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Gaio Giulio Cesare venne assassinato a opera di un gruppo di circa venti senatori che si consideravano custodi e difensori della tradizione e dell'ordinamento repubblicano e che, per loro cultura e formazione, erano contrari a ogni forma di potere personale. Temendo la fama e il potere e pensando che Cesare volesse farsi re di Roma, un numero variabile di circa 60 o 80 senatori, guidati da «Gaio Cassio, Marco e Decimo Bruto», congiurarono per uccidere il dictator. -
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Antonio prese in mano la situazione in quanto venne designato da Cesare come console e menzionato nel suo testamento di morte, si fece consegnare da Calpurnia, vedova del dictator, le carte politiche e il denaro liquido di quest'ultimo. -
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Con la lex Titia del 27 novembre del 43 a.C. nasceva il secondo triumvirato.Secondo l'opinione di alcuni storici, questa data segna la fine della Repubblica romana. I nuovi padroni di Roma scatenarono il terrore con le liste di proscrizione: a centinaia furono uccisi e i loro beni confiscati, in un'opera di epurazione che, oltre a eliminare nemici e oppositori, aveva come scopo principale quello di procurarsi i fondi con cui pagare i soldati delle 43 legioni dei triumviri. -
Dopo che il Senato gli rifiutò i fondi per pagare i soldati, Ottaviano, ruppe con la suprema assemblea romana e presentò la propria candidatura a console che non venne accettata poiché non aveva l'età legale minima per aspirare a questa carica. Ottaviano marciò con le truppe su Roma, vi entrò e divenne console: fece ratificare con una legge la sua adozione da parte di Cesare, fece annullare l'amnistia che era stata concessa ai cesaricidi e istituì un tribunale speciale per giudicarli. -
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I triumviri rivolsero la loro attenzione ai cesaricidi che si erano rafforzati militarmente in Oriente. Le forze di Antonio e Ottaviano si scontrarono con quelle di Bruto e Cassio nella località macedone di Filippi. In realtà ci furono due battaglie. Nella prima, Antonio sconfisse Cassio, che si tolse la vita, mentre le forze di Bruto ebbero la meglio su quelle di Ottaviano. Tre settimane dopo avvenne il secondo scontro nel quale Bruto fu battuto. Anche lui decise quindi di suicidarsi. -
«Quando nei pressi di Bologna si riunirono le truppe dei triumviri, un'aquila, posàtasi sulla sua tenda, sopraffece e gettò a terra due corvi che la attaccavano da una parte e dall'altra: tutto l'esercito intese che un giorno o l'altro ci sarebbe stata tra i colleghi quella discordia che poi effettivamente ci fu, e ne presagì l'esito.»
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Mentre Marco Antonio era in Oriente, suo fratello Lucio Antonio entrò in Senato chiedendo l’imperium per muovere contro Ottaviano che stava subendo già non poche confische territoriali a causa del debito con i suoi soldati. Il Senato cedette alle argomentazioni di Lucio che dichiarava che il fratello avrebbe restaurato la Repubblica. Lucio cercò un attacco ma venne assediato dalle truppe di Ottaviano nella città di Perugia dove si arrese nell’inverno tra il 41 e il 40 a.C. -
Ottaviano si vendicò sterminando l'aristocrazia della città etrusca, lasciò a Lucio il governatorato della Spagna e inviò in Gallia il suo luogotenente Quinto Salvidieno Rufo che prese il controllo delle undici legioni che si trovavano in quella provincia e che erano rimaste prive di capi dopo la morte del loro comandante seguace di Lucio Antonio. In questo modo Ottaviano si impossessò di tutto l'Occidente romano. -
Marco Antonio venne a scoprire solo quando arrivò ad Atene degli eventi accaduti a Perugia e si mise subito in moto con una nuova coalizione composta da Sesto Pompeo e Domizio Enobarbo che gli garantiva una schiacciante superioritá navale. Arrivato in Italia assediando il porto di Brindisi, Antonio accettò le giustificazioni addotte da Ottaviano per motivare le proprie azioni e giunsero ad un nuovo accordo che prese il nome di Pace di Brindisi, garantita dal matrimonio tra Antonio e Ottavia. -
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Sesto Pompeo, cesaricidio, occupò la Sicilia e, affiancato da molti altri cesaricidi e da un esercito datogli precedentemente dal Senato, mise in opera un blocco navale per Roma, che si trovò senza rifornimenti granari. Ottaviano partì e venne sconfitto in uno scontro navale riportando grandi perdite. Ottaviano chiamò Antonio e un suo legato in aiuto che gli inviarono le truppe necessarie a sconfiggere Pompeo a Nauloco. Fuggito in Oriente, Pompeo fu giustiziato da un ufficiale di Antonio. -
«Trattenutosi a Brindisi non più di ventisette giorni - il tempo che gli occorse per regolare ogni cosa secondo i desideri dei soldati -, costeggiando l'Asia e la Siria puntò sull'Egitto.»
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«La guerra di Sicilia fu tra le prime che intraprese, ma la trascinò a lungo, interrompendola ripetutamente, ora per ricostituire la flotta, che aveva perduto in due naufragi, per di più d'estate, ora concludendo una pace, richiesta con insistenza dal popolo per l'interruzione dei rifornimenti di viveri e per la conseguente fame che si aggravava.»
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Antonio tornò in Oriente riprendendo i piani di Cesare di conquistare i territori appartenenti ai parti. Tornato in Egitto ripudiò Ottavia e riallacciò la relazione amorosa con Cleopatra. La prima spedizione contro i parti fallì nel 36 a.C. mentre la seconda del 34 ebbe risultati molto limitati. Nel 34 a.C. Antonio dichiarò Cesarione (suo primogenito con Cleopatra) legittimo erede di Cesare, sua madre ottenne il titolo di regina regum e i fratelli regnarono sulle zone dell’Oriente. -
Ottaviano non rinnovò il triumvirato, leso dal tradimento di Ottavia e della Repubblica da parte di Antonio e lo dichiarò nemico pubblico, inviando in Oriente suoi parenti e amici. Nel 31 a.C ottenne il consolato e la dichiarazione di Guerra contro Cleopatra che si era spostata in Grecia con Antonio e l’esercito. Lo scontro finale avvenne il 2/9/31 ad Azio dove Cleopatra e Antonio furono costretti a ritirarsi in Egitto. Nel 30 a.C, Ottaviano assediò Alessandria ordinando ad Antonio il suicidio. -
«Perché il ricordo della sua vittoria ad Azio fosse più glorioso anche per l'avvenire, fondò presso Azio la città di Nicòpoli, e in essa istituì giochi quinquennali; inoltre ingrandì l'antico tempio di Apollo e consacrò a Nettuno e a Marte il luogo dell'accampamento da lui usato, adorno di trofei navali.»
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«L'alleanza con Marco Antonio era sempre stata dubbia e incerta, mal rabberciata da varie riconciliazioni: alla fine egli la ruppe definitivamente, e, per meglio dimostrare che si trattava di un cittadino degenere, fece aprire e leggere pubblicamente il testamento che quello aveva lasciato a Roma designando tra gli eredi anche i figli avuti da Cleopatra.»