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La prima legge sui manicomi (Legge 36), è stata proposta da Giolitti e fu promulgata nel 1904. Rimase in vigore fino al 1978. Questa legge stabiliva per la cura delle persone malate mentalmente fosse il manicomio e attribuiva la responsabilità penale e civile degli intrernati ai direttori delìgli stessi manicomi.
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Nel 1930 comparirono le prime cattedre di Psichiatria nelle Università italiane e si consolidò ufficialmente la
Società italiana di Psichiatria. Gli anni '30 segnarono l'inizio, proprio in Italia, dell'utilizzo dell'elettroshock come terapia di contenimento della malattia mentale, che da Roma ben presto si diffuse in tutta Europa. -
Negli anni Cinquanta l'Italia conosce un forte sviluppo economico dovuto soprattutto al settore industriale che garantiva un consumo di massa e la cescita delle esportazioni.
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Don Lorenzo Milani in questa lettera critica la scuola italiana perchè "cura i sani e respinge i malati" cioè non riesce ad essere un canale di emancipazione e promozione sociale per le classi sfavorite perchè strutturata in modo da mandare avanti solo chi fruisce di una condizone sociale privilegita.
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Domanda di democrazia e giustizia sociale.
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Luigi Mariotti (socialista) con la Legge 132 fissa un massimo di 500 posti letto per manicomio.
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Viene liberalizzato l'accesso agli studi universitari ed è a partire da questi anni che aumenta in maniera rilevante il numero di laureati e diplomati e che la scuola italiana diventa di massa.
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Viene introdotta la possibilità di divorziare e nel 1974 il referendum abrogativo conferma la legge sul divorzio.
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Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro.
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La Legge 180 sancì finalmente l'abolizione
totale e definitiva del manicomio e fu ripresa nella Legge 833 di riforma dell'assistenza sanitaria. -
Norme per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria della gravidanza.