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Figlio di un capo della tribù Thembu (e quindi, secondo il sistema di caste tribali vigente in Africa, di origini aristocratiche), Nelson Rolihlahla Mandela nasce il 18 luglio 1918.
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Dopo aver seguito gli studi nelle scuole sudafricane per studenti neri conseguendo la laurea in giurisprudenza, nel 1944 entra nella politica attiva diventando membro dell'ANC (African National Congress) guidando per anni campagne pacifiche contro l'Apartheid
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Del 1960 è l'episodio che segnerà per sempre la vita del leader nero. Il regime di Pretoria, durante quello che è conosciuto come "il massacro di Shaperville", elimina volontariamente e con una proditoria operazione 69 militanti dell'ANC. In seguito, mette al bando e fuorilegge l'intera associazione. Mandela, fortunatamente, sopravvive alla strage e riesce a fuggire. Raccolti gli altri esponenti rimasti in vita, dà vita ad una frangia militarista, decisa a rovesciare il regime e a difendere i
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Mandela viene arrestato e dopo un procedimento durato nove mesi è condannato all'ergastolo.
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L'allora presidente sudafricano Botha offre a Mandela la libertà purché rinneghi la guerriglia. Lui rifiuta l'offerta.
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Nel 1990 su pressioni internazionali e in seguito al mancato appoggio degli Stati Uniti al regime segregazionista, Nelson Mandela viene liberato.
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Nel 1990 è eletto presidente dell'African National Congress, movimento africano per la lotta all'apartheid.
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Nel 1993 è insignito del premio Nobel per la pace
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Durante le prime elezioni libere del suo paese (le prime elezioni in cui potevano partecipare anche i neri), viene eletto Presidente della Repubblica del Sudafrica e capo del governo.
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Abbandona la carica di Presidente e prosegue il suo impegno e la sua azione di sostegno alle organizzazioni per i diritti sociali, civili ed umani.