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Il nuovo papa era di idee moderate e non aveva mai manifestato simpatie liberali però i primi atti compiuti da Pio IX sembrarono proprio confermare l'opinione che si trattasse di un <<papa liberale>>.
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Ferdinando II preoccupato della piega che stavano prendendo gli eventi proclamò l'autonomia della Sicilia e il 29 gennaio 1848, primo fra tutti i sovrani d'Italia, concesse la Costituzione.
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A questo punto si verificò una reazione a catena: il gran duca di Toscana Leopoldo II emanò la costituzione il 17 febbraio; poi toccò al Regno di Sardegna il 4 marzo con lo Statuto Albertino.
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Viene concessa la costituzione nello Stato Pontificio
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Questa era la situazione italiana quando giunse la notizia che il 13 marzo Vienna era insorta. Subito seguì il suo esempio Venezia, dove venne proclamata la repubblica e formato un governo provvissorio.
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Il 18 Marzo insorse Milano e con le famose cinque giornate di combattimento cacciò le truppe austriache, comandate dal generale Radetzky.
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Solo il 23 marzo, quando gli austriaci avevano già abbandonato Milano, Carlo Alberto decise di dichiarare guerra all'Austria con un duplice intento: acquisire nuovi territori e impedire che l'iniziativa indipendentista fosse condotta dai democratici e dai repubblicani.
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L'Austria rappresentava la maggiore potenza cattolica europea e per questo minacciò Pio IX di uno scisma in caso non avesse ritirato le truppe. Il papa pronunciò una celebre allocuzione: un discorso in cui dichiarò di voler rimanere estraneo al conflitto, in quanto <<padre comune di tutte le genti, popoli e nazioni>>.
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Dopo lo scontro a Custoza in cui vede i piemontesi sconfitti, Carlo Alberto accennò ancora una debole difesa di Milano per questo decise di schierarsi con gli austriaci deludendo ancora una volta i patrioti lombardi.
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I patrioti non intendevano accettare la sconfitta così ci fu una nuova ondata di proteste. Pio IX insieme a Leopoldo II scapparono nella fortezza di Gaeta. La repubblica Romana venne affidata a un triumvirato formato da Mazzini, Armellini e Saffi. In Toscana il potere venne assunto da un triumvirato formato da Francesco Domenico Guerrazzi, Giuseppe Montanelli e Giuseppe Mazzoni.
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La guerra si rivelo da subito fallimentare per casa Savoia, così Carlo Alberto decise di abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II. E in effetti, le clausole dell'armistizio non furono gravose. Il Regno di Sardegna tornò ai confini precedenti.