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È la città distrutta dai greci dopo dieci anni di assedio. Si trova presso la costa nord-occidentale dell’Asia Minore (l’attuale Anatolia, che appartiene alla Turchia). Da qui Odisseo parte con 12 navi e 500 uomini.
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Si trova sulle coste della Tracia, nella parte più settentrionale dell’Egeo. Qui Odisseo, con le sue dodici navi, approda per fare razzìa e distrugge la città di Ismaro; la reazione degli abitanti lo costringe a riprendere in fretta il mare con oltre 70 uomini in meno.
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Una tempesta spinge le navi di Odisseo nella terra dei Lotofagi. Viene collocata da alcuni sulle coste dell’attuale Libia, da altri sull’isola di Djerba (Tunisia). I Lotofagi sono i mangiatori di Loto, un frutto che procura l’oblìo. I compagni di Odisseo mangiano il loto e dimenticano il desiderio di tornare in patria. L’eroe, però, con la forza, li costringe a salire sulle navi.
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Secondo alcuni corrisponde alla zona di Posillipo (Napoli); secondo altri si trova in Sicilia, tra le pendici dell’Etna e il mare. I Ciclopi sono giganti con un occhio solo. Nella grotta del brutale Ciclope Polifemo, Odisseo perde 6 uomini.
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Si trova nelle Eolie ed è identificabile con l’isola vulcanica di Stromboli. Qui vengono accolti da Eolo, il dio dei venti, che, donando a Odisseo un otre nel quale sono racchiusi i venti contrari alla navigazione, gli offre la possibilità di tornare felicemente in patria. I compagni, però, convinti che l’otre contenga molti tesori, lo aprono scatenando così una terribile tempesta.
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Secondo alcuni si trova nella Corsica sud-orientale, nella zona di Bonifacio; secondo altri si trova invece nella Sardegna nord-orientale, nella zona della Costa Smeralda. Qui i Lestrigoni, giganti cannibali, distruggono tutte le navi, tranne quella di Odisseo.
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È identificata con il promontorio del Circeo, in provincia di Latina. Qui vive la maga Circe che trasforma i compagni di Odisseo in porci. Il dio Ermes, però, salva l’eroe e i suoi compagni dai sortilegi della maga che, diventata un’ospite generosa, li trattiene presso di sé per un anno.
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Su consiglio della maga Circe, Odisseo scende nell’Averno, nel regno dei morti, dove l’indovino Tiresia gli svela il suo futuro ritorno a Itaca. L’ingresso è posto nel Lago Averno (un tempo collegato al mare), in Campania; ma secondo la tradizione Odisseo avrebbe poi viaggiato a lungo verso Occidente fino a superare le “colonne d’Ercole“, l’attuale Stretto di Gibilterra.
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Nel Golfo di Salerno, Odisseo e i suoi compagni incontrano le Sirene; grazie ai consigli della maga Circe, Odisseo resiste al loro canto.
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Sono i due mostri a cui Odisseo riesce a sfuggire pur perdendo alcuni uomini. Per tradizione corrispondono allo Stretto di Messina.
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Corrisponde alla Sicilia, che nel poema omerico è chiamata anche Trinacria. In quest’isola i compagni di Odisseo, affamati, mangiano le vacche sacre al dio Sole. Zeus scatena allora una tempesta e li fa naufragare. Si salva solo il nostro eroe che giunge naufrago a Ogigia.
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Viene identificata con l’isola di Malta. Qui vive la ninfa Calipso, che invaghitasi di Odisseo, gli impedisce per sette lunghi anni di riprendere il mare. Al settimo anno, però, per volere degli dèi, Odisseo lascia l’isola a bordo di una zattera.
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Chiamata anche Scheria, corrisponde all’attuale isola di Corfù (Grecia). A causa di una tempesta violentissima scatenata contro dal dio Poseidone, Odisseo naufraga sull’isola dei Feaci dove viene accolto da Nausicaa, figlia del re Alcinoo.
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È la patria di Odisseo. Si chiama Itaca anche oggi ed è una delle isole greche; fa parte dell’arcipelago delle Ionie. Odisseo viene portato qui per via mare da una nave dei Feaci per volere di Alcinoo.