Il Congresso di Vienna

  • L'Europa della Restaurazione

    L'Europa della Restaurazione
    A LIPSIA la sesta coalizione sconfigge Napoleone. La sua parabola è segnata, nonostante l'avventura dei Cento giorni si concluderà solo a metà 1815. Ciononostante e loro malgrado, le grandi potenze riconoscono l'impossibilità di restaurare l'ancième régime spazzato via dalla Rivoluzione e dall'applicazione, in un'Europa dai confini stravolti, del Codice civile napoleonico. Troppo profonde le trasformazioni delle coscienze di intellettuali e masse popolari.
  • L'Europa del Romanticismo

    L'Europa del Romanticismo
    Il Romanticismo contrappose il sentimento e le specificità di popoli e individui all'astratta ragione illuministica. Permeò il costume e le arti - specie poesia, musica e storia - e sostenne sia lo spirito reazionario dei conservatori (Burke e De Maistre condannano la Rivoluzione, esaltano la tradizione e l'alleanza trono-altare) sia lo quello progressista di liberali, democratici e socialisti che, fedeli agli ideali di uguaglianza, fraternità e libertà, animeranno la stagione del Risorgimento.
  • Il Congresso di Vienna: alla ricerca di un compromesso

    Il Congresso di Vienna: alla ricerca di un compromesso
    Rivoluzione e Napoleone avevano sostituito in Europa: la società per ordini con quella di classi; la monarchia assoluta con la monarchia costituzionale, la repubblica o la dittatura plebiscitaria; lo stato patrimoniale con l'ideale di patria o nazione; l'esercito di professionisti con la mobilitazione di massa; l'arbitrio dei sovrani con la certezza del diritto e la razionalità economico-burocratica. Tornare indietro era impossibile. Alla ricerca di un compresso, si aprì a Vienna un CONGRESSO.
  • Il Congresso di Vienna: fra equilibrio e legittimità

    Il Congresso di Vienna: fra equilibrio e legittimità
    Al Congresso parteciparono 216 delegazioni ma la leadership fu assunta dai principi von METTERNICH (Austria) e von Hardenberg (Prussia), dal conte Nesselrode (Russia) e da lord Castlereagh (Gran Bretagna), con importante protagonismo di Talleyrand (Francia). Trascurato il principio di nazionalità, si optò per quello di equilibrio (inglesi e francesi cercano di contenere l'espansionismo austriaco, prussiano e russo) e legittimità (opportunisticamente applicato ai Borbone ma non a Venezia).
  • La nuova carta dell'Europa

    La nuova carta dell'Europa
    Olanda e Belgio divennero Regno dei Paesi Bassi; la Prussia si espanse verso la Francia; la Savoia inglobò Genova; ai Borbone tornarono Regno delle due Sicilie e Spagna, ai Braganza il Portogallo, al papa lo Stato della Chiesa; l'Austria ottenne la presidenza della Confederazione Germanica e l'egemonia sull'Italia (diretta nel Lombardo-Veneto, indiretta su Modena, Parma, Toscana e Stato dei presidi); la Russia inglobò Polonia e Finlandia; la Svezia si unì alla Norvegia strappata alla Danimarca.
  • Il "cuore debole" dell'Europa

    Il "cuore debole" dell'Europa
    Sotto l'occhio vigile dell'Inghilterra, dedita al suo accresciuto impero coloniale ed interessata solo ad evitare l'egemonia di una delle potenze continentali, si cercò di disegnare la nuova carta dell'Europa secondo una politica di equilibrio: attorno alla Francia fu posta un "cintura di sicurezza", Austria e Russia si espansero nei Balcani ai danni degli ottomani ed in Europa rimase un cuore "debole" per la mancata indipendenza nazionale di Germania e ITALIA.
  • Politica interna tra compromesso e reazione

    Politica interna tra compromesso e reazione
    Alcune realtà cercarono soluzioni moderate (come l'Austria o la Francia, dove Luigi XVIII tornò re per diritto divino ma "concesse" una Costituzione "octroyée"), altre cercarono di riaffermare l'ancien régime cancellando ogni residuo di codice napoleonico (Prussia, Russia, Spagna e l'Italia di Savoia, Modena, Napoli e papato). Ovunque prevalse conservatorismo, clericalismo, predominio dell'aristocrazia terriera, censura e repressione poliziesca dei tentativi di rivendicazione nazionale.
  • Politica estera fra intervento e "concerto"

    Politica estera fra intervento e "concerto"
    Ciononostante, gli storici novecenteschi apprezzano il lungo periodo di pace che il nuovo ordine assicurò all'Europa, sulla base del principio di intervento (di ciascuno stato in caso di insurrezione rivoluzione in uno di essi) e di "concerto europeo": consultazioni periodiche che divennero alleanze, Santa Alleanza - Russia, Prussia e Austria - Quadruplice Alleanza - cui si aggiunse la Gran Bretagna - Quintuplice Alleanza -con cui la Francia rivoluzionaria diventava gendarme della restaurazione!