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Il 24 febbraio del 1920, nella città di Monaco di Baviera, Adolf Hitler fondò il partito nazista, più precisamente il partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi.
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Il partito guidato da Adolf Hitler e sostenuto dagli industriali e dai politici, nel 1932 ottiene il 32% dei consensi e, perciò Hitler venne nominato come nuovo cancelliere.
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Dopo aver assunto la carica di cancelliere, Hitler riuscì, grazie a due terribili episodi nella storia della Germania, l'incendio del Reichstag e la Notte dei lunghi coltelli, ad ottenere il potere legislativo e esecutivo e il controllo diretto sui cittadini e sui loro diritti.
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Il 27 febbraio del 1933, a Berlino, il palazzo Reichstag, sede del Parlamento tedesco, prese fuoco. A orchestrare l'episodio fu il partito nazista per screditare il partito comunista tedesco e per ottenere il maggior numero possibile dei voti, visto che si sarebbero tenute le elezioni lo stesso anno. Infatti fu dato la colpa dell'incendio ai comunisti e socialisti.
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Per evitare che gli oppositori politici e alcuni membri del suo stesso partito e delle SA diventassero della minacce per lui, Hitler insieme alle SS e alla Gestapo uccisero a sangue freddo più di 200 persone, tra cui il capo delle SA Ernest Rohm.
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Nel settembre del 1935, Hitler istituisce le Leggi di Norimberga. Con esse tolse tutti i diritti di cittadinanza agli ebrei, come per esempio quelli di andare nei luoghi pubblici o sanitari, e affermarono, senza fonti reali, che essi appartenevano a una razza inferiore rispetto alla razza ariana.
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Dopo la morte di un ambasciatore tedesco a Parigi per mano di un ebreo polacco, tra il 9 e il 10 novembre 1938, in tutta la Germania si scatenarono atti di violenza contro gli ebrei e vennero distrutte migliaia di vetrine di sinagoghe e di negozi ebraici.