La storia dell'industria italiana

  • Le prime industrie

    Le prime industrie italiane (tessili) sorsero intorno alla metà dell'ottocento, lungo i fiumi prealpini della Lombardia, del Piemonte e del Veneto. Erano costituiti da stabilimenti di piccole dimensioni le cui macchine erano azionate dalla forza dell'acqua (energia idraulica), pochissimi impianti funzionavano a vapore.
  • La grande industria meccanica: siderurgica, chimica e cantieristica

    In questo periodo nel nostro paese s'iniziò ad usare l'energia idroelettrica prodotta dalle turbine azionate ad acqua. L'elettricità cosi prodotta era facile da trasportare tramite fili e ciò consentì la localizzazione delle nuove industrie lontano dai fiumi. Sorsero industrie presso le grandi città del Nord Italia (Milano e Torino) o alla periferia di esse.
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  • Localizzazione di alcune industrie

    La localizzazione di alcune industrie, come quella automobilistica, in determinate aree geografiche era conveniente per la necessità di trovare operai. Durante la Prima Guerra Mondiale (1915/1918) si consolidarono le industrie di materiali bellici e attrezzature per l'esercito.
  • Conseguenze della Seconda Guerra Mondiale

    La Seconda Guerra Mondiale ebbe conseguenze estremamente negative per l'apparato industriale italiano, in linea di massima venne quasi completamente distrutto dai bombardamenti proprio come il resto del paese (strade, ferrovie, fabbriche, abitazioni)
  • Italia potenza mondiale: il MIRACOLO INDUSTRIALE

    Tra il 1955 e il 1963 l'Italia vive una crescita economica molto elevata e rapida. Per questo periodo viene usata l'espressione "miracolo economico" o "boom economico".
    L'espansione dell'industria italiana riguardò i settori: siderurgico, meccanico (per esempio l'automobilistico con la FIAT) e chimico; questi settori lavoravano soprattutto per l'esportazione , tuttora caratteristica dell'industria italiana
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  • Il triangolo industriale: Milano-Torino-Genova

    Lo sviluppo industriale fu reso possibile dall'abbondante manodopera resa possibile da una grande migrazione interna: tra gli anni '50 e '60 milioni di contadini del sud (ma anche di zone meno ricche del Nord) si trasferirono nel triangolo industriale, divennero così operai dell'industria settentrionale. Il decollo fu reso possibile anche dal basso costo delle materie prime in particolare del petrolio.
    Dall'altra parte, però, le differenze tra Nord e Sud si acuirono
  • Nascita del Made in Italy

    Dopo la crisi degli anni '70, nel decennio successivo le regioni del Centro e del Nord-Est (in particolare Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Veneto) furono interessate da un intenso sviluppo industriale. Qui si diffusero molte piccole e medie imprese operanti nei settori tessile, alimentare, del mobile, delle calzature, della ceramica e dell'abbigliamento, cioè nel cosiddetto MADE IN ITALY
  • Nuova localizzazione industriale: Centro e Nord-Est

    Nuova localizzazione dell'industria italiana: si abbandonano le città del triangolo (per l'elevato costo di produzione dei prodotti) per insediarsi in aree rimaste fino a quel momento zone agricole.
    Si sviluppa cosi la piccola e media industria nelle regioni centrali e del nord-est. caratterizzata anche da manodopera disposta a lavorare a domicilio (nella propria abitazione) e con retribuzione in nero, in quanto come secondo lavoro da affiancare all'attività agricola
  • 4000 medie imprese

    Negli ultimi 10 anni si è consolidato un gruppo di circa 4000 imprese localizzate soprattutto tra il Centro Italia e il Nord-Est che ha retto bene la crisi economica e ottenuto un notevole successo internazionale, incrementando le esportazioni del Made in Italy
  • La crisi industriale dovuta al Covid-19