Storia dell'Arte: Pittura

By Biruji
  • 1138

    Maestro Guglielmo: XII sec.

    Maestro Guglielmo: XII sec.
    Croce di Sarzana = Cristo Triumphans: allarga la dimensione della croce inserendo nel tabellone scena della Passione, fig. di angeli, simboli evangelici etc...
    Lo sguardo frontale il corpo dritto dimostrano la vittoria del figlio di Dio sulla morte, tanto da essere insensibile ai dolori della condanna. Da lui altre croci prenderanno ispirazione come la famosa Croce n. 20 di Pisa del 1210
  • 1235

    Berlignhiero Bonaventura

    Berlignhiero Bonaventura
    Assieme con il padre Berlinghiero è la maggiore personalità della scuola pittorica lucchese del sec. XIII.
    Famoso il suo San Francesco di Pescia che conserva ancora richiami prettamente bizantini. è uno dei primi di vita panel del santo nelle scene laterali, schema ripetuto nel dossale di Perugia per alcuni di Giunta Pisano. Entrambi deriverebbero da una tavola del 1228 ad oggi perduto.
  • 1245

    Giunta Pisano: 1190-1200 ca. – 1260 ca.

    Giunta Pisano: 1190-1200 ca. – 1260 ca.
    ha firmato tre Cristo Patiens: Assisi ( 1230 ca.), Pisa (1235-40 ca.)e Bologna (1250 ca.). Volumi metallici, cromatismo acceso ed esasperata tensione. Elimina le scene laterai del tabellone alleggerendo la struttura della croce e incanalando tutto il patetismo verso il corpo molle, pensante e sofferente del Cristo. scelte che ben si adattano alle rinnovata spiritualità dei due ordini mendicanti che ne chiesero la realizzazione: Assisi-Francescani/Bologna-Domenicani
  • 1250

    Margarito d'Arezzo: 1250–1290

    Margarito d'Arezzo: 1250–1290
    Vasari lo definisce come un pittore che lavorava alla greca ovvero il nostro bizantineggiante. tipico dell'artista sono le guance rosse/rosee come alla maniera romanica, una forzata frontali delle figure e poco interesse verso complesse volumetrie. Per essere un opera vicinissima alla stessa iconografia di Marcovaldo è possibile notare la diversa impostazione formale.
  • 1261

    Coppo di Marcovaldo: 1225 ca. – 1276 ca.

    Coppo di Marcovaldo: 1225 ca. – 1276 ca.
    Restituisce nuovo senso volumetrico alla pittura un ricerca apparentemente tridimensionale che anticipa i risultati di Cimabue, caratteristici i panneggi spezzati e spigolosi.
    Di sue opere si ricordano la Madonna con Bambino del 1261, il crocefisso Patiens con ancora il tabellone di richiamo Guglielmesco, e lo straordinario e grottesco mosaico del Battistero di Firenze con rappresentato il Giudizio Universale
  • 1280

    Cimabue: 1240-1302

    Cimabue: 1240-1302
    Un lungo addio alla pittura bizantina, fatta di passi in avanti e indietro = difficile definire una cronologia sicura
    Due Crocefissi: Arezzo-San Domenico(1270); Firenze-Santa Croce (1280)
    Maestà di Parigi; Santa Trinita con profeti,Firenze; Maestà di Bologna
    Assisi= Croceffissione e Storie della Vergine (negativi oggi), volta con evangelisti; maestà con san Francesco
    San Giovanni a Pisa
    "Gigante senza spina dorsale abbandonato in sublime mollezza"
  • 1284

    Corso di Buono

    Corso di Buono
    Pittore di scuola fiorentina filo cimabuesco. noto principalmente per l'affresco datato e firmato di Montelupo Fiorentino
  • 1288

    Deodato Orlando: 1260 - 1330 ca.

