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Durante gli anni 1919-20 furono segnati da grandi agitazioni popolari, tanto da essere definiti <biennio rosso>.
Tutto cominciò nell'agosto 1919, masse di contadini organizzate da Leghe rosse socialiste, Leghe bianche popolari e associazioni di reduci di guerra occuparono terre nella campagna romana e nel meridione.
Nelle grandi industrie, vi furono ondate di scioperi dove gli operai risposero con l'occupazione delle fabbriche e si placarono con l'aumento dei salari. -
In gennaio, la fondazione del partito popolare guidato dal sacerdote Luigi Sturzo segnò l'inizio di un impegno diretto nella vita politica italiana.
ll partito popolare era diffuso principalmente nelle campagne ed era apertamente rivale del partito socialista, forte nelle città e nelle regioni industriali. Questi due partiti si contendevano la guida delle masse popolari e la loro organizzazione. Ma entrambi erano divisi al loro interno e la loro azione politica fu debole e incerta. -
Nello stesso 1919, in marzo, Benito Mussolini fondò un movimento accesamente nazionalista, i Fasci di combattimento.
L'immagine qui sopra è “il Manifesto dei Fasci di combattimento” dove solo parte di queste proposte di riforma politica e sociale, per far “fronte contro due pericoli: quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistra”,vennero realizzate durante il periodo del regime. -
L'esito delle battaglie operaie scontentò quella parte di socialisti che avevano sperato che l'occupazione delle fabbriche segnasse l'inizio della rivoluzione. Così, nel gennaio 1921, un gruppo della sinistra socialista, guidato da Antonio Gramsci e Amadeo Bordiga, fondò il partito comunista d’Italia, che aderì alla Terza Internazionale.
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Mussolini non intendeva giungere al potere con le vie parlamentari, così nell'ottobre 1922 Mussolini approfittò di un momento di crisi politica per preparare un colpo di Stato. I capi fascisti organizzarono una marcia su Roma per costringere il governo alle dimissioni. Da ogni parte d'Italia squadre di fascisti armati si diressero minacciosamente verso Roma.
Il re non ritenne opportuno mandare l'esercito contro i ribelli e, dopo le dimissioni di Facta, nominò Mussolini capo del governo. -
Il regime pose sotto stretto controllo l'insegnamento scolastico. Nella scuola elementare fu introdotto il libro di testo unico, il cui contenuto era accuratamente controllato dalle commissioni del governo. In questa maniera i giovani si abituavano a pensare nel modo che il regime desiderava: ammiravano il duce, pensavano che l'Italia fascista fosse l'erede dell'antica Roma, desideravano la grandezza anche militare del loro Paese.
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Nelle elezioni del 1924, che si svolsero tra soprusi e violenze, la lista fascista ottenne la maggioranza. Il deputato socialista Giacomo Matteotti, che aveva denunciato in parlamento le illegalità elettorali, fu assassinato dai sicari del duce . Questo delitto suscitò sdegno in tutto il Paese. I Deputati dell'opposizione per protesta abbandonarono il parlamento, ma questa secessione, detta dell'Aventino, ebbe vita breve.
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L'obiettivo proclamato della battaglia del grano era la conquista dell'autosufficienza alimentare, mediante glia l'ampliamento delle superfici coltivate a frumento: l'Italia non doveva più importare grano. La produzione di frumento aumentò, perché furono messi a coltura, specialmente nel sud, terreni che in precedenza erano abbandonati. Furono anche migliorate le tecniche della coltivazione, con l'introduzione di macchine agricole e l'uso di fertilizzanti chimici.
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Molte terre furono bonificate, cioè prosciugate dalle paludi, che ospitavano un tipo di zanzara portatrice della malaria. A sud di Roma, nelle paludi pon- tine, si trasferirono migliaia di braccianti disoccupati e di contadini senza terra, non solo dal Lazio, ma anche dal Veneto e dalla Romagna, per bonificare e poi per coltivare i fondi che erano stati loro assegnati. Sorsero nuove citta, come Sabaudia, Aprilia, Pomezia e Littoria (l'attuale Latina).
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Nel biennio 1925-1926 furono promulgate alcune leggi dette «fascistissime», che diedero tutto il potere a Mussolini e crearono uno Stato poliziesco. Furono sciolti tutti i partiti e le associazioni sindacali non fasciste, fu soppressa la libertà di stampa, di parola, di associazione.
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Nel 1927 al posto dei sindacati vennero istituite le corporazioni, organizzazioni stata- li delle quali facevano parte sia i datori di lavoro sia i lavoratori. Il compito delle corporazioni era di risolvere di comune accordo gli eventuali conflitti. Per i datori di lavoro l'organizzazione corporativa era vantaggiosa, grazie ai rapporti che intrattenevano col governo; gli operai, invece, erano indeboliti, perché non potevano ricorrere allo sciopero.
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Dopo lunghe trattative, III febbraio 1929, nel palazzo del Laterano a Roma, furono firmati i Patti Lateranensi. Con essi il pontefice riconosceva Roma come capitale del regno d'Italia e in cambio l'Italia cedeva alla Chiesa un piccolo territorio intorno alla basilica di San Pietro, facendone un vero e proprio Stato sovrano: la Citta del Vaticano (dal nome del colle sul quale si estendeva).
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Prendendo a pretesto alcuni incidenti avvenuti alla frontiera con la Somalia, nell'ottobre 1935 l'Italia dichiarò guerra all'Etiopia.
Le truppe italiane, condotte dal generale Pietro Badoglio, entrarono nella capitale Ad-dis Abeba cacciando l'imperatore Hailé Selassié. -
Il 9 maggio 1936 Mussolini poté annunciare la fondazione dell'impero: il re Vittorio Emanuele III assunse il titolo di imperatore d'Etiopia.
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La campagna contro gli Ebrei, che fu diretta dallo stesso Mussolini, cul- minò tra il settembre e il novembre 1938 in una serie di provvedimenti che colpirono duramente la comunità ebraica, le leggi razziali.