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Maschere egizie (Tutankhamon)
Esse rappresentano il vero volto del defunto e servivano da lasciapassare per il paradiso degli antichi egizi. Il colore dorato della maschera era dovuto alla concezione che gli antichi egizi avevano delle divinità: le immaginavano con carni d'oro e capelli di lapislazzuli. -
Le maschere africane hanno avuto nel tempo una funzione essenzialmente rituale e cerimoniale molto importante nelle tradizioni dei popoli dell’Africa Sub-Sahariana, e anche se le implicazioni simboliche associate ad ogni maschera variano molto, esistono alcuni tratti comuni a quasi tutte le culture africane. La persona che veste una maschera rituale perde concettualmente la propria essenza umana e si trasforma nello spirito rappresentato dalla maschera stessa. -
Nel Teatro Greco le maschere furono introdotte da Tespi, l’inventore della tragedia, nel 530 a.C. Le maschere greche tipiche sia dei drammi che delle commedie del teatro antico, hanno varie funzioni e rappresentano stati d’animo ogni volta diversi.
Le facce rappresentate sulle maschere dell’epoca erano quelle tristi delle tragedie e quelle allegre della commedia. Entrambe rappresentano i due distinti caratteri di Dionisio pieno di gioia e convivialità ma anche incline alla grande tristezza. -
Verso la metà del III secolo a. C. il mondo romano entrava in contatto con la commedia e la tragedia greche, contatto di cui si deve il merito anzitutto a Livio Andronico. Così negli spettacoli teatrali vengono introdotte, sull’esempio greco, le maschere. Quelle romane erano un poco più grandi, con i lineamenti del volto più marcati. Come nel teatro greco le maschere romane rappresentavano la tristezza e il dramma (nella tragedia) e la gioia l'irriverenza, l'ironia (nella commedia).