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Torquato Tasso, figlio di Bernardo Tasso, nasce a Sorrento da una nobile famiglia Bergamasca.
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Il giovane si trasferisce ad Urbino ove viene iniziato alla vita di corte, molto importante nella sua vita futura.
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Tasso si trasferisce a Venezia insieme al padre e nella città assediata dai Turchi, trova l'ispirazione, a soli quindici anni, per la stesura della prima parte dell'opera "Gierusalemme".
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Il poeta si trasferisce a Padova dove inizia gli studi di diritto e successivamente di filosofia e letteratura.
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Tasso decide, a diciotto anni di scrivere un poema epico-cavalleresco e di iniziare a scrivere rime per Lucrezia Bendidio, dama della duchessa Eleonora d'Este.
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A Padova cominciò a frequentare le accademie precedentemente degli infiammati e successivamente degli eteri. Entrambe le esperienze segnarono la sua formazione intellettuale che gli risulterà necessaria negli anni a venire.
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Il letterato passa al servizio del duca come stipendiato, è questo il periodo più leggere e allegro per Tasso in quanto senza l'oppressione di particolari incombenze di corte riesce a dedicarsi alle sue passioni letterarie.
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Stimolato dall'ambiente dal quale era circondato, il poeta conclude il poema sulla crociata e riesce a leggerlo al Duca.
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A causa della conclusione del poema si rompe l'equilibrio della sua vita interiore. E' perseguitato della mania nel cercare di rendere l'opera perfettamente aderente ai canoni letterari e religiosi del tempo.
Si reca perfino a Roma nel 1575 per farla visionare da un gruppo di letterati. -
Alla sua già tediante fissazione letteraria per l'opera appena compiuta, vennero a sommarsi pesanti scrupoli religiosi, tanto da decidere di sottoporsi volontariamente all'inquisizione nel 1577.
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Tasso decide di tornare a Ferrara dopo un breve periodo a Sorrento, la fredda accoglienze gli provoca però una crisi di follia tanto da essere rinchiuso nell'ospedale di Sant'Anna dal Duca.
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Tasso nei sette anni di chiusura forzata nell'ospedale di Sant'Anna, scrisse numerose rime, lettere e gran parte dei Dialoghi.
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Lo scrittore viene assunto dal Duca Gonzaga che lo prende sotto la sua custodia, ponendo quindi fine alla sua prigionia.
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Dopo sette anni di reclusione gli venne concessa una certa libertà che gli permise di riaprirsi parzialmente al mondo, tuttavia egli era afflitto da mali fisici e psichici; era turbato da incubi ed allucinazioni e dimostrava tendenze autopunitive.
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Nei suoi ultimi anni di vita il poeta alterna soggiorni a Roma e a Napoli, giunge alla conclusione della Gierusalemme Conquistata nel 1593.
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Nel 1954 viene poi chiamato, a Roma, da papa Clemente VIII che gli propose l'incoronazione poetica, che però non ricevette a causa della malattia che lo colpì.
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Decise quindi il ritiro nel convento si Sant'Onofrio ove morì nel 1595.