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La Seconda Repubblica francese, nata dai moti del 1848, è segnata dall'elezione di Luigi Napoleone Bonaparte alla presidenza della Repubblica.
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Napoleone tenta di far approvare all'Assemblea nazionale una revisione costituzionale che gli garantisca di ricandidarsi come presidente della Repubblica.
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Di fronte al rifiuto dell'Assemblea, Napoleone indice un colpo di Stato ed occupa la sede del Parlamento.
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Con un plebiscito, Napoleone ottiene dai cittadini il consenso per poter redigere una nuova Costituzione che gli permetta di allungare a dieci anni la carica di presidente e di togliere alla Camera l'iniziativa legislativa, trasferendola nelle mani del presidente e di una Camera di nomina presidenziale.
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Napoleone reintegra la dignità imperiale che attribuisce a sé stesso, assumendo il nome di Napoleone III.
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Napoleone chiama i francesi a ratificare il ritorno dell'Impero.
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La Francia scende in campo a fianco della Gran Bretagna contro i russi, per ristabilire un'area di influenza francese nel Mediterraneo.
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La Conferenza di pace di Parigi sancisce la vittoria dell'esercito anglo-francese e la fine delle pretese egemoniche della Russia sul Mar Nero.
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Napoleone III si impegna a garantire il sostegno al Regno di Sardegna nel caso di una guerra con l'Austria, in cambio di Nizza e della Savoia e della tutela dello Stato pontificio.
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La Francia si ritira dalla guerra contro l'Austria per gli alti costi e per timore di un'unificazione italiana che possa nuocere ai disegni espansionistici francesi e alle relazioni con il Papato e con l'area cattolico-conservatrice.
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Con una nuova revisione della Costituzione, l'Impero perde la sua struttura accentrata e il governo trae legittimazione dal Parlamento ("Impero liberale").
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A causa della contesa del trono di Spagna con la casata degli Hohenzollern, la Francia dichiara guerra alla Prussia.
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Assediato a Metz e sconfitto a Sedan, l'esercito francese è costretto ad arrendersi. A Parigi è proclamata la Repubblica e viene creato un governo provvisorio.
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La grande componente elettorale delle campagne elegge in maggioranza conservatori. Adolphe Thiers diventa presidente della Repubblica.
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Rese note le condizioni della pace con la Prussia, che prevedono l'ingresso dell'esercito tedesco a Parigi, il popolo parigino insorge e costituisce la Guardia nazionale a provvedere autonomamente alla città.
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Le elezioni per il Consiglio della Comune vedono la vittoria dell'estrema sinistra socialista e anarchica.
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Le truppe governative, con l'avvallo dei prussiani, sferrano l'attacco decisivo a Parigi e reprimono l'insurrezione popolare.
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Il governo provvisorio francese sigla una pace con la quale la Prussia infligge una pesante indennità economica e la cessione dell'Alsazia e della Lorena.
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L'elezione di Maurice de Mac Mahon alla presidenza della Repubblica determina un periodo di incertezza del regime repubblicano che da un lato è parlamentare (presenza di due Camere con potere di controllo sul governo) e dall'altro presidenziale (facoltà del presidente di sciogliere la Camera elettiva).
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Mac Mahon ottiene dal Senato l'autorizzazione per sciogliere la Camera dei deputati. Alle elezioni successive il presidente perde consensi, così il 30 gennaio 1879 si dimette.
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I repubblicani ammodernano settori pubblici come l'istruzione e le strutture amministrative.
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La personalità carismatica di Boulanger, che si fa interprete del deiderio di rivincita antitedesca, contribuisce a fargli vincere varie elezioni supplettive.
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Il Senato dichiara Boulanger ineleggibile perché accusato di attentato alla sicurezza della Repubblica.