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Durante il periodo della conquista romana dei paesi del Mediterraneo (264-31 a.C.) furono condotti schiavi a Roma e in Italia: tra cui abitanti di Taranto, Sardi, abitanti dell'Epiro, Cartaginesi, Corinzi, popolazioni della Spagna, Cimbri, Teutoni, asiatici e Galli.
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All'inizio del II sec. a.C. erano poche le famiglie romane che possedevano più di uno schiavo, ma già verso la fine di questo secolo, dopo la fine delle guerre puniche, gli schiavi aumentarono così tanto da alterare i rapporti tra schiavo e padrone.
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La prima significativa rivolta armata di schiavi si ebbe in Sicilia nel 137 a.C. Erano stati importati dalla Siria, dalla Grecia, dalla Cilicia, e mandati a lavorare nei campi e nelle miniere. S'impadronirono della città di Enna. In tutto i rivoltosi arrivarono a 200.000.
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In Sicilia si ebbe una seconda rivolta nel 104 a.C., nei pressi di Eraclea, con la sollevazione di 80 schiavi a cui si unirono altri 20.000 fanti e 2.000 cavalieri. Elessero re lo schiavo Salvio, che prese il nome di Trifone.
A questi schiavi se ne unirono altri 10.000 raccolti e insieme fortificarono la città di Triocala. Riuscirono a vincere contro le legioni dei pretori Lucullo e Servilio, ma non a quelle del console Aquilio che nel 101 li vinse. -
La guerra di Spartaco o terza guerra servile fu una guerra combattuta tra la Repubblica romana e un esercito di schiavi ribelli tra il 73 e il 71 a.C. in Italia; la guerra terminò con la vittoria dell'esercito romano, comandato da Marco Licinio Crasso.
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Durante il periodo della pax romana: con Augusto continuano e conquiste e l'arrivo di schiavi a basso prezzo; Tiberio invece preferisce non conquistare la Germania, ma aumentare il numero degli schiavi perché più conveniente; Vespasiano e Tito distruggono Gerusalemme e portano a Roma migliaia di schiavi ebrei; Traiano occupa la Dacia e l'Armenia e da qui arrivano 50.000 schiavi, questa fu l'ultima grande conquista di schiavi.
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La legge Iunia Norbana regolava la situazione degli schiavi liberati: potevano disporre di beni propri, ma non potevano lasciarli in testamento.
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Le famiglie con uno schiavo solo non esistevano più: o non li compravano perché costavano troppo, oppure ne possedevano molti di più. Due era il numero minimo, ma la media era di otto.
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Durante il periodo della crisi dell'impero c'è una riduzione di nuove popolazioni in schiavitù, il numero degli schiavi diminuisce, perché ha termine l'espansione dell'impero e anche perché si cerca di trasformare la schiavitù in colonato o in servaggio.