    Deodato Orlando: 1260 - 1330 ca.
    nato a Lucca dove esordisce come artista con il Crocefisso di Villa Guinigi.
    successivamente lavorerà molto per Pisa
    già dal 1288 inizia a seguire il dettame cimabuesco, successivamente conosce e interpreta anche il Giotto (suo contemporaneo) Fiorentino. alcune sue opere rappresentano elementi ante e post quem per le opere dei due maestri
  • 1295

    Jacopo Torriti: metà 1200 - inizio 1300

    Jacopo Torriti: metà 1200 - inizio 1300
    Classicismo bizantino, luci perlate e colori tenui, aulica rigidezza e compostezza, attenzione all'elemento naturalistico.
    Nonostante adombrato dalla critica a favore del Cavallini è l'artista più importante romano, richiesto esplicitamente dal papa Nicolò IV.
    Abside di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore; partecipa ad Assisi; Santa Maria in Trastevere (vergine avvocata e le tre vergini sagge); affreschi in San Saba; Santa Maria in Arcoeli.
  • 1296

    Pietro Cavallini: 1250-1330

    Pietro Cavallini: 1250-1330
    è un artista più trecentesco, vicino a Duccio che non al Duecento.
    Storia della vergine in Santa Maria in Trastevere e affreschi in Santa Cecilia in Trastevere
    Nuovo cromatismo, plasticità delle figure, attenzione verso la profondità --> assimila il dettato Giottesco di inizio anni 90 del 200 tra Assisi e Roma
  • 1296

    Giovanni Cosma: ?- 1305 circa

    Giovanni Cosma: ?- 1305 circa
    Appartiene alla famiglia dei Cosmati romani.
    Influenzato nella commistione gotica/classica da Arnolfo di Cambio. Ha firmato tre monumenti funebri di Stefano Surdi, Guglielmo Durando e Gonzalo Garcia. forse anche suoi quelli di Matteo D'acquasparta e Pietro Duraguerra
  • 1297

    Filippo Rusuti: 1255-1325

    Filippo Rusuti: 1255-1325
    Colori metallici e forte accentuazione lineare accompagnata da morbide gradazioni nel passaggio tra luci e ombre.
    Lavora a Roma a fine 200 e insieme al Cavallini sono gli artisti che spiccano maggiormente dopo Torriti.
    Facciata Santa Maria Maggiore a Roma: Cristo Benedicente in mandorla, Angeli e simboli degli evangelisti, Madonna e alcuni Santi.
    San Crisogogno - Roma:Madonna in trono e Santi, volti allungati con menti tondeggianti
    Come il Cavallini gli ultimi anni si trasferirà in Francia
  • 1305

    Giotto di Bondone: 1265-1337

    Giotto di Bondone: 1265-1337
    Innovatore della pittura italiana, in lui tutto si fa spazio reale e volumetrico. I personaggi si fanno reali ed emotivi.
    Lavora a Firenze, Assisi, Roma, Padova, Napoli, e Milano; invia opere a Rimini, Bologna e Pisa.
    Dalle basi cimabuesche si apre una fase di rinnovata visione del dato naturale che sarà in seguito vista e interiorizzata dai grandi artisti rinascimentali quali Masaccio e ancora Michelangelo.
    Tra i suoi diretti allievi: Maso di Banco, Taddeo e Bernardo Gaddi
  • 1307

    Giuliano da Rimini: attivo tra 1307-1324

    Giuliano da Rimini: attivo tra 1307-1324
    è il primo a introdurre il nuovo linguaggio grottesco nonostante i risultati arcaicizzanti dovuti a una mancanza di tradizione artistica precedente. In particolare riprende la fase assisiate di Giotto delle storie di San Francesco e il periodo più prossimo alla presenza di Giotto in città nella chiesa di San Francesco
  • 1309

    Giovanni da Rimini: attivo tra 1292 - ante 1316/23

    Giovanni da Rimini: attivo tra 1292 - ante 1316/23
    Medita tra le diverse istanze rappresentate dalla tradizione bizantina e dalla novità giottesca e di conseguire una sintesi che lo fa eccellere tra i pittori della scuola riminese, di cui fu indubbiamente il capostipite. per la croce del 1309 riprende la nuova forma con i tabelloni mistilinei del crocefisso del tempio malatestiano, cosa che non avviene a firenze
    capisce e concepisce lo spazio tridimensionale anche in scene che sembrano bidimensionali, ma li colloca sempre fuori dalle stanze
  • 1310

    Duccio di Buoninsegna: 1255 ca.- 1318

    Duccio di Buoninsegna: 1255 ca.- 1318
    Maggior rappresentante dell'arte senese tra 2 e 300
    Interprete originale del Cimabue, educatosi alla pittura bizantina si distanzia aggiungendovi la linea floreale gotica d'oltralpe. Non ricerca spazio e forma, tutto è decorativo, dolce e morbido. Riesce a riportare le sue forme anche nelle vetrate come l'Incoronazione della Vergine del Duomo di Siena.
    conosce anche le evoluzioni di Cimabue ( trono frontale) e di Giotto ( trono in marmo) nella Maestà e Santi di Siena
  • 1320

