Quarantotto cover

Il Quarantotto in Italia

  • La Giovine Italia

    Mentre si trovava in esilio a Marsiglia, dopo essere stato imprigionato per qualche mese nelle carceri sabaude a causa della sua attività politica, creò l'associazione "Giovine Italia": "Giovine" perché faceva affidamento sui giovani, "Italia" perché espressione di un movimento unitario a base nazionale.
  • Sale al trono Carlo Alberto di Savoia-Carignano

    Sale al trono Carlo Alberto di Savoia-Carignano
    Viene definito il re "Tentenna" per il suo atteggiamento irresoluto e timoroso nei confronti delle idee liberali e dei moti risorgimentali. Inoltre, dopo che nel 1846 il governo asburgico aveva tentato di danneggiare l'economia piemontese introducendo pesanti dazi, Carlo Alberto cominciò a mostrare un'aperta avversione nei riguardi dell'impero austriaco.
  • Period: to

    Giornale periodico (clandestino)

    Giuseppe Mazzini, per diffondere le sue idee, pubblica clandestinamente un giornale periodico.
  • Sollevazioni mazziniane

    Mazzini compì anche interventi concreti organizzando una serie di sollevazioni a Napoli, in Savoia, a Genova e in Romagna, tutte conclusesi in modo fallimentare e seguite da durissime repressioni.
  • La Giovine Europa

    Mentre si trovava esule a Berna, diede vita alla società "Giovine Europa" dove estendeva le sue idee di Repubblica unitaria a tutta l'Europa dato che egli sognava un'Europa composta da nazioni affratellate che avrebbero prosperato in pace tra loro.
  • La prima linea ferroviaria italiana

    La prima linea ferroviaria italiana
    La prima linea ferroviaria italiana ad entrare in funzione fu la Napoli-Portici, inaugurata da Ferdinando II di Borbone.
  • Primato morale e civile degli italiani

    Il torinese Vincenzo Gioberti, d'impronta moderata, nel suo testo, muove l'idea che la fede religiosa sia stata elemento di coesione e non di ostacolo all'unificazione nazionale. Egli prosperava nella CONFEDERAZIONE sotto la presidenza del PONTEFICI. Questa proposta fu definita NEOGUELFA, con richiamo diretto al guelfismo medievale. Tali idee furono accolte da Manzoni, Rosmini e Tommaseo e da tutti coloro non rivoluzionari. Tuttavia, tale programma non chiariva il ruolo dell'Austria (Balbo).
  • La sollevazione dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera

    La sollevazione dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera
    Si tratta dell'insurrezione più tragica del tempo. Attilio ed Emilio Bandiera, due ufficiali veneziani della marina militare austriaca e membri clandestini della Giovine Italia che, dopo aver disertato, sbarcarono in Calabria con una ventina di compagni pensando di potersi unire a una rivolta di contadini contro il re Ferdinando II di Borbone. Tuttavia, nove di essi furono catturati (tra cui i fratelli Bandiera) e fucilati il 25 luglio del 1844.
  • Speranza d'Italia

    Si tratta della critica mossa da Cesare Balbo a Gioberti per la posizione ambigua assunta dall'Austria nel suo programma (2 possibilità). Secondo Balbo, l'unificazione politica non poteva compiersi senza l'indipendenza del Lombardo-Veneto dall'Austria. Per allontanare gli austriaci (con il compenso balcanico) era necessario un esercito forte: ecco perché la confederazione doveva essere presieduta dai Savoia e non da Pio IX (la Chiesa non disponeva di un esercito).
  • Elezione di Pio IX

    Elezione di Pio IX
    Dopo un rigido clima conservatore sotto papa Gregorio XVI (1831-1846), nel giugno 1846 viene eletto il liberale Pio IX. Egli concesse:
    -l'amnistia generale per i reati politici
    -libertà di stampa (limitata)
    -la consulta di Stato
    -la guardia civica
    -il progetto della lega doganale Pio IX fu acclamato dal popolo, tanto che i sovrani degli altri stati dovettero seguire il suo esempio.
  • Inizio del Quarantotto in Italia

    Inizio del Quarantotto in Italia
    A causa di Pio IX, gli altri sovrani dovettero seguire il suo esempio. Così Ferdinando II, nel regno delle Due Sicilie, iniziò un periodo di riforme liberali. Tuttavia, queste riforme non toccarono la sfera socio-politica (il re voleva isolare il regno da ogni relazione politica) costringendo la borghesia a non partecipare alla vita di Stato generando così malcontento. Ferdinando, deluso, decise di governare in modo reazionario. Fu così che a Palermo, nel suo regno, cominciò il '48 italiano.
  • Costituzione del 1812

