L'elettricità!

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    Le origini

    Fino al XVIII secolo, il termine elettricità veniva utilizzato per quei corpi che, strofinandosi tra loro, si attraevano o si respingevano, ciò che al giorno d’oggi definiamo con il termine di elettrostatica. L’attrazione dei corpi luminosi per gli oggetti elettrificati era nota sin dall’Antichità. La sua scoperta viene attribuita al filosofo greco Talete di Mileto, il quale osservò che sfregando energicamente un piccolo pezzo di ambra, esso acquisiva la capacità di attrarre piccole particelle.
  • Come si è sviluppata

    Le osservazioni del fenomeno ripresero durante la seconda metà del XVI secolo: il fisico italiano Girolamo Cardano si occupò di elettricità distinguendo, forse per la prima volta, la forza elettrica da quella magnetica.
    Nel 1600 lo scienziato inglese William Gilbert osservò le medesime proprietà dell'ambra anche in altri materiali, quali molte pietre dure, il vetro e lo zolfo. Fu in grado di verificare queste proprietà attraverso il versorio, apparecchio ideato da Giorolamo Fracastoro.
  • La "virtù elettrica"

    L'interesse per il fenomeno dell'elettricità si diffuse anche come curiosità e gioco nei salotti settecenteschi e come immaginario e rivoluzionario metodo di cura. Nel contempo proseguivano gli studi scientifici: Stephen Gray nel 1729 studiò la conducibilità dei corpi. Charles du Fay individuò nel 1733 due tipi di virtù elettrica: l'energia elettrica vetrosa e resinosa (ossia positiva e negativa).
  • Benjamin Franklin e il "parafulmine"

    Nel giugno del 1752, Benjamin Franklin, a compimento delle sue indagini sui fenomeni elettrici, condusse il celebre e pericolosissimo esperimento dell'aquilone durante un temporale. A seguito di questi esperimenti, Franklin inventò il parafulmine e stabilì la relazione sussistente tra il fulmine e l'elettricità. Molti sono convinti che con il suo esperimento dell'aquilone in mezzo a una tempesta Franklin sia rimasto fulminato.
  • Gli atomi di elettricità

    Grazie al fisico tedesco Hermann von Helmholtz nasceva il concetto di carica elettrica. La conferma di ciò ci viene poi data dagli esperimenti del fisico inglese Joseph John Thomson nel 1897 con a scoperta dell'elettrone, il più piccolo portatore di carica negativa.
  • Da dove nasce il campo elettrico

    Intorno alla metà dell’Ottocento, il fisico inglese Michael Faraday propose una nuova interpretazione dei fenomeni elettrostatici: egli introdusse il concetto di campo elettrostatico. Sino a quel momento, si pensava in termini di forze: la forza di Coulomb e le leggi della meccanica governavano l’interazione tra corpi carichi elettricamente. Intuì poi che, indipendentemente dalla presenza o dall’assenza di un’altra carica con la quale interagire, una carica elettrica genera un campo elettrico.
  • L'evoluzione del campo elettrico

    Sarà il fisico James Clerk Maxwell a gettare le basi del elettromagnetismo moderno.