    Pietro da Rimini: attivo tra il 1320 - 1338

    Pietro da Rimini: attivo tra il 1320 - 1338
    tra i fratelli è quello con più attribuzioni, unica opera firmata il Crocifisso della cattedrale di Urbania - 1320, il suo stile è più marcatamente drammatico e violento
    anche lui si rifà ai dettami giotteschi del periodo assisiate e riminese
  • 1323

    Lippo Memmi: fine XIII - 1356

    Lippo Memmi: fine XIII - 1356
    Cognato di Simone Martini lo conosce durante un suo soggiorno a San Giminiano.
    Si forma alla sua maniera come attesa la sua Maestà con baldacchino a San Giminiano, firma la famosa Annunciazione.
    fondi oro, aureole punzonate riccamente, in alcuni aspetti richiama anche lui uno' giotto
  • 1328

    Taddeo Gaddi: 1300-1366

    Taddeo Gaddi: 1300-1366
    Fedele discepolo di Giotto, lavora con lui per 24 anni. Le proporzioni delle figure si allungano, architetture solitamente dipinte di 3/4 ( ardite prospettive come la scalinata della vergine) e introduce un'atmosfera fiabesca lontana da Giotto e spesso sperimenta scene notturne, unicum trecentesco.
    Tra le opere più importanti gli affreschi della Storia della Vergine in Cappella Baroncelli in Santa Croce e le formelle dell'armadio della sagrestia
    in molte opere degli anni 30-40 riprende Maso
  • 1333

    Simone Martini: 1284-1344

    Simone Martini: 1284-1344
    rappresentante della pittura Senese di inizio 300 erede di Duccio. Le sue opere richiamano le preziosità dell'oreficeria, della miniatura e delle vetrate gotiche = aureole punzonate
    conosce la riforma giottesca ma la rielabora con un carattere cortese, si aggiorna solo alla nuova concezione spaziale
    Maestà di Siena nel Palazzo Pubblico ripresa da Lippo Memmi a San Giminiano,
    Storie di SAN MARTINO ad Assisi
    Annunciazione con Lippo
    Guidoriccio da Fogliano Precursore del Gotico Internazionale
  • 1336

    Buonamico Buffalmacco: 1290 ca.-1340

    Buonamico Buffalmacco: 1290 ca.-1340
    Personalità atipica del 300 toscano, si discosta dal dettame grottesco e comico a favore della pittura gotica. Inizialmente creduto un personaggio letterario è stato riscoperto da Bellosi che ne attribuisce i famosi affreschi del Camposanto di Pisa con il Trionfo della morte, Inferno, Giudizio universale e Tebaide (1336-1341). le sue scene grottesche e lontane dalla neo-spazialità fiorentina lo portano a creare scene simili a miniature, vicine alla gestione spaziale medievale
  • 1338

    Pietro Lorenzetti: 1290-1348 ca.

    Pietro Lorenzetti: 1290-1348 ca.
    Formatosi con Duccio, lavora anche lui ad Assisi dove conosce e interpreta le novità giottesche, in particolare lo spazio architettonico e la tensione psicologica dei personaggi. Dal Fratello Ambrogio riprendere la compostezza monumentale delle figure e un cromatismo acceso. Capolavoro spaziale è la Nascita della Vergine di Siena (1335-42) in cui il trittico si presenta come un unico spazio architettonico continuo
  • 1338

    Bernardo Daddi: 1290-1348

    Bernardo Daddi: 1290-1348
    Allievo e interprete dello stile tardo di Giotto a cui aggiunge una ricerca raffinata e aristocratica tipica dell'arte senese. ebbe molta fortuna tra i contemporanei proprio perché si mantenne sempre fedele ai dettami del maestro. Tra le sue opere più importanti si ricordano le storie di San Lorenzo e santo Stefano nella Cappella Pucci - Berardi, il Trittico di Ognissanti degli Uffizi è il Politico di San Pancrazio.
  • 1340

