GIOILOTTI

By bene07
  • IL DIRITTO DI SCIOPERO

    Inizialmente era vietato fare scioperi e venivano sedati violentemente, in Italia fu concesso dal 1889 dopo il codice Zanardelli che lo rese legale tranne nei casi di minacce o violenze
  • IL PAESE SULL'ORLO DELLA CRISI

    All'inizio del novecento l'Italia si trova in una grande crisi, le classi lavoratici ebbero un disagio economico dopo l'aumento de prezzi dei beni di prima necessità. Giovanni Giolitti liberale moderato che prima era primo ministro dell'interni e poi dal 1903 al 1914 ( età giolittiana) primo ministro
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    GIOILOTTI

    Giovanni Giolitti è stato un politico italiano, più volte presidente del Consiglio dei ministri. Il periodo storico durante il quale eserciterà la sua guida politica sull'Italia è oggi definito "età giolittiana". Sebbene la sua azione di governo sia stata oggetto di critica da parte di alcuni suoi contemporanei, come per esempio Gaetano Salvemini,
  • LA SCELTA DI GIOLITTI

    Giolitti fece un'importante scelta: la neutralità dello Stato di fronte ai conflitti tra lavoratori e imprenditori invece che intervenire con la forza come gli altri politici. evitò gli sconti con i sindacati e decise di aumentare i salari dei lavoratori con ciò diminuì gli scioperi e abbassò la tensione sociale e allargò i consumi. Anche gli industriali guadagnarono perché i clienti avendo più soldi compravano di più.
  • LE RIFORME DI GIOLITTI

    Giolitti portò molte riforme in Italia: introdusse le leggi per la tutela del lavoro delle donne e dei bambini ( che non potevano lavorare sotto i 12 anni; L'assistenza per i lavoratori anziani o con incidenti sul lavoro; l'introduzione del suffragio universale maschile infatti potevano votare tutti gli uomini con più di 30 anni; il controllo dello stato sull'istruzione elementare che era obbligatoria per sei anni. Giolitti diede un grande impulso all'industria e la rese indipendente dallo stato
  • LA RICERCA DI NUOVE ALLEANZE POLITICHE

    Giolitti per portare avanti queste riforme aveva bisogno di un grosso appoggio politico: il partito socialista italiano era diviso in due: riformisti e rivoluzionari. I riformisti che costituivano la maggioranza erano guidati da Filippo Turati che accettò di votare le leggi che favorivano le masse popolari ma rifiutò di entrare nel governo per evitare lo scontro con l'ala rivoluzionaria del partito
  • L'ALLEANZA CON I CATTOLICI E IL PATTO GENTILONI

    Giolitti si rivolse ai cattolici per allearsi e fecero il patto Gentiloni in cambio lui si impegnò a non ostacolare la scuola privata, a introdurre la religione nelle scuole pubbliche e a opporsi al divorzio
  • LA GUERRA DI LIBIA

    In Italia si diffuse l'ideologia nazionalista che accusava il governo di essere debole, i nazionalisti infatti volevano la conquista della Libia poiché piena di risorse. Giolitti mandò truppe italiane alla conquista di Libia Rodi e delle isole del Dodecaneso
  • UN BILANCIO DELLA CONQUISTA DELLA LIBIA

    La conquista della Libia non fu utile poiché l'Italia perse molti soldati e commisero gravi violenze ai libici. La guerra inoltre ebbe gravi perdite economiche visto che in Libia non trovarono alcuna risorsa
  • GIOLITTI TRA LUCI E OMBRE

    Giolitti fu un grande statista che progettò importanti trasformazioni; ma molti lo accusavano di aver utilizzato brogli elettorali e che secondo lui l'industria dipendeva soltanto dall'Italia settentrionale lasciando così in penombra quella meridionale
  • IL SUFFRAGIO UNIVERSALE MASCHILE

    Il suffragio maschile fu la più importante riforma di Giolitti. Inizialmente il diritto di voto era riservato a soltanto una piccola cerchia di cittadini maschi ma con le società di massa si allargò