dalla polifonia alla monodia, fu segnato dalla raccolta di madrigali monodici e arie del 1602 “Le nuove musiche per voce e basso continuo” di Giulio Caccini
-
Nel Seicento si affermano tre scuole: romana, veneziana, napoletana. La prima opera conservata interamente è “Euridice” di Jacopo Peri.
-
Nel Settecento, l’opera napoletana diventa europea distinguendosi tra opera seria e opera buffa. Alessandro Scarlatti ebbe il merito di aver equilibrato al meglio il rapporto tra i recitativi e le arie; accrebbe, inoltre, il ruolo e l'importanza dell'apporto orchestrale.
-
Nell’Ottocento l’opera italiana si esprime attraverso Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi e Puccini e raggiunge il suo massimo splendore.
-
La storia della canzone italiana popolare, viene comunemente fatta iniziare dagli storici con la pubblicazione di “Santa Lucia” di Teodoro Cottrau ed Enrico Cossovich nel 1849. Cottrau compose la musica, il cui testo inizialmente era stato scritto in napoletano da Michele Zezza con il titolo "Lo varcaiuolo de Santa Lucia", dopodiché Cossovich, scrisse in accordo con Cottrau, un altro testo in lingua italiana, e in questa versione il brano ebbe un successo mondiale.
-
Armando Gill (1877-1945) è unanimemente riconosciuto come il primo cantautore italiano, il primo a firmare musica e testi e a cantare i suoi brani, interpretati sia in napoletano sia in lingua italiana.
-
E' il napoletano Berardo Cantalamessa, il primo ad incidere una sua canzone su disco 78 giri, la celeberrima “'a risata”, nel 1895.
-
La prima apparizione della parola cantautore è controversa: secondo le ricerche di Jacopo Tomatis, apparve per la prima volta in un listino pubblicitario dell'RCA Italiana (casa discografica) nel 1959, e potrebbe essere stata inventata da Maria Monti, Ennio Melis e Vincenzo Micocci per il lancio di Gianni Meccia, per poi diventare popolare sul finire dell'anno successivo (1960).