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Nel Mar Egeo

  • Period: 2500 BCE to 1100 BCE

    Civiltà Minoica

    La civiltà minoica si sviluppa nell'Isola di Creta, nel Mar Egeo, e prende tale nome dal mitico Re di Creta, Minosse. Si afferma in modo completamente autonomo, tanto da elaborare una propria scrittura, la lineare A, che, adattandosi poi alla lingua dei conquistatori micenei, darà vita alla lineare B. Si è soliti suddividerne la cronologia in quattro periodi, in base allo sviluppo della costruzione dei palazzi: prepalaziale, protopalaziale, neopalaziale e postpalaziale.
  • Period: 2500 BCE to 2000 BCE

    Periodo Prepalaziale

    Si tratta del periodo della storia cretese che precede la costruzione dei palazzi.
    In quest'epoca, i cretesi costruivano edifici in mattoni crudi e avevano inoltre sviluppato una tecnica ceramica che si avvicinava al successivo stile detto "di Kamares"
  • Period: 2500 BCE to 31 BCE

    Nel Mar Egeo

    In questa linea del tempo esporremo in ordine cronologico il susseguirsi degli eventi di carattere sociale, politico e soprattutto artistico, che hanno interessato la zona del Mar Egeo: dai minoici dell'isola di Creta ai micenei del Peloponneso, per poi arrivare alla civiltà in cui l'arte assunse significati e finalità mai viste prima, la civiltà greca.
  • Period: 2000 BCE to 1700 BCE

    Periodo Protopalaziale

    In questo periodo vengono edificati i primi grandi palazzi, tra cui quelli di Cnosso, Festo e Mallia. Non si è certi della loro effettiva funzione, ma vengono definiti palazzi in quanto presentano analogie con i successivi, sviluppandosi anch'essi attorno ad uno spazio centrale rettangolare.
    Nella ceramica questo periodo è rappresentato dallo stile di Kamares, con la creazione di prodotti dalle pareti sottilissime decorati con elementi geometrici e naturalistici.
  • 1800 BCE

    Cratere minoico a decorazione plastica

    Cratere minoico a decorazione plastica
    Questo cratere proveniente da Festo è uno dei più esaustivi esempi di stile di Kamares, ornato sia da un'ornamentazione geometrica a scacchi bianchi e rossi, che da grandi fiori a rilievo applicati con la tecnica dell'incollatura.
  • Period: 1700 BCE to 1400 BCE

    Periodo Neopalaziale

    I primi palazzi scomparvero, presumibilmente a causa di un terremoto, ma in questo periodo vennero riedificati. Essi svolgevano funzioni di carattere economico-amministrativo, con lo spazio destinato a botteghe e magazzini; politico, in quanto sedi del re-sacerdote, e religioso, per i vari ambienti destinati al culto. Nella scultura, è intensa la produzione di piccole statue votive in ceramica smaltata e inoltre si sviluppa la pittura vascolare a colori scuri su fondo chiaro
  • 1650 BCE

    Palazzo di Cnosso 1700-1400 a.C.

    Palazzo di Cnosso 1700-1400 a.C.
    Si tratta del palazzo più rappresentativo del periodo neopalaziale. Viene considerato un "palazzo-città", in quanto capace di accogliere non solo i regnanti, ma anche abitazioni private, magazzini e botteghe artigiane, senza l'innalzamento di mura difensive. Caratteristiche le colonne con una rastrematura verso il basso e le mura dipinte con decorazioni a soggetto geometrico e naturalistico
  • 1650 BCE

    Taurocatapsia 1700-1400 a.C.

    Taurocatapsia 1700-1400 a.C.
    Si tratta di uno dei dipinti parietali meglio conservati dell'intero palazzo di Cnosso. Conosciuto anche come "Gioco del toro", rappresenta infatti, su sfondo turchese monocromo, due fanciulle e un giovane intenti a cimentarsi nel salto acrobatico sul toro. È possibile notare, nella raffigurazione dei soggetti, delle evidenti analogie prospettiche con la pittura egizia
  • 1650 BCE

    Prochous di stile vegetale 1700-1450 a.C.

    Prochous di stile vegetale 1700-1450 a.C.
    La prochous in figura, una piccola brocca con corpo espanso e piede stretto, è un esempio esaustivo dello stile vegetale che caratterizza l'arte vascolare del periodo neopalaziale. Dei ramoscelli ricchi di foglie circondano l'intera superficie del manufatto, quasi da costituirne il reale materiale.
  • 1650 BCE

    Brocchetta di Gurnià 1700-1400 a.C.

    Brocchetta di Gurnià 1700-1400 a.C.
    In contrapposizione allo stile vegetale, in questo periodo l'arte vascolare è caratterizzata anche dallo stile marino. In questa brocchetta è stato rappresentato un fondale marino con alghe e coralli e come soggetto principale dell'ornamentazione un polpo che si muove nell'acqua. In questa raffigurazione, la decorazione è completamente indipendente dall'effettiva forma del manufatto e i tentacoli del polpo si distribuiscono liberamente
  • Period: 1600 BCE to 1100 BCE

    Civiltà Micenea

    La civiltà micenea fu la diretta erede di quella cretese, senza alcun conflitto armato. Prende il proprio nome dalla città di Micene, situata nel nord-est del Peloponneso, la più importante e potente del mondo miceneo, fortemente militarizzato e allo stesso tempo sofisticato. La posizione strategica negli scambi commerciali che ricopriva la regione del Peloponneso ed il trasferimento di artisti provenienti dall'Isola di Creta ebbero un ruolo fondamentale nell'affermazione di tale civiltà
  • Period: 1600 BCE to 1500 BCE

    Miceneo Antico

    Gli influssi dell'arte cretese sono molto forti, tant'è che la stessa produzione artistica si sovrappone a quella minoica. Sono poche le informazioni a noi giunte in merito ai palazzi e alle abitazioni di questo periodo iniziale, mentre sono numerose le tombe scoperte e i loro correlati corredi funerari, i quali rappresentano i reperti più caratteristici di questa prima fase
  • 1550 BCE

    Tazza da Vaphió 1600-1500 a.C.