    Guariento di Arpo: 1310 -1370

    Guariento di Arpo: 1310 -1370
    si rifà all'ambito padano post-giotto veicolato dalle opere riminesi e bolognesi, si riconosce una particolare gracilità delle figure come nei riminesi e un attenzione narrativa
    il colore si fa prezioso e brillante, senza mancare di aspetti gotici quali i panneggi falcati. nei volti vi si vede l'influenza bizantineggiante del Veneziano, nella ricerca volumetrica e spaziale Giotto. Successivamente fu attivo anche a Bolzano
  • 1343

    Stefano da Zevio o da Verona: 1379-1438

    Stefano da Zevio o da Verona: 1379-1438
    opera firmata è un Adorazione dei Magi di Brera del 1434, fu influenzato da Michelino da Besozzo per cui si possono fare i raffronti tra le due Madonne nell'orto, e di Gentile da Fabriano nel periodo Veronese; lavorerà anche con Pisanello. Longhi lo definisce un'artista fine, da rapportare al Pisanello, amante di una bidimensionalità ingenua che spesso cade nello stucchevole della minuzia botanica.
  • 1344

    Ambrogio Lorenzetti: 1285-1348

    Ambrogio Lorenzetti: 1285-1348
    Sin da subito si rifà alla frontalità giottesca e alla monumentalità Classica di Arnolfo Di Cambio. A cui si aggiunge una peculiare ricerca cromatica. Ciclo di affreschi più importante sono nel Palazzo Pubblico di Siena con le scene del Buon e Cattivo Governo (1338-1340) in cui sperimenta ancora la resa tridimensionale dello spazio superata poi dalla Presentazione al Tempio (Uffizi) del 1342, capolavoro di prospettiva trecentesca.
  • 1345

    Maso di Banco: ? - 1348

    Maso di Banco: ?  - 1348
    Allievo di Giotto probabilmente dalla Cappella Bardi in Santa Croce ( 1325-28), probabilmente segue il maestro nel periodo napoletano. Maso recupera il canone simmetrico di Giotto, le figure assumono un volume architettonico, poste di profilo o frontalmente, e per la prima volta si sperimentano proporzioni realistiche tra figure ed edifici. Da ricordare le storie di San Silvestro nella cappella Bardi di Santa Croce
  • 1345

    Stefano Fiorentino: 1301-1350

    Stefano Fiorentino: 1301-1350
    Allievo di Giotto (generazione Maso e Gaddi) e padre del Giottino, definito "scimia della natura". Attento al colorito e rappresentante della terza maniera trecentesca per il Vasari = "dolce unione" cara a Longhi. Figure che trattengono le emozioni diversamente dalle esagerazioni giottesche, tipici volti frontali in cui riesce a donare tridimensionalità e caratterizzazione.
  • 1345

    Francesco Triarini: ? - 1348 probabilmente

    Francesco Triarini: ? - 1348 probabilmente
    Attivo dal 1322
    Pittore e miniatore pisano che vive il periodo di arrivo dei dettami senesi in città di Memmi e Martini, successivamente sarà attento alle forme avignonesi (Polittico di San Domenico-1345)
    Probabilmente muore durante la peste nera e quindi non partcipò ai cicli del Camposanto di Pisa
  • 1345

    Vitale da Bologna: attivo dal 1330 al 1359

    Vitale da Bologna: attivo dal 1330 al 1359
    La Madonna dei denti del 1345 testimonia il distacco dai prototipi giotteschi e da quelli senesi. Bologna risente della grande tradizione miniaturista del 200.
    scene dinamiche, vitalistiche e cortesi e visionarie, lineamenti appuntiti e minuti in scene spazialmente asciutte e desolate
    manca la scatola prospettica fiorentina di derivazione giottesca
    il San Giorgio di Bologna del 1350 è un esempio dell'assoluta unicità di questo artista
  • 1350

    Giottino: 1324-1372

    Giottino: 1324-1372
    pseudonimo di Tommaso di Stefano è figlio del pittore Stefano Fiorentino.
    segue i dettami del maestro tanto che viene ricordato come il figlio effettivo di Giotto, nella Pietà di San Remigio del 1350 circa rielabora in chiave più moderna la scena padovana del Compianto sul Cristo morto-
  • 1350

    Paolo Veneziano: 1300 ca. - 1358/62

    Paolo Veneziano: 1300 ca. - 1358/62
    dimostra un primitivo interesse verso Giotto ma non abbandona mai gli stilemi bizantineggianti uniti ai più moderni goticismi padani e a volte anticipando forme "cortesi".
    è sicuramente l'artista più importante del suo territorio
  • 1357

