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Il 30 gennaio 1933, Hitler, convocato dal presidente Hindenburg, accettò l'incarico di cancelliere di un governo di destra in cui i nazisti occuparono inizialmente solo tre ministeri su undici. I conservatori, certi di aver ingabbiato Hitler come i liberali s'erano illusi nei riguardi di Mussolini, dovettero presto ricredersi.
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Col pretesto dell'incendio del Reichstag ad opera di un comunista olandese semisquilibrato mentale (ma secondo alcuni furono gli stessi nazisti ad applicare il fuoco...) il governo fece approvare le "misure eccezionali" con le quali limitò o annullò libertà di espressione ed associazione. Hindenburg indisse inoltre nuove elezioni, che consegnarono al NSDAP il 44,9% dei consensi.
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Alquanto precocemente, ai fini della repressione del dissenso, venne approvata la creazione di campi (lager) di concentramento (non ancora di sterminio) per la detenzione illimitata di oppositori politici, nonché un programma eugenetico di sterilizzazione coatta per portatori di malattie genetiche e mentali. Questo ultimo programma, per via delle proteste incontrate, verrà sospeso nel 1939.
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Ai fini della creazione del consenso ovvero del condizionamento delle coscienze grazie al controllo di tutte le agenzie educative e dei mezzi di comunicazione (specie se di massa) venne creato uno specifico "Ministero della propaganda" retto da Goebbels.
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Forte del consenso ottenuto in nuove consultazioni elettorali, Hitler strappò al Parlamento una serie di provvedimenti legislativi che gli conferirono pieni poteri legislativi ed esecutivi. Già epurato dai deputati comunisti, il Parlamento approvò la legge con la sola opposizione dei socialdemocratici.
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Già oggetto di propaganda violenta e boicottaggio delle attività commerciali contrassegnate dalla stella di David o da scritte infamanti, gli ebrei vennero esclusi per decreto dalla pubblica amministrazione.
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Per legge il NSDAP divenne l'unico partito. I sindacati furono sostituiti da una corporazione di Stato, il "Fronte del lavoro". Venne anche"nazificata" ogni agenzia educativa: dalla scuola alla "Gioventù hitleriana", dal "Giovane popolo" alle "Giovani ragazze" , ogni aspetto dello Stato e della società civile venne posto sotto lo stretto controllo del partito. Venne inoltre creata una polizia segreta, la "Gestapo" retta prima da Göring (già capo delle SA), poi da Himmler (già capo delle SS).
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La Chiesa di Roma siglò un concordato col regime nazista. Anche i rapporti fra nazismo a Chiesa protestante furono "pacifici", tanto che questa firmò giuramento di fedeltà a Hitler nel '38. Nonostante la condanna del razzismo e del culto del capo, il dissenso nel mondo religioso restò un fatto sporadico ed individuale.
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Dopo aver arrestato gli oppositori comunisti e sciolto tutti gli altri partiti, Hitler ottenne il 92% dei consensi in una consultazione plebiscitaria.
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Scomparsa ogni traccia del sistema repubblicano, si realizzava pienamente il "principio del capo", guida unica, suprema e carismatica di un popolo di cui si supponeva incarnasse l'essenza senza bisogno di alcuna forma di intermediazione o rappresentanza. Al rapporto mistico e organico fra capo e popolo, corrispondeva una visione di quest'ultimo come una compatta e disciplinata "comunità di popolo" su base razziale inquadrata in organismi quali il "Fronte del lavoro" o la "Gioventù hitleriana".
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Temendo l'autonomia delle SA, i "reparti d'assalto" di Röhm, il gruppo paramilitare del partito ancora legato all'impostazione rivoluzionaria ed anticapitalista delle origini, Hitler ne sterminò i capi in un massacro che fece inorridire il mondo ad opera delle SS, le "squadre di difesa", sua la milizia personale con annessa polizia segreta. Fu l'episodio culmine, ma non l'unico, di una repressione violenta che causò la morte, l'esilio o la reclusione di centinaia di migliaia di persone.
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In virtù di una legge da lui stesso fatta approvare, alla morte del vecchio maresciallo Hindenburg, Hitler assommò alla carica di capo del governo, cancelliere, anche quella di capo dello Stato, presidente, grazie all'appoggio ottenuto dalle alte cariche dell'esercito. Diviene così il Führer del Terzo Reich. Frattanto, il controllo statale delle attività imprenditoriali e sindacali diede il là ad una rapida ripresa economica che già nel '39 condusse la Germania alla piena occupazione.
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Gli ebrei vennero privati dei diritti di cittadinanza, discriminati legalmente ed emarginati socialmente dal nazismo. Definiti "sottouomini" appartenenti ad una "razza inferiori" vennero privati della cittadinanza tedesca e dei diritti civili e politici. Diventò per loro impossibile continuare a svolgere la quasi totalità delle proprie professioni, sposare o anche solo frequentare non ebrei, gestire liberamente il proprio patrimonio...
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Riluttante all'idea di ospitare i giochi olimpici, Hitler cambiò idea quando Joseph Goebbels, ministro della Propaganda, lo convinse dell'eccezionalità dell'occasione a supporto della diffusione del mito di una razza di eletti offerta allo sguardo del mondo in spettacolari liturgie laiche riprese, fra gli altri, dalla regista Leni Reifenstahl nel lungometraggio "Olimpia".
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Il pericolo rappresentato dagli ebrei e da chiunque altro minacciasse la purezza della razza ariana andava debellato. Se la pianificazione dello sterminio e l'organizzazione della "soluzione finale" attesero il '41 e la sigla del protocollo di Wannsee all'inizio del '42, dal '38 al '41 ebbe già luogo l'Eu-Aktion T4, programma eugenetico di "eutanasia" ovvero eliminazione di circa 200.000 portatori di malattie genetiche e mentali, le cui vite erano giudicate "indegne di essere vissute".
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Nel silenzio dell'Europa, Hitler costrinse alle dimissioni il cancelliere austriaco Schunshnigg, intervenne con l'esercito per "salvare il paese dal caos" e ratificò plebiscitariamente l'avvenuta unificazione di Germania ed Austria.
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Ebbe inizio la persecuzione fisica degli ebrei in un gigantesco pogrom. Mentre si avviavano segretamente pratiche omicide ed eugenetiche sui malati mentali, si cominciarono a delineare teorie e tecniche che porteranno nel '41 all'eliminazione "sul posto" degli ebrei che risiedevano nei territori orientali via via incontrati e nel '42 all'attuazione della "soluzione finale della questione ebraica" tramite deportazione e sterminio nel sistema concentrazionario dei lager.
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Nell'assordante silenzio dell'Europa, Hitler aggredì la Cecoslovacchia col pretesto etnico della riunificazione al Reich della minoranza tedesca nei Sudeti.
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Forte del patto Ribbentrop-Molotov, che vedeva incredibilmente alleata la Germania nazista e l'URSS comunista per la spartizione della Polonia, Germania invase invase il paese. Francia ed Inghilterra, novelle alleate della nazione polacca, dichiararono guerra alla Germania.