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Leopardi nasce da una famiglia appartenente alla nobiltà dello stato pontificio.
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In questa biblioteca Leopardi sviluppa un'acuta immaginazione e un culto per gli eroi antichi. Gran parte della biblioteca era riservato alla letteratura classica, alla filologia e alla letteratura e alla filosofia del settecento.
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Essendosi appassionato nel corso dei suoi anni d'infanzia alla scrittura, Leopardi cominciò a comporre operette a soli dieci anni.
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Dagli undici ai diciotto anni Leopardi si dedica senza sosta ad accurate ricerche in campo filologico, e approfondisce anche le sue conoscenze scientifiche e filosofiche, e intanto continua a scrivere operette, trattati e si occupa anche della traduzione dei testi classici. Questi sette anni però peggiorano lo stato fisico di Leopardi, già debole in precedenza(aveva due gobbe e una salute cagionevole).
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Avviene una vera e propria "conversione letteraria". Leopardi si appassiona sempre di più al "bello" e si dedica a nuovi esperimenti di traduzione e nuove prove poetiche (per esempio l'idillio "Le rimembranze" e la cantica "Appressamento della morte").
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Leopardi soffre per l'autoritarismo della famiglia, per la sua condizione fisica e per la mancanza dell'amore.
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Giordani era uno scrittore più grande di Leopardi, e lo riporta sulla scrittura classicistica e illuministica, allontanandolo dalla ideologie reazionarie del padre.
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Durante una visita a Recanati da parte della cugina del padre, Leopardi prova un sentimento d'amore, che manifesta solo nel "Diario del primo amore" e nell'"Elegia prima".
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All'interno di quest'opera Leopardi esprime la sua insofferenza verso il presente e verso la sua società, che sentiva lontana dai veri valori della natura. Questa posizione prende il nome di "pessimismo storico". Nell'opera Leopardi spiega che la poesia viene vista come un ritorno alla vitalità della natura antica.
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Leopardi scrive "All'Italia" e "Sopra il monumento di Dante che si preparava a Firenze".
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Leopardi prepara la fuga dalla sua casa di Recanati, ma viene scoperto dal padre. La disperazione che lo avvolse in seguito a questo evento lo fece distaccare dalla religione e lo avvicinò alla filosofia materialistica.
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Leopardi si allontana da Recanati e va dagli zii Antici a Roma, ma questo suo soggiorno si rivela un'ulteriore delusione. Durante questo periodo scrive spesso ai suoi parenti, non si emoziona davanti a monumenti a non si sente accolto dall'ambiente letterario romano, mentre trova stimolanti i rapporti con studiosi stranieri. Il suo pessimismo da storico diventa cosmico. La partecipazione olitica e l'impegno si rivelano inutili poiché la natura trama contro la felicità dell'uomo.
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Leopardi scrive l'ultima canzone "Alla sua donna".
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L'opera venne pubblicata a Bologna.
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Leopardi riesce ad allontanarsi di nuovo da Recanati e si sposta a Milano, dove lavora presso l'Editore Stella, dove completa delle opere di Cicerone. Inoltre incontra il poeta e drammaturgo Vincenzo Monti.
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A Bologna lavora ad un commento a Petrarca e frequenta alcuni personaggi importanti nell'ambiente letterario della città, come il conte Carlo Pepoli, la contessa Teresa Carniani Malvezzi, di cui si innamora senza essere ricambiato.
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Torna nel paese d'origine dopo essere stato a Milano e a Bologna.
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Gli Idilli furono raccolti nel volume Versi e pubblicati a Bologna.
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A Firenze Leopardi viene accolto dal gruppo di Antologia, periodico di letteratura e politica, e da Giovan Pietro Vieusseux. Leopardi, tra i tanti intellettuali e scrittori, entra in contatto con Alessandro Manzoni.
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Leopardi scrive il "Dialogo tra Plotino e Porfirio", "Il risorgimento" e "A Silvia" (si trovava a Pisa).
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A Firenze incontra Vincenzo Gioberti, il quale lo riaccompagna a Recanati.
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In questo periodo soffre molto, ma scrive anche quattro dei suoi canti più noti: "Le ricordanze", "La quiete dopo la tempesta", "Il sabato del villaggio", "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia".
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Aiutato economicamente da alcuni suoi amici, torna a Firenze, dove vive a stretto contatto con conoscenti. Vuole farsi conoscere ed esprimere il suo pensiero. Conosce la nobildonna Fanny Targioni Tozzetti, la quale si trasferisce a casa dello scrittore Antonio Ranieri.
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Per seguire questo suo amico Leopardi soggiorna a Roma per poi tornare a Firenze
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Il confronto con la cultura e con le persone del suo tempo rende Leopardi ancora più sofferente e pessimista, ma l'amore per Fanny Targioni Tozzetti gli ispira un gruppo di canti ricordati come "Ciclo di Aspasia", ma la donna lo respinge. Oltre all'ennesima delusione, Leopardi soffre di una malattia agli occhi che non fa che peggiorare.
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Oltre a loro due si trasferisce anche la sorella di Ranieri, Paolina. A Napoli Leopardi sembra trovare un clima più sereno. Lavora ai "Paralipomeni della Batracomiomachia" e sistema la nuova edizione dei canti che pubblicherà più avanti.
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Questa nuova edizione dei canti verrà sequestrata dalla polizia borbonica nel 1836.
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L'avvocato possedeva una casa ai piedi del Vesuvio, tra Torre del Greco e Torre Annunziata. In questa villetta sembra che Leopardi sembra aver ritrovato la voglia di vivere. Durante questo periodo compone "La ginestra" e "Il tramonto della Luna".
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Lo scrittore viene sepolto nella chiesetta di San Vitale.