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Mutina era collocata lungo la via Emilia, che univa Rimini e Piacenza, realizzata da Marco Emilio Lepido.
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Nel 387, durante una guerra civile, Sant'Ambrogio, vede Modena, Bologna e Reggio come città distrutte.
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In quegli anni era lui il destinato a incarnare la speranza dei modenesi. Fu acclamato santo e patrono della città sin dalla sua morte. fu sepolto fuori dalla città.
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Modena venne abbandonata, a causa delle numerose inondazioni dei fiumi Secchia e Panaro. Gli abitanti si rifugiarono nel borgo più vicino, che venne chiamato anche Cittageminiana.
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Tornò a ripopolarsi intorno alla sede vescovile, che aveva assunto la guida della città e il vescovo Leodonio la fece ristrutturare.
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Il 23 Maggio 1099 è la data di fondazione, riportata sulla lapide murata all'esterno ed è la stessa che indica anche il nome dell'architetto, Lanfranco. La cattedrale viene terminata nel 1184, anno in cui verrà consacrata da parte di papa Lucio III.
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vi è presente anche la lastra raffigurante Elia ed Enoch che sorreggono una lapide che fa riferimento alla data di fondazione della cattedrale ed alla figura di Wiligelmo.
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Il duomo non era solo la casa di Dio, ma si tenevano le adunanze e i consigli dei comuni. In piazza Grande si teneva uno dei mercati più importanti del Nord Italia.
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Ne danno testimonianza le unità di misura campione, incise sulla parte esterna dell'abside, che originariamente si trovavano sul basamento della statua della "bonissima". • Passo comune modenese = 1,27 m • Pertica= 3,13829 m • Mattone • Coppo.
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Lo si può dedurre dalle antiche misure con cui venne progettato il duomo.
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Modena ghibellina viene sconfitta dalla Bologna guelfa, facendo tornare al potere il partito filovescovile, capitanato da Alberto Boschetti.
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A causa di lotte fra famiglie nobili locali, si sono dedotti tutti a Obizzo II d'Este, marchese di Ferrara.
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Ricevette dall'imperatore Federico III il titolo di duca di Modena e di Reggio.
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Lo Stato Estense perde Ferrara e il suo territorio per estinzione della linea diretta della casata, che
quindi vede assurgere Modena a ruolo di capitale del futuro omonimo ducato, guidato da Cesare
d'Este. -
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Napoleone entra a Modena. Fu acclamato dai cittadini modenesi, che distruggono le statue degli Este e innalzano in piazza Grande l'"albero della Libertà". A questo periodo risalgono le enormi spoliazioni napoleoniche del ducato di Modena, collezioni di opere d'arte, beni archivistici e librari, ecc.
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Dopo la sconfitta di Napoleone, il ducato di Modena è assegnato a Francesco IV d'Asburgo-Este.
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figura di rivoluzionario e di eroe, sarebbe diventato nella coscienza degli italiani dell'Ottocento un grande patriota. Fu considerato un precursore non solo dei moti del 1831 ma anche dell'intero Risorgimento. Viene condannato a morte dopo il fallimento di un'insurrezione liberale, i moti modenesi del 31'.
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Dopo la seconda guerra d'indipendenza, Francesco V d'Asburgo d'Este è costretto a fuggire, quindi la cittadinanza di Modena viene sottomessa da Vittorio Emanuele II.