    Andrea di Cione detto Orcagna: 1310-1368

    Andrea di Cione detto Orcagna: 1310-1368
    Anche la pittura fiorentina viene influenzata da Maso di Banco che nell' Orcagna vede il massimo artefice del mutamento pittorico locale. Collaborò inizialmente sotto la guida del fratello Nardo. Colori metallici e figure monumentali (influenzato dal suo lavoro di scultore)
  • 1365

    Giovanni da Milano: 1325-1370

    Giovanni da Milano: 1325-1370
    Formatosi nella Lombardia viscontea, dove Giotto vi lavorò, Giovanni già nel 1346 risulta attivo a Firenze. La sua ricerca naturalistica e solenne, come il Giottino riempie la scena di colori incantevoli. un nuovo interesse descrittivo del dato reale lo allontana da Giotto da cui però sempre dipende. Famosi gli affreschi di Santa Croce nella Cappella Rinuccini. é sicuramente uno dei primi artisti che introdurranno la pittura preziosa e filamentosa del Gotico Internazionale
  • 1366

    Tommaso da Modena: 1325 - 1379

    Tommaso da Modena: 1325 - 1379
    Tommaso Barisini, crebbe parallelo a Vitale sviluppando uno stile originale.
    Trasferitosi a Treviso lavora per i 40 ritratti di domenicani per il convento di San Nicolò = pittura realisticamente crocchetta, ottimo osservatore di dettagli. Realizza un vero e proprio studio psicologico tramite ritratti reali, un unicum ai tempi.
    linee di contorno ben visibili, non sempre giusta la resa tridimensionale degli spazi ma sempre campionari di volti e sentimenti
  • 1370

    Jacopo Avanzi: 1350 - 1416

    Jacopo Avanzi: 1350 - 1416
    Nato a Bologna, il suo nome si conosce grazie all'unica opera firmata = Crocifissione di Galleria Colonna di Roma
    trasferitosi a Verona sarà l'artista rivale di Altichiero cn cui poi a Padova collabora per la Cappella di San Giorgio. Longhi lo relega a un attività secondaria in ambito bolognese
  • 1378

    Giusto de' Menabuoi: 1330 - 1390

    Giusto de' Menabuoi: 1330 - 1390
    Nato a Firenze e probabilmente allievo di Maso di Banco o allievi diretti di Giotto, si formerà nella cultura padana post-grottesca quando, nel 1370, si trasferisce a Padova dove realizza tra il 1375 e 78 il suo lavoro più complesso = Cupola del Battistero di Padova
    le figure sono disposte correttamente in uno spazio reale, carnose e volumetriche
    nell'ultimo periodo si avvicina allo stile di Altichiero
  • 1379

    Altichiero: 1330-1390

    Altichiero: 1330-1390
    attivo inizialmente a Verona e poi anche lui trasferito a Padova. è probabilmente l'artista che attua il più consapevole recupero della lezione di Giotto, interpretata con componenti di vita e verità nuove. riprende la saldezza plastica del maestro e distribuisce sempre in maniera ordinata e reale i personaggi nello spazio. ogni figura ha uk suo spazio anche dando le spalle. Ha uno sguardo lontano dalle fantasie cortesi e cavalleresche che arriveranno subito dopo di lui (Pisanello)
  • 1390

    Giovannino de Grassi: 1350 - 1398

    Giovannino de Grassi: 1350 - 1398
    capomastro del cantiere del Duomo di Milano, conosciuto principalmente per il Taccuino di Bergamo in cui studia figure, panneggi, dettagli minuscoli il tutto reso con un realismo del tutto nuovo. a volte stende il colore per piccoli punti . Particolarmente attento alla flora e la fauna
  • 1393

    Spinello Aretino: 1350-1410

    Spinello Aretino: 1350-1410
    Longhi vi riconosce un superamento dello stallo grottesco-gotico degli anni precedenti vedendovi una nuova tendenza scultorea. dovrebbe essersi formato sotto il Giottino. l'uso dell'oro di sfondo, non tipico nei toscani, risiederebbe nelle origini della famiglia=orafi
    Padre di Parri Spinelli
  • Period: 1410 to 1481

