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Roma stringe un patto con le le popolazioni delle montagne e con i Sanniti
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l'obiettivo era la conquista sull'Italia centrale, e l'occasione del conflitto fu data dalla richiesta di aiuto rivolta a Roma dalle città campane di Capua e di Teano, minacciate dai Sanniti.
Questa guerra si concluse con un nuovo patto di alleanza tra romani e sanniti. -
Le città latine, timorose di venire schiacciate tra le due potenze diedero vita ad una colazione antiromana, a cui seguì lo scoppio della guerra, in cui i romani ebbero la meglio. Il Foedus Cassianum e la Lega Latina furono sciolti, le città latine, quindi la pianura campana, divennero inglobate nei domini romani
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Eliminata la schiavitù per debiti (nexum)
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I Sanniti inflissero ai romani la dura sconfitta delle Forche caudine (321.aC), in cui i Romani, accerchiati nella gola di Claudio (presso l'attuale Benevento), furono costretti ad arrendersi e a subire l'umiliazione del passaggio sotto un giogo di lance, fra lo scherno dei nemici.
Come risposta alla sconfitta, i Romani strutturarono le legioni in manipoli (gruppi più piccoli di soldati)
dopo aver subito diverse sconfitte, i sanniti chiesero la pace, riconoscendo l'influenza romana in Campania -
Roma si impegna a non entrare con le proprie navi nel golfo prospiciente la città di Taranto
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Alla qualizioni formata da Sanniti, Etruschi, galli e Umbri, Roma riportò due fondamentali vittorie: una ad Aquilonia (293 a.C.) e una a Sentino (295 a.C.). I Sanniti si arresero e stipulare una pace che gli rendeva alleati di Roma, in posizione subordinata.
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Con il pretesto di intervenire a difesa di Thurii minacciata dai Tarantini, Roma viola il Trattato, inviando una squadra di navi davanti al porto di Taranto. I Tarantini reagirono affondando alcune imbarcazioni romane e fu guerra.
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L'abilità strategica di Piero, unità all'impiego in battaglia di elefanti, del tutto sconosciuti ai Romani, idea dai tanti la vittoria di Eraclea e di Ascoli Satriano tra il 280 a.C e il 281 a.C
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Poiché Taranto era priva di un esercito proprio chiese aiuto a Pirro, re dell'Epiro
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Roma e Cartagine stipulano un trattato di amicizia
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Nonostante per ottenere molte vittorie, esse non furono mai risolutive. Egli volle allora riprende la guerra contro i romani, che gli inflissero però una decisiva sconfitta a Maleventum
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Cacciato Pietro, le città greche, inclusa Taranto, furono costrette ad accettare l'alleanza con Roma. Fu poi facile per i romani, liquidare le resistenze opposte dalle popolazioni locali. La Calabria e l'intera Puglia caddero sotto il controllo Romano. Due campagne militari pacificare nell'Italia meridionale. La Repubblica si trovava a controllare un'aria che si estendeva da Rimini fino allo Stretto di Messina
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L'accordo fisso al fiume Ebro il limite di espansione dei punici in Spagna; poco dopo Roma si alleò con Sagunto, città a sud dell'ebbro, quindi nella zona di influenza cartaginese.
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L'occasione dello scontro nacque dal contrasto tra il tiranno di Siracusa girone secondo e i Mamertini. Essi, minacciati dai siracusani, chiesero aiuto a Cartagine, ma dopo, preoccupati dalla presenza cartaginese nella città, chiesero aiuto ai romani. Roma decise di accettare, nonostante sapesse che questa sua mossa avrebbe portato allo scontro con Cartagine, poiché in questo modo avrebbe ottenuto il controllo di una importante parte del Mediterraneo.
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Dopo che i romani occuparono Messina, costrinsero alla resa Siracusa, che era alleata con Cartagine, e poi portarono sotto loro il controllo tutta la Sicilia orientale fino ad Agrigento.
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Poiché sarebbe stato impossibile cacciare i cartaginesi dall'isola sino a quando essi avessero mantenuto il predominio sul mare, Roma decise di allestire una grande flotta navale. Questa decisione fu presa da un popolo di contadini e pastori che formarono una flotta di 120 navi al comando del console gaio Duilio, il quale ottenne un importante vittoria nei pressi dell'attuale Milazzo.
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I romani tentarono un'operazione terrestre che voleva essere risolutiva: un corpo di spedizione guidata dal console Attilio regolo sbarcò in Africa, ma vieni annientato dai cartaginesi
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Il console Gaio Lutazio Catullo, alla guida di una grande flotta, ottenne una decisiva vittoria navale alle isole Egadi. I cartaginesi furono così costretti ad accettare dure condizioni di pace: la rinuncia della Sicilia e il pagamento di una pesante indennità di guerra. La Sicilia divenne così la prima provincia romana
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Seconde province romane
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Annibale assedio e conquistò Sagunto: un'azione provocatoria che indusse i romani a riaprire il conflitto.
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Annibale attraverso le Alpi con 70.000 uomini e 37 elefanti e sfuggendo un esercito romano inviato a bloccarlo in Gallia. molte popolazioni galliche passarono dalla parte di Annibale
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Distruzione armata consolare
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E scontro di canne avvenne sotto la dittatura dei due consoli Terenzio Varrone ed Emilio Paolo e i romani persero oltre 40.000 uomini e lo stesso Emilio Paolo morì.
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Il comandante cartaginese trascorse in attivo a Capua alcuni anni, anni che invece di rafforzarlo nei minarono le forze E la strategia. Nel frattempo, Roma aveva infatti modo e tempo per riprendersi. Le ricchezze pubbliche e private furono profuse per le spese di guerra e si riuscì ad armare un esercito di ben 20 legioni, rispetto alle 15 precedenti
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Sconfitta e morte di Asdrubale presso il fiume Metauro
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Egli comandò l'esercito di Spagna che riuscì ad espandere completamente i cartaginesi dalla penisola iberica.
