IL VOTO ALLE DONNE IN ITALIA E IN EUROPA

  • Repubblica Corsa

    dopo il proclama di indipendenza venne stilata una Costituzione (costituzione paolina) scritta secondo i principi dell'Illuminismo e comprendeva il suffragio femminile.
    La repubblica corsa terminò nel 1770 con la conquista dell'isola da parte della Francia
  • Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina

    Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina
    pubblicato due anni dopo la Rivoluzione sul modello della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino chiede la piena assimilazione legale, politica e sociale delle donne. L'autrice, Olympe de Gouges, fu una delle prime a sostenere l'uguaglianza di genere
  • La Repubblica Romana

    Nata a seguito dei moti rivoluzionari del 1848, seppur di vita brevissima per l'intervento francese che ristabilì l'ordinamento pontificio, fu banco di prova per nuove idee democratiche e la Costituzione della Repubblica Romana, approvata il 1° Luglio del 1849, fu innovativa per il suo tempo. In essa, oltre ad affermare il principio che la fede religiosa fosse irrilevante per l'esercizio dei diritti civili e politici venne istituito il suffragio universale
  • Anna Maria Mozzoni

    Anna Maria Mozzoni
    La più importante femminista italiana dell'Ottocento presenta una petizione al Parlamento del Regno d'Italia per il voto alle donne rivendicando " perché siamo cittadine, perché paghiamo tasse e imposte, perché siamo produttrici di ricchezza, perché paghiamo l'imposta del sangue nei dolori della maternità, perché infine portiamo il contributo dell'opera e del denaro al funzionamento dello Stato".
  • Dieci maestre marchigiane

    Dieci maestre marchigiane
    Maria Montessori pubblicò sul giornale La Vita un appello nel quale invitava le donne italiane ad iscriversi nelle liste elettorali politiche, visto che nessuna legge lo vietava espressamente. Vennero bocciate tutte le richieste tranne ad Ancona, dove la sentenza della Corte d'appello presieduta dal futuro ministro della Giustizia Lodovico Mortara accorda a dieci maestre marchigiane il diritto di voto (in seguito cancellato dalla Corte di appello di Roma prima di poterlo esercitare)
  • Finlandia

    il Granducato di Finlandia, facente parte dell'Impero russo sino al 1917, fu il primo al mondo a concedere diritti senza alcuna restrizione in campo di voto e di elezione alle donne. Nel 1907 per la prima volta al mondo furono elette al Parlamento 19 deputate
  • Le suffragette inglesi

    Le suffragette inglesi
  • Le prime parlamentari al mondo

    Le prime parlamentari al mondo
  • Norvegia

    punto di arrivo di una progressiva estensione del diritto di voto alle donne iniziato a fine '800. Dal 1907 le donne che potevano disporre di un reddito proprio (o sposate con un elettore) poterono partecipare alle elezioni nazionali e nel 1911 venne eletta la prima donna al Parlamento
  • Danimarca ed Islanda

  • Russia

    Risalgono al 1766 le prime votazioni alle quali poterono partecipare le donne (solo le nobildonne con proprietà e votando per posta) grazie ad una concessione di Caterina la Grande. Bisognerà però poi attendere nuovamente fino al governo provvisorio che, nato dopo la caduta dello Zar Nicola II, concesse alle donne il diritto di voto. Il suffragio femminile universale fu l'obiettivo primario dopo l'accesso all'istruzione superiore
  • Germania, Austria, Polonia

  • Paesi Bassi

    dopo la riforma costituzionale che due anni prima permise alle donne di essere elette, il diritto di voto fu concesso ad Agosto del 1919
  • Svezia

    Svezia
    Dopo l'autorizzazione a votare nelle elezioni comunali già nel 1862, si riuscì finalmente ad ottenere il suffragio femminile solo quasi sessantanni più tardi
  • Gran Bretagna e Irlanda del Nord

    Le stesse condizioni di voto degli uomini (età superiore ai 21 anni) furono concesse solo dopo anni di manifestazioni represse duramente anche con arresti
  • La Seconda Repubblica Spagnola

    La Seconda Repubblica Spagnola
    La Spagna fu pioniera nell'Europa occidentale nel riconoscimento del diritto di voto alle donne. La Costituzione repubblicana del 1931 conteneva affermazioni che sarebbero state fatte proprie da altre democrazie europee anni più tardi. Riforme poi cancellate dal tentato colpo di Stato franchista e dalla guerra civile sino all'instaurazione della dittatura durata fino al 1975
  • Francia

    La Francia è stata uno dei primi paesi a instaurare il voto maschile, ma c’è voluto un lungo processo affinché questo diritto fosse esteso anche alle donne. Grazie all’ordinanza del 21 aprile 1944 del Governo provvisorio del Generale de Gaulle ad Algeri stabilì che “le donne sono elettrici ed eleggibili al pari degli uomini”. Due anni e mezzo più tardi, la prefazione alla Costituzione del 1946 inscrive questo principio nei principi fondamentali della Repubblica Francese
  • Diritto di voto attivo in Italia

    Il decreto legislativo luogotenenziale 1 febbraio 1945 n. 23 concederà alle maggiorenni di 21 anni il diritto di voto attivo, mentre il decreto legislativo luogotenenziale 10 marzo 1946, n. 74 concederà alle donne maggiori di 25 anni il diritto di voto passivo (le uniche a essere escluse dal diritto di voto attivo saranno ‘le prostitute schedate che lavorano al di fuori delle case dove è loro concesso esercitare la professione’)
  • Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo

    Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo
    Il diritto di voto alle donne fu introdotto nella legislazione internazionale nel 1948 quando le Nazioni Unite adottarono la Dichiarazione universale dei diritti umani così come stabilito dall'articolo 21
  • Svizzera

    Nel 1968 il Consiglio federale prende in considerazione la possibilità di firmare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo senza però sottomettersi alla clausola concernente i diritti politici delle donne. Messo di fronte alle proteste di massa delle associazioni femminili, il Governo svizzero organizza di nuovo una votazione sul tema. Il 7 febbraio 1971, 26 anni dopo l’Italia, la Svizzera accorda il diritto di voto e di eleggibilità alle donne.