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Estensione dello statuto al regno di Sardegna.
Garantiva diritti individuali: libertà personale e di stampa.
Definiva inviolabile la proprietà privata.
Istanze liberiste e spirito borghese.
Nonostante queste garanzie lo statuto rimaneva espressione della supremazia del re sui sudditi. -
Abbassava l'età di accesso al voto a 21 anni, dimezzava il censo a 20 lire e introduceva il requisito culturale minimo rappresentato dai primi 2 anni della scuola elementare.
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Prime tutele dei lavoratori: infortuni sul lavoro, invalidità e la vecchiaia.
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Introduceva il suffragio universale maschile.
Superati i 30 anni di età erano ammessi al voto tutti i cittadini maschi, indipendentemente dal grado culturale e dal censo. -
Affermazione del partito popolare e Socialista.
Danno voce agli interessi dei lavoratori che erano in conflitto con quelli della borghesia. -
Accentra il potere legislativo ed esecutivo alla sua persona.
Abolisce tutti i partiti eccetto quello fascista e nega tutti i diritti alle minoranze. -
Soli maschi di età superiore ai 21 anni, che bachino i contributi al sindacato fascista, ai dipendenti statali e ai religiosi.
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Rivolte principalmente verso gli ebrei.
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Il consiglio dei ministri presieduto da Ivanoe Bonomi, riconosce il diritto di voto alle donne.
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Il popolo è chiamato a scegliere tra Monarchia e Repubblica e ad eleggere i deputati membri dell'Assemblea Costituente( che avrebbe scritto la nuova costituzione).
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Votano tutti gli uomini e le donne che abbiano compiuto 21 anni.
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Entra in vigore la costituzione della Repubblica Italiana: democratica, fondata sul lavoro e rispettosa dei diritti umani.
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La costituzione italiana riconosce il diritto di voto a tutti gli uomini e le donne che abbiano compiuto 18 anni di età.
Per le elezioni dei senatori, invece, bisogna aver compiuto 25 anni.