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Lungo le rive del Nilo, nel IV millennio a.C. si sviluppa la civiltà egizia, suddivisa in ALTO EGITTO (alto corso del fiume) e BASSO EGITTO (zona del delta del fiume).
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Il faraone Menes unifica i due regni. Per ragioni geografiche la civiltà egizia rimase indipendente per millenni (era isolata dal deserto e dalle paludi) e autosufficiente (la ricchezza era dovuta alla fiorente agricoltura derivante dallo sfruttamento delle risorse del fiume).
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Fu una fase di pace e prosperità, caratterizzata da grandiosi lavori pubblici: dighe, canali, piramidi.
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Alla fine dell'Antico Regno, a causa della ribellione di signori locali e sacerdoti contro il potere del faraone scoppiò una guerra civile che durò un secolo. Prese il potere una nuova dinastia di faraoni, i principi di Tebe, che riportò pace e unità nel paese.
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Nuova fase di prosperità e unità. Fiorirono gli scambi commerciali con l'area mediterranea e furono realizzate grandi bonifiche delle paludi.
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Assoggettarono il Basso Egitto e imposero tributi alla popolazione.
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Dopo circa due secoli di dominio degli hyksos, i faraoni di Tebe li cacciarono dando inizio al Nuovo Regno, età di massimo splendore dell'Egitto. Ci fu una notevole espansione territoriale (Siria, Palestina, Fenicia). Fiorirono l'agricoltura e i commerci. Vi era lusso e ricchezza.
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Fu un grande faraone, riuscì a bloccare l'espansione degli hittiti che minacciavano di espandersi verso l'Egitto (battaglia di Kadesh, 1278 a.C.).
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Alla fine del regno di Ramses II, l'Egitto conobbe una fase di lento declino: fu attaccato da nuovi invasori, perse i territori asiatici conquistati. Fu in seguito dominato da Assiri, Persiani (VI sec. a.C.), Macedoni di Alessandro Magno (332 a.C., IV a.C.) e infine dai Romani che resero l'Egitto una provincia romana (30 a.C. dopo la sconfitta e la morte di Cleopatra).