    Famiglia Zavattari

    Cristoforo e Franceschino, da questo nacquero Giovanni, Gregorio e Ambrogio.
    I figli di Giovanni conclusero la dinastia: Franceschino II, Vincenzo, Giangiacomo e Guidone
    salvati dal realismo puro grazie alla ripetizione lineare insita negli abiti alla moda del tempo. Attivi in particolare attorno a Duomo di Milano e la Certosa di Pavia
    gli influssi principali sono Besozzo e Pisanello, sia nel linearismo che nella scelta cromatica
  • 1415

    Giovanni di Pietro Falloppi o da Modena: 1379 - 1455

    Giovanni di Pietro Falloppi o da Modena: 1379 - 1455
    Opera all'interno della chiesa di San Petronio con la Cappella Bolognini (1410) e la Cappella dei Santi Abbondio e Giorgio (1420). esponente del gotico internazionale emiliano tipicamente lontano dagli aspetti cortesi in favore, invece, di un di suggestioni più popolari e ricche di vivacità espressiva. il suo stile investirà il Quattrocento non solo a Bologna ma anche la Toscana e il Parmense
  • 1416

    Lorenzo Salimbeni: 1373 - 1416/1420

    Lorenzo Salimbeni: 1373 - 1416/1420
    esponente del gotico internazionale marchigiano, collabora solitamente con il fratello minore Jacopo.
    famose sono le decorazioni dell'oratorio di San Giovanni a Urbino datato 1416. Le scene sacre sono accompagnate da scene di vita quotidiana, giocosa e spensierata. le scene maggiori e minori si controbilanciano per drammaticità e giocosità. Il loro stile, di derivazione padana e oltralpina boema e renana avrà riscontro in Emilia e a Napoli
  • 1420

    Giacomo Jaquerio: 1375 - 1453

    Giacomo Jaquerio: 1375 - 1453
    Attivo nel territorio sabaudo-piemontese è un artista itinerante abituato a valicare le alpi. La sua maniera è figlia dei suoi viaggi e dei suoi incontri = arte francese e Borgognona + tradizione del gotico internazionale italiana.
    Limpida gamma cromatica, impiego di una linea fluente, contrapposizione di elementi di lusso e semplici
    già tra il 1425-30 il suo stile risulterà sorpassata
  • 1420

    Jacobello del Fiore:1370 - 1439

    Jacobello del Fiore:1370 - 1439
    alla tradizione severa del bizantinismo vi aggiunge la lezione di Gentile da Fabriano, nell'ultimo periodo si avvicina a un decoratissimo meno ispirato
    i martiri dei sani diventano storie cavalleresche , in cui i personaggi, splendidamente vestiti, si muovono in campi fioriti che si fanno decorazione al pari dei più preziosi arazzi francesi
  • 1430

    Antonio di Puccio Pisano detto Pisanello: 1395 - 1455 ca.

    Antonio di Puccio Pisano detto Pisanello: 1395 - 1455 ca.
    Allievo di Stefano da Zevio ( opere degli anni 20 = madonna della quaglia) e collaboratore di Gentile da Fabriano.
    incisivo indagatore della realtà affascinato però dal fantasioso mondo cortese/fiabesco
    abilissimo disegnatore ( animali e piante) anche crudo nelle rappresentazioni
    ritrattista legato alla maniera numismatica, sia per monete che per dipinti.
    viaggia a Roma,Firenze, Napoli ... non si lascia influenzare dalle rinnovate soluzioni Rinascimentali ( già 30 anni)
  • 1435

    Michelino de' Molinari da Besozzo: 1370 - 1456

    Michelino de' Molinari da Besozzo: 1370 - 1456
    pittore e miniatore più famoso nel territorio lombardo di prima - metà 400. succederà al cantiere del Duomo di Milano. rapporti con la cultura d'otralpe. il dato realistico oggettivo si fonde in fantasie irrealistiche in continuità con la duplice essenza del gotico internazionale. le sue figure hanno spesso occhi piccolissimi che esprimono un senso di dolcezza e tenerezza, infonde questa stessa sensazione nei disegni di animali
  • 1450

    Michele Giambono: 1400 - 1462

    Michele Giambono: 1400 - 1462
    Allievo di Jacobello del Fiore, è un artista che a pieno recepisce il dettato di Gentile da Fabriano.
    maniacale insistenza decorativa, famoso per le sue madonne dai volti esotici riccamente vestite in cui si perde completamente la ricerca volumetrica di spazio
    Longhi lo definisce un delizioso lineare, tanto da essere un Simone Martini Veneziano
    è tra gli ultimi rappresentanti veneziani della stagione del Gotico internazionale