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- Indiana: è chiamato Indradhanush, in quanto Dio del fulmine e del tuono;
- Greca: è legato alle divinità: si tratta di un sentiero creato dalla messaggera Iris tra terra e paradiso.
- Norrena, un arcobaleno collega i regni di Ásgarðr e Miðgarðr, che sono rispettivamente le dimore delle divinità e degli umani.
- Irlandese, il nascondiglio del leprechauno, una sorta di folletto, è una pentola piena di oro posta alla fine dell'arcobaleno, quindi impossibile da raggiungere.
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Nella Genesi 9:13, l’arcobaleno è un segno dell’unione tra Dio e l’umanità. Dopo che Noè sopravvisse al diluvio universale, nella storia dell’Arca, Dio inviò un arcobaleno per promoettere che non avrebbe mai più inviato un tale diluvio per distruggere la terra. -
Il filosofo greco Alessandro di Afrodisia nel II-III secolo descrive il fenomeno che si verifica quando si hanno due archi di arcobaleno: la zona di cielo al di sotto dell'arco principale, l'inferiore, appare più luminosa di quella al di sopra. -> non si riferisce al fenomeno fisico dell’arcobaleno, ma all’effetto che esso ha sul cielo. La porzione di cielo scuro compresa fra arcobaleno primario e arcobaleno secondario è definita Banda di Alessandro perché riprende il suo nome. -
Il fenomeno fisico è stato studiato da filosofi e scienziati sin dall’età classica, ma il suo ingresso nel campo dell’arte arriva da tutt’altro ambito e cioè da quello religioso.
Per questo motivo i primi arcobaleni compaiono sin dal Medioevo nei codici miniati, sempre collegati alla sfera del cristianesimo. -
Qutb al-Din al-Shirazi e Kamal al-din al-Farisi
Si pensa che siano stati l'astronomo persiano Qutb al-Din al-Shirazi e forse il suo allievo Kamal al-din al-Farisi ad aver dato per primi una descrizione abbastanza accurata del fenomeno dell'arcobaleno. -
Alcuni artisti, tuttavia, dalla seconda metà del 1300 iniziano a rappresentare l’arcobaleno come fenomeno naturale (arcobaleno primario e secondario), ma non distanziandosi ancora completamente dal suo significato religioso.
Si tratta del Das Buch der Natur di Konrad von Megenberg del 1350 e di un esemplare del De Rerum Naturis di Rabano Mauro risalente al 1425. -
Teodorico di Freiberg condusse esperimenti sopra bocce sferiche riempite d'acqua, fornendo una spiegazione teorica accurata di entrambi gli arcobaleni: quello primario e quello secondario. «quando la luce solare cade sulle singole gocce di umidità, i raggi subiscono due rifrazioni e una riflessione prima di essere trasmessa all'occhio dell'osservatore». Spiegò l'arcobaleno secondario attraverso un'analisi simile che coinvolgeva due rifrazioni e due riflessioni. -
Il Gradit fornisce la data di prima attestazione della parola Arcobaleno, oltre alla definizione del termine.
[https://dizionario.internazionale.it/parola/arcobaleno]
(Anche il dizionario del Corriere della Sera offre un'informazione simile, limitandosi però a collocarla nel XV° secolo: [https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/A/arcobaleno.shtml]) -
Le prime rappresentazioni paesaggistiche, prive di qualunque connotazione religiosa, appartengono a Pieter Paul Rubens: due scene pastorali del 1635 e 1636 con un bell’arcobaleno sullo sfondo e una grande profondità spaziale. -
Cartesio con Les Météores spiega la ragione scientifica e fisica della forma a forma di arco dell’arcobaleno misurandone anche il raggio, sia del primario sia del secondario. -
Isac Newton fu il primo a dimostrare che la luce bianca era composta dalla luce di tutti i colori dell'arcobaleno, che potevano essere separati in uno spettro completo di colori da un prisma di vetro, respingendo la teoria che i colori fossero prodotti da una modifica della luce bianca. Originariamente distinse solo cinque colori primari: rosso, giallo, verde, blu e violetto. Solo più tardi introdusse l'arancione e l'indaco.