    Costituzione del 1812
    A causa delle insurrezioni a Palermo, Ferdinando II è costretto a concedere una costituzione, modellata su quella francese del 1814, che entrò in vigore in tutto il regno l'11 febbraio del 1848. Tuttavia, la nuova carta non soddisfaceva i siciliani, che riuscirono a imporre la più moderna costituzione del 1812 (carta costituzionale che re Ferdinando I delle Due Sicilie fu costretto a concedere nel periodo napoleonico).
  • Costituzione nel granducato di Toscana

    Costituzione nel granducato di Toscana
    Seguendo la scia di Ferdinando II, concede una costituzione liberale, o meglio "Statuto del regno", sempre sul modello della carta francese del 1814.
  • Costituzione del regno di Sardegna

    Costituzione del regno di Sardegna
    Si tratta dello Statuto albertino consesso da Carlo Alberto. Tale Statuto mette in evidenza quanto le costituzione del '48 fossero MODERATE, concessioni accordate dal sovrano, non come espressione della sovranità popolare. Per questo presentavano forti limiti. Lo Statuto albertino non eliminava la pesante ingerenza del sovrano nel potere: la separazione dei poteri era IMPERFETTA e il sovrano a capo di tutto. Inoltre, lo Statuto era una CARTA FLESSIBILE motivo per cui rimarrà in vita fino al 1946
  • Costituzione dello Stato della Chiesa

    Costituzione dello Stato della Chiesa
    Seguendo la scia di Ferdinando II, concede una costituzione liberale, o meglio "Statuto del regno", sempre sul modello della carta francese del 1814.
  • La rivoluzione di Venezia

    La rivoluzione di Venezia
    Il popolo, accorso nei carceri, mise in libertà alcuni detenuti politici, tra i quali l'avvocato Daniele Manin e Niccolò Tommaseo. Gli austriaci abbandonarono la città senza violenza (23 marzo) e Manin divenne capo del governo provvisorio che proclamò la Repubblica veneta (o di San Marco), mentre in città veniva esposto il TRICOLORE ITALIANO.
  • Le cinque giornate di Milano

    Le cinque giornate di Milano
    Dopo lo sciopero del fumo, il 18 marzo a Milano si formava un Consiglio di guerra costituito dai democratici e diretto da Carlo Cattaneo. Tuttavia il maresciallo austriaco Radetzky decise di resistere iniziando una lotta durata 5 giorni (18-22 marzo). Si concluse con la conquista di Porta Tosa da parte dei milanesi guidati da LUCIANO MANARA. Gli austriaci abbandonarono la città. Nel frattempo anche a Modena e a Parma si creavano governi provvisori costringendo i duchi alla fuga.
  • Il Piemonte dichiara guerra all'Austria

    Il Piemonte dichiara guerra all'Austria
    Carlo Alberto dichiara guerra all'Austria. Tuttavia egli desiderava conquistare la Lombardia ed evitare che i repubblicani e i mazziniani prendessero il controllo dei governi provvisori. Inoltre egli non era sicuro di iniziare questa guerra: temeva l'intervento di Francia e Inghilterra ed era preoccupato per i liberali. Il re delle Due Sicilie, il granduca di Toscana e il papa, a causa della pressione pubblica, inviano gruppi di volontari in aiuto a Carlo Alberto.
  • I piemontesi entrano a Milano

    I piemontesi entrano a Milano
    Entrano con la bandiera tricolore con al centro lo scudo di casa Savoia. Le operazioni militari erano molto lente e questo fece aumentare il sospetto che il sovrano volesse in realtà annettere la Lombardia senza scontrarsi con gli austriaci. Di fatto l'esercito sabaudo diede al nemico il tempo di rifugiarsi nel QUADRILATERO (fortezza di Mantova, Peschiera, Legnano, Verona).
  • La diserzione degli Alleati (piemontesi da soli)

    La diserzione degli Alleati (piemontesi da soli)
    Pio IX decise di ritirare le proprie truppe per timore di perdere i cattolici austriaci, tedeschi e ungheresi. La diserzione fu seguita anche dal re delle Due Sicilie e dal granduca di Toscana, entrambi preoccupati dall'espansionismo sabaudo. L'esercito piemontese si trovò così da solo destinato ad essere sconfitto nella battaglia di Custoza.
  • La battaglia di Goito