    Tazza da Vaphió 1600-1500 a.C.
    Databile tra il 1600 ed il 1500 a.C., la tazza d'oro proveniente da Vaphiò, in Laconia, è simbolo del forte legame che unisce la produzione artistica cretese a quella micenea. È decorata esternamente con la rappresentazione di scene raffiguranti la cattura di alcuni tori, tipico tema dell'arte minoica. Tali scene sono state realizzate con la tecnica dello sbalzo, battendo la superficie interna con dei punzoni per ottenere rilievo.
  • 1550 BCE

    Maschera di Agamennnone 1600-1500 a.C.

    Maschera di Agamennnone 1600-1500 a.C.
    Databile tra il 1600 ed il 1500 a.C., è la maschera funebre micenea più famosa e di più pregevole fattura. Come le altre maschere rinvenute nei corredi funerari di questo periodo, è costituita in lamina d'oro e realizzata a sbalzo. Si suppone che sia stata modellata direttamente sul volto di Agamennone, grande re Miceneo, e molto spesso, a causa della sua incredibile raffinatezza, ne è stata messa in dubbio l'autenticità.
  • 1500 BCE

    Dea dei Serpenti minoica

    Dea dei Serpenti minoica
    Nel periodo neopalaziale fu intensa la creazione di statuette votive di piccole dimensioni ottenute in ceramica smaltata e raffiguranti la Dea dei serpenti, probabilmente la Madre Terra. La maggior parte di esse venne ritrovata nei Depositi del Tempio di Cnosso.
  • Period: 1500 BCE to 1400 BCE

    Miceneo Medio

    La principale caratteristica di questo periodo è la realizzazione di un notevole numero di tombe a tholos, quasi tutte con le medesime caratteristiche costruttive e lo stesso schema di disposizione degli spazi
  • 1450 BCE

    Tesoro di Atreo 1500-1400 a.C.

    Tesoro di Atreo 1500-1400 a.C.
    Realizzata durante il Miceneo Medio, si tratta della tomba a tholos più rappresentativa del periodo. È composta da un lungo corridoio (il dromos), una porta di accesso sormontata da un architrave monolitico con triangolo di scarico, una pseudocupola che costituisce la vera e propria tholos e una piccola camera sepolcrale attigua alla tholos. È situata a Micene ed è nota anche come Tomba di Agamennone, in quanto qui vi fu ritrovata la celebre maschera funeraria.
  • Period: 1400 BCE to 1100 BCE

    Periodo Postpalaziale

    La tremenda eruzione vulcanica di Santorini e la definitiva conquista achea portarono alla fine della civiltà minoica. L'arte, per effetto degli intensi flussi commerciali che si instaurarono, si trasformò in raffinato artigianato e perse le sue peculiari caratteristiche.
  • Period: 1400 BCE to 1100 BCE

    Miceneo Tardo

    Quest'ultima fase della civiltà micenea si conclude con la distruzione dei grandi edifici ad opera dei conquistatori Dori. La costruzione di città-fortezza nelle acropoli, ovvero nelle parti più alte delle città e generalmente difese da possenti mura, rappresenta la caratteristica principale di questo periodo. Dallo spessore delle fortificazioni, dette ciclopiche per le loro straordinarie dimensioni, dipendeva la potenza delle città stesse
  • 1350 BCE

    Porta dei Leoni

    Porta dei Leoni
    Posta nelle vicinanze del recinto delle tombe reali, la Porta dei Leoni è la principale entrata monumentale della città-fortezza di Micene. L'entrata è molto semplicemente costituita da una soglia incassata nel terreno, due stipiti ed un architrave. Ciò che la caratterizza è il rilievo presente sul triangolo di scarico sopra all'architrave, raffigurante due leonesse rampanti, che poggiano le zampe su una colonna minoica.
  • 1250 BCE

    Acropoli di Tirinto

    Acropoli di Tirinto
    L'acropoli di Tirinto è uno dei più notevoli esempi della costruzione di gigantesche mura di fortificazione, denominate ciclopiche per le loro strabilianti dimensioni. Osservando la planimetria della città-fortezza, possiamo notare come lo spazio centrale, il megaron, si componga in tre spazi: il vestibolo, più a contatto con l'esterno; l'antisala, alla quale si accede tramite tre aperture del vestibolo, e la Sala del Trono, all'interno della quale si riunivano il re e i suoi funzionari
  • 1200 BCE

    Le poleis (XI-IX sec. a.C.)

    Le poleis (XI-IX sec. a.C.)
    La polis, o città-stato, rappresenta un modello di organizzazione sociale e di convivenza civile ben più evoluto ed articolato rispetto ai precedenti. Ogni polis è costituita principalmente da tre parti: l'acropoli, cuore simbolico e religioso della città posto in altura; l'asty, la città vera e propria che si estende ai piedi dell'acropoli, raffigurando il cuore sociale e civile della polis; e la chora, cioè la campagna, fulcro produttivo ed economico della città.
  • