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Tiberio Gracco viene eletto tribuno della plebe e fece una riforma agraria che prevedeva il divieto di vendere la terra ottenuta; stabiliva che l'agro pubblico apparteneva allo stato e i privati avevano l'usufrutto; ogni privato aveva un limite di 500 iugeri + 250 iugeri per ogni figlio fino ad un massimo di 1000, chi ne possedeva di più doveva restituire l'eccesso allo stato che si occupava di distribuirlo ai plebei indigenti.
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Tiberio Gracco presentò di nuovo la propria candidatura a tribuno della plebe, fu la goccia che fece traboccare il vaso perchè il senato lo accusò di voler costruire un potere personale e organizzò una serie di tumulti duranti i quali furono uccisi Tiberio e altri 300 seguaci.
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Gaio Gracco viene eletto tribuno della plebe. Prima di attuare le numerose riforme che aveva in mente cercò di stringere solide alleanze. Per prima cosa ripropose la legge del fratello; fece approvare una legge frumentaria ovvero la distribuzione di grano a prezzo fisso e ridotto alla plebe nullatenente di Roma; come seconda cosa fece approvare una legge che permetteva ai cavalieri di far parte dei tribunali infine voleva dare la cittadinanza ai popoli italici.
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Gaio Gracco si tolse la vita facendosi uccidere da un servo.
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Il senato dichiarò guerra a Giugurta autoproclamatosi Re dopo aver eliminato i cugini e ucciso la popolazione di Cirta.
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Mario, l'uomo nuovo (primo della sua famiglia a diventare console) mise in atto una riforma dell'esercito che preveda l'arruolamento volontario di latini e nullatenenti in cambio di una paga, armi ed equipaggiamento. Inoltre riorganizzò le legioni che furono suddivise in dieci coorti. In questo modo l'esercito di Roma diventò professionale e permanente.
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Le popolazioni italiche si ribellarono perchè volevano ottenere la cittadinanza. Roma inviò il generale Silla a sedare la rivolta, accompagnato da Mario. La rivolta venne repressa, ma il senato dovette concedere agli italici la cittadinanza.
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Nell'88 a.C. il re del Ponto, Mitridate VI occupò la provincia d'Asia e la Grecia; Roma rispose inviando un esercito guidato da Silla. I popolari intendevano sostituire Silla con Mario. Silla a quel punto marciò su Roma realizzando un colpo di stato. Nell'83 scoppia la guerra civile che si concluse nell'82 a.C.
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Silla si fece nominare dittatore a tempo indeterminato; eliminò gli oppositori politici attraverso le liste di proscrizione. Si dedicò a riformare le istituzioni romane.
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