    La battaglia di Goito
    Nonostante gli errori, Carlo Alberto riuscì a sconfiggere gli austriaci nella battaglia di Goito. La sera stessa giungeva la notizia della caduta della fortezza di Peschiera. Milano, Venezia, Modena e Parma decretarono l'annessione al Piemonte.
  • Sconfitta di Custoza

    Sconfitta di Custoza
    A seguito della diserzione degli Alleati, i piemontesi rimangono da soli destinati ad essere sconfitti nella battaglia di Custoza contro gli austriaci. Così facendo, Carlo Alberto sarà costretto a firmare l'armistizio di Salasco.
  • L'armistizio di Salasco

    L'armistizio di Salasco
    Carlo Alberto firma l'armistizio con l'Austria ("Salasco", dal nome del generale che lo firmò a Vigevano). Gli austriaci rientravano a Milano.
  • Ferdinando II riconquista la Sicilia

    Ferdinando II riconquista la Sicilia
    Mentre era occupato nelle spedizioni militari, durante il marzo del 1848 la Sicilia aveva instaurato un governo provvisorio. Ferdinando II ordinò uno spietato bombardamento di Messina (da qui l'appellativo "Re Bomba"). Nono stante questo la Sicilia non si arrese: grazie alla mediazione inglese, ottenne una tregua che durò fino alla primavera dell'anno seguente.
  • Repubblica di Toscana

    Repubblica di Toscana
    Leopoldo II decise di abbandonare il granducato permettendo la nascita di un governo provvisorio retto da un TRIUMVIRATO:
    -Giuseppe Montanelli
    -Francesco Domenico Guerrazzi
    -Giuseppe Mazzoni Il compito era creare un'Assemblea costituente nazionale
  • Repubblica di Roma

    Repubblica di Roma
    Anche Pio IX, a causa delle forti tensioni interne, abbandona lo Stato pontificio così i democratici danno luogo a un governo provvisorio. Anche qui, come in Toscana, il governo fu affidato a un TRIUMVIRATO:
    -Aurelio Saffi
    -Carlo Armellini
    -Giuseppe Mazzini
  • Carlo Alberto riapre la guerra contro l'Austria

    Carlo Alberto riapre la guerra contro l'Austria
    Rimasto completamente isolato, Carlo Alberto riapre la guerra contro l'Austria. Si apre così la seconda fase della prima guerra d'indipendenza ma anche questa volta l'esercito piemontese verrà sconfitto (come a Custoza) a Novara (23 marzo).
  • Sconfitta di Novara

    Sconfitta di Novara
    L'esercito piemontese viene battuto dagli austriaci a Novara.
  • Carlo Alberto abdica

    Carlo Alberto abdica
    La sera stessa alla sconfitta di Novara (23 marzo), Carlo Alberto abdica, andando in esilio in Portogallo, a favore del figlio Vittorio Emanuele II che il 24 marzo firmerà con Radetzky l'armistizio di Vignale.
    Vittorio Emanuele II non abbandona le riforme che stavano trasformando il Piemonte in una monarchia liberale: mantiene lo Statuto albertino.
  • Armistizio di Vignale

    Armistizio di Vignale
    Vittorio Emanuele II (figlio di Carlo Alberto) firma l'armistizio di Vignale con il generale Radetzky, il quale lasciava immutati in confini piemontesi in cambio a contenere l'azione dei democratici in Italia.
  • Repubblica di Toscana ABBATTUTA

    Repubblica di Toscana ABBATTUTA
    Nell'aprile del 1849 i moderati guidati da GINO CAPPONI riuscirono a riprendere il controllo del governo in nome di Leopoldo II, che rientrò in Toscana durante l'estate.
  • Repubblica di Roma ABBATTUTA

    Repubblica di Roma ABBATTUTA
    Il papa inviò appelli a tutte le potenze cattoliche europee per inviare aiuti per ristabilire il suo potere. Spagna, Austria e Francia risposero: Luigi Napoleone inviò 7000 soldati francesi alle porte di Roma il 28 aprile. Per difendere la repubblica intervenirono volontari da tutta Europa come Garibaldi, Pisacane e Mameli (il quale morì il 30 giugno insieme a Luciano Manara). Quando i francesi entrano a Roma, Garibaldi fugge ma verrà arrestato il 6 settembre in Liguria ed esiliato.
  • Repubblica di Venezia ABBATTUTA

    Repubblica di Venezia ABBATTUTA
    Anche Venezia, dopo essersi fatta onore con le armi, si arrende.