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Catilina tentò di competere per il consolato ma la sua candidatura fu respinta a causa di un'accusa di concussione relativa al periodo della propretura in Africa
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Catilina si candidò con un programma radicalmente "popolare" che prevedeva la cancellazione dei debiti e la distribuzione di terre ai nullatenenti. Fu sconfitto da Cicerone e Gaio Antonio Hybrida.
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L'accesso gli fu impedito da Cicerone che fece rinviare le elezioni, prevedendo disordini e violenze
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Il 21 ottobre, il Senato, informato che i congiurati stavano reclutando un esercito in Etruria per compiere il colpo di Stato, dichiarò stato di emergenza e conferì poteri dittatoriali ai Consoli
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La notte tra il 6 e il 7 novembre, i capi della congiura si riunirono a casa di Marco Leca per definire i dettagli del piano
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La notte del 7 novembre sarebbe dovuto avvenire l'omicidio di Cicerone, il quale, informato da Fulvia, riuscì a sottrarsi dai sicari.
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In data 8-9 novembre, Cicerone pronunciò le prime due Catilinariae, denunciando il piano eversivo e esponendo i dettagli della congiura.
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Dopo l'arresto dei catilinari presenti a Roma avvenuto la notte tra il 2 e il 3 dicembre, Cicerone informò il popolo dell'arresto.
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Il 5 dicembre il Senato decretò la condanna a morte dei catilinari che fu eseguita la notte successiva. (Siccome non fu consentito agli imputati di appellarsi al popolo, Cicerone venne condannato all'esilio nel 58 a.C. per l'irregolarità della procedura)
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A Pistoia, i catilinari subirono una pesante sconfitta contro due contingenti militari e Catilina morì combattendo valorosamente.