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L'Impero romano è lo Stato romano consolidatosi nell'area euro-mediterranea tra il I secolo a.C. e il V secolo d.C.Nella sua massima espansione, l'Impero si estendeva su tre diversi continenti, comprendendo 53 dei 196 Stati riconosciuti nel mondo.
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Il lavoro, nell'Impero Romano era fondato sulla schiavitù, il lavoratore era uno schiavo, se il padrone decideva di liberarlo questi diventava un LIBERTO e otteneva la libertà e la cittadinanza romana.
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Il Medioevo è una delle quattro età storiche (antica, medievale, moderna e contemporanea) in cui viene tradizionalmente suddivisa la storia dell'Europa. Comprende il periodo dal V secolo al XV secolo. Segue la Caduta dell'Impero romano d'Occidente nel 476 d.C. e termina con la scoperta delle Americhe, evento che sancisce l’inizio dell'Età moderna. A sua volta, solitamente, viene suddiviso in Alto (476 D.C.-1000) e Basso medioevo (1000-1492)
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Nel basso Medioevo, con l'ordine feudale si diffonde la servitù, i lavoratori sono servi della gleba, persone legate tutta la vita alla coltivazione delle terra del proprio signore.
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In questo periodo nascono i centri urbani e il Comune, che è un'associazione di individui che risiedono in uno stesso luogo. Il potere economico passa nelle mani della classe borghese, formata da notai, giudici, medici, piccoli artigiani e mercanti.Non essendoci trasporti via terra si sviluppa il commercio marittimo.
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Nel Rinascimento, accanto la figura del mercante, che era la professione più redditizia, s'impone quella del maestro artigiano,che all'interno della sua bottega forma i giovani apprendisti. Il lavoro acquista un significato positivo, esso diventa creatività.
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Le botteghe artigianali cadono in disgrazia, l'artigiano viene trasformato in fornitore di manodopera,egli fornisce al mercante il prodotto fornito.Il mercante assume sempre più le caratteristiche del moderno imprenditore, infatti, mette a disposizione dei lavoratori sia le materie prime che gli strumenti di produzione.
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La storia moderna è intesa come fase successiva all'età medievale e precedente l'età contemporanea. Riguarda un arco temporale di circa tre secoli, dalla seconda metà del XV secolo o dalla prima fase del XVI secolo alla fine del XVIII e inizi del XIX secolo.
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La rivoluzione industriale spinge i borghesi capitalisti ad aumentare la produzione tramite l'impiego delle macchine.Nascono le prime fabbriche dove gli operai lavorano in pessime condizioni igieniche e con orari lavorativi massacranti.
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I lavoratori svolgevano turni lavorativi di 16 ore al giorno, anche donne e bambini venivano assunti nelle fabbriche, ma pagati molto meno.Gli imprenditori tessili utilizzavano i bambini perchè, grazie alle loro piccole mani, riuscivano meglio degli adulti ad utilizzare i tessuti.Le donne svolgono mansioni non qualificate, non hanno nè carriera né professione.
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La condizione degli operai nelle fabbriche porta alla nascita di una coscienza di classe,i lavoratori si organizzano e chiedono tutele e un miglioramento delle loro condizioni.Nascono le prime associazioni sindacali che si occupano delle condizioni dei lavoratori,nasce lo sciopero.
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Con la L.3657/1886 (legge Berti) e il D.Lgs 262/2000 viene prevista una tutela per il lavoro dei minori, viene imposto il divieto per i fanciulli a svolgere lavori usuranti per lo sviluppo fisico o pericolosi.
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L'età contemporanea è, convenzionalmente, una delle quattro grandi età storiche che inizia con la Rivoluzione industriale e/o la Rivoluzione francese (1789) giungendo fino al presente.
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Dall'affermazione del principio lavorista ne deriva anche il riconoscimento al riposo settimanale e alle ferie annuali retribuite inderogabili (art. 36);lo stato riconosce la parità della donna lavoratrice rispetto all'uomo (art. 37); viene previsto l'obbligo dello Stato di fornire mezzi necessari anche per il cittadino inabile al lavoro,una piena tutela per malattia, invalidità e disabilità (art. 38); viene garantita la libertà dell’organizzazione sindacale e il diritto di sciopero (art. 39).
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i.La Repubblica «è fondata sul lavoro» (art. 1), da cui discendono diritti e doveri per contribuire al progresso «materiale e spirituale della società» (art. 4 Cost.). Lavorando, la persona si costruisce e cresce anche spiritualmente.
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La L.860/1950 tutela la condizione lavorativa della donna in gravidanza, la L.n°7/1963 stabilisce che il matrimonio non è causa di licenziamento. La legge n°66/1963 sancisce l’ingresso delle donne in magistratura.1984 Commissione nazionale per la realizzazione delle pari opportunità.
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Lavoro e vita si integreranno sempre più, divenendo complementari.
Uffici addio. Si prevede che, nel giro di qualche anno, grazie alle nuove tecnologie, alle videoconferenze, alla messaggistica istantanea e alla possibilità di telelavorare, quasi tutti i lavori qualificati saranno svolti in gran parte da casa.