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Scipione convinse il Senato a portare la guerra in Africa. I romani con l'appoggio di massi Massinissa, re della Numidia, ottennero numerose vittorie che costrinsero i cartaginesi a richiamare Annibale in patria.
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Scipione l'africano trionfo sui cartaginesi. Annibale fuggì in oriente, Cartagine dovette arrendersi e subire durissime condizioni di pace: rinuncia alla Spagna, consegna della flotta, pagamento di un enorme indennità e il divieto di fare guerra a chiunque senza il consenso di Roma.
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Si concluse con la sconfitta di Filippo IV a Cinocefale, in Tessaglia. Egli aveva cercato di limitare l'autonomia delle città greche: ma se loro soccorso il console Tito Quinzio Flaminio, appartenente a una famiglia che era da tempo su posizioni filo elleniche.
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Le conquiste ottenute nella penisola iberica a danno dei cartaginesi furono organizzati costituendo due province, la Spagna Citeriore e la Spagna ulteriore.
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Si presentò come liberatore della Grecia, cui fu restituita l'antica autonomia. Con questa vittoria Roma si sostituiva la macedonia nella tutela delle città greche: una forma di dominio indiretto.
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Antioco III, volendo approfittare del vuoto di potere creato dalla sconfitta della macedonia, entrò in Grecia con un esercito. I romani intervennero sconfiggendo il sovrano Siriaco prima in Grecia e due anni dopo in Asia minore a Magnesia
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Pace stipulata per due per punire duramente Antioco, che dovette pagare una pesante ammenda, accettare l'affondamento della flotta e cedere a Rodi e a pergamo ampi territori in Tracia e nell'Anatolia occidentale. Così anche secondo dei grandi regni ellenistici veniva costretto a riconoscere la supremazia romana.
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Percorso delle cariche. Fu fissato da una legge che stabiliva le regole da rispettare per arrivare alle magistrature maggiori, passano attraverso le altre magistrature di crescente importanza secondo determinati intervalli di tempo. L'ordine delle magistrature era questura, tribunale (per i plebei), edilità, pretura, consolato, censura. Il numero di posti disponibili diminuiva ma mano che si saliva i gradini della gerarchia delle cariche.
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Si concluse con la vittoria del console Lucio Emilio Paolo a Pidna, nei pressi del monte Olimpo. Questo perché le crescenti ingerenze di Roma in Grecia provocarono l'insofferenza di molte Polis. Sfruttando questo il numero di macedonia, Perseo, figlio di Filippo IV, riprese l'ostilità contro Roma.
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Cartagine si difese dalla Numidia senza il permesso di Roma che dichiarò guerra
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Scipione l'emiliano assedia Cartagine e la rade al suolo divenendo così una nuova provincia romana
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Le truppe romane, guidati da Scipione emiliano, rasero al suolo la città, sterminando riducendo in schiavitù la sua popolazione a causa della resistenza opposta dalle popolazioni locali
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Il re fu diviso tra i figli Iempsale e Aderbale e il nipote Giugurta
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Viene eletto al consolato dai popolari
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ad opera di Gaio Mario e di Lucio Cornelio Silla
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Il tribuno Lucio saturnino propose una legge che assegnava ai veterani di Mario cospicue estensioni di terra nelle province, con una clausola che impegnava i senatori a non abrogare la legge in futuro. Il provvedimento suscitò l'ostilità del Senato e sollevò disordini che Mario, in quantità di console, fu costretto a reprimere i contro gli interessi dei suoi stessi soldati e alleati politici. Saturnino e molti suoi seguaci furono uccisi.
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I consoli decisero di espellere da Roma e la fine gli italici che vi si erano abusivamente insediati
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Egli presentò un progetto di riforma che prevedeva la progressiva estensione della cittadinanza agli alleati. Questo provvedimento fu bloccato dall'oligarchia senatoria più conservatrice, in questo caso appoggiato dei cavalieri e della plebe urbana.Druso fu assassinato.
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Tra Roma e i suoi ex alleati. Il conflitto si però si rivelò per Roma molto difficile, perché l'esercito degli italici era numeroso e ben addestrato. Ci furono stragi e devastazioni. Mario fu richiamato da Silla per sconfiggere i ribelli. Roma prevalse, ma la soluzione fu di tipo politico. Il Senato stesso si rese conto che avrebbe ottenuto pace concedendo loro la cittadinanza romana.
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Egli approfittando delle difficoltà di Roma attaccò i domini romani in oriente, penetrando con il suo esercito nelle province d'Asia e di macedonia. Per sostenere la sua azione contro il gigante romana, costruire una rete di alleanze con i sovrani l'oriente e si propose alle popolazioni locali come paladino della ribellione contro Roma. Esorto le comunità dell'Asia minore a uccidere i commercianti romani italici presenti nell'aria creando così un massacro.
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Poiché Silla era legato all'oligarchia oligarchia senatoria e i popolari e i cavalieri si opposero a questa nomina come console, spingendo il tribuno della plebe Sulpicio a revocare il comando assilla per assegnarlo a Mario. Silla, che già si trovava a Nola in attesa di partire per l'Oriente, rifiutò il contrordine e convinse i suoi soldati a marciare in armi contro Roma.
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La guerra civile si concluse con la vittoria dei silani nella battaglia di Porta collina. Pompeo insegue gli ultimi sostenitori di Mario in Sicilia in Africa, sbaragliandoli
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Convinto di aver restaurato e resa più solida la Repubblica, Silla rinuncio alla dittatura e si ritirò dalla vita politica, morendo dopo pochi mesi.