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Apparteneva alla gens Iulia, di origine patrizia, ma era anche legato da rapporti di parentela con Mario e con Cinna, che erano gli eponenti più importanti del partito dei populares
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Egli, subito dopo la morte di Silla avvenutasi nel 78 a.C., aderisce alla partei dei populares e ad esso diede tutto il suo appoggio.
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Cesare arriva a ricoprire la carica di Console
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Nello stesso anno, nella seduta del Senato presieduta dal console Cicerone in cui si decise la sorte dei seguaci di Catilina arrestati a Roma, si pronunciò contro la proposta di condannarli a morte senza processo. Tentativo inutile, dato che prevalse la tesi contraria di Catone.
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Divenne Pretore in Spagna nel 62 a.C.
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Tornato a Roma da neopretore, stipulò insieme a Pompeo e Crasso il primo triumvirato.
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Forte del favore popolare, fece approvare una legge, lex Iulia agraria, per la distribuzione di terre ai veterani.
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Dopo aver affidato il controllo della situazione di Roma al tribuno della plebe Clodio, Cesare partì per la Gallia intraprendendo varie spedizioni vittoriose.
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Queste spedizioni si conclusero nel 52 a.C. con la sottomissione di tutta la Gallia.
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Queste spedizioni diedero lo spunto a Cesare di scrivere uno dei suoi Commentarii il "De bello Gallico".
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Il Senato intimò a Cesare l'ultimatum: se non avesse congedato l'esercito, sarebbe stato dichiarato nemico pubblico di Roma. Cesare non obbedì all'ordine e con il passaggio del Rubicone diede inizio alla guerra civile.
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Cesare riuscì facilmente a riprendersi il controllo di Roma, che era stata abbandonata da Pompeo per organizzare la sua resistenza. A Farsàlo avvenne lo scontro decisivo. Cesare sconfigge le truppe di Pompeo, che fu costretto a scappare in Egitto (ma lo accolse una vicenda).
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Cade vittima di una congiura senatoria, che egli non seppe prevedere e prevenire, alle Idi di marzo del 44 a.C. ma che non fermò il processo di trasformazione della res publica in impero