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Viene sancita l'unificazione dell'Italia, con capitale del Regno Torino.
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Venne istituita ed estesa a tutto il Regno, per garantire una formazione culturale nazionale.
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L'esercito fu tuttavia represso dalle forze sotto l'invio di Rattazzi, lo stesso Garibaldi fu ferito.
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Consentì il libero scambio europeo, in quanto costituì l'unificazione del sistema monetario.
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Sanciva il rispetto dei confini dello Stato pontificio.
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Venne proposta da Bismarck, in funzione austriaca, così da acquisire il Veneto (possedimento austriaco) in caso di vittoria.
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La Prussia riesce a sconfiggere il fronte Austriaco nella battaglia di Sadowa, così che venne ceduto formalmente il Veneto alla Francia, che lo trasferì a sua volta al Regno d'Italia.
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Fu una spedizione mirata alla liberazione di Roma, che si rivelò però un fallimento per via di una scarsa partecipazione popolare. Inoltre, secondo Napoleone III, era stata violata la Convenzione di settembre.
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Introdotta dal ministro delle Finanze Quintino Sella, fu abbastanza iniqua in quanto non dipendeva dal reddito e colpiva soprattutto le classi più povere.
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Napoleone III venne sconfitto a Sedan e fatto prigioniero, così che ricordiamo proprio con questo avvenimento la fine dell'impero francese.
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Distruggendo le mura di Roma, l'esercito riesce ad entrare presso Porta Pia, così che pochi giorni dopo venne confermata attraverso un plebiscito l'annessione di Roma al Regno.
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Fu trasferita la capitale del Regno da Firenze a Roma
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Veniva riconosciuto al pontefice l'esercizio libero di potere spirituale su tutto il Regno.
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Si trovava a Pisa sotto un nome falso, per non farsi trovare dalla polizia italiana.
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Alle dimissioni di Minghetti, Vittorio Emanuele II incaricò Depretis di stare a capo dell'opposizione.
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Diretta da Stefano Jacini, esaminava le condizioni dell'agricoltura nel paese.
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Agiva in difesa della produzione agricola, attraverso istituzione di dazi protettivi su alcuni prodotti.
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Istituiva l'istruzione elementare obbligatoria.
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Fu affiancato dalla regina Margherita di Savoia.
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Stipulata tra Italia, Germania e Austria-Ungheria, sanciva l'intervento di difesa reciproca in caso di attacchi.
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Venne allargato il diritto di voto, così da far aumentare gli elettori
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Andrea Costa fu il primo esponente socialista alla Camera, durato in carica fino alla sua morte nel 1910.
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La Sinistra acquista la baia di Assab dalla compagnia del Rubattino.
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Crispi fu un moderato di Sinistra: conquistò la fiducia del re e proprio per questo ottenne la guida del Parlamento.
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Suscitò la reazione della Francia, dando inizio ad una "guerra delle tariffe", causata da un inasprimento dei prezzi doganali sulle merci.
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Stipulato fra il Regno d'Italia e l'Impero d'Etiopia era volto a regolare i rapporti tra i due Stati e riconosceva le recenti acquisizioni territoriali italiane in Eritrea.
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Aboliva la pena di morte, introduceva l'ergastolo, interveniva nei rapporti tra Stato e Chiesa e riconosceva il diritto di sciopero.
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Il governo di Crispi, messo in minoranza su una proposta di legge di inasprimento fiscale, venne sostituito prima da di Rudinì e successivamente fu nominato Primo Ministro Giolitti.
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Fondato a Genova, il suo nome nel 1893 venne cambiato in Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, mentre al congresso di Parma del 1895 assunse il nome definitivo di Partito Socialista Italiano.
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Lo scandalo riguardava l'operato di alcuni direttori della banca precedenti, che avevano emesso banconote false per circa 40 milioni di lire.
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Si combatté nei dintorni della città etiope di Adua tra le forze italiane e l'esercito abissino del negus Menelik II. Gli italiani subirono una pesante sconfitta, che arrestò per molti anni le ambizioni coloniali sul corno d'Africa.
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Accordo firmato tra il Regno d'Italia e l'Impero d'Etiopia, venivano riconosciuti i confini italo-abissini e venivano liberati i prigionieri reduci dalla battaglia di Adua.
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Con ''eccidio'' si intendono quei moti che colpirono Milano nel maggio: furono rivolte di una parte della popolazione contro il governo. Conseguenza di ciò fu il soffocamento di ogni forma di protesta da parte del generale Fiorenzo Bava Beccaris, che ordinò di sparare sulla folla.
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Volendo vendicarsi del comportamento del re durante l'eccidio di Milano, l'anarchico Giuseppe Bresci uccise il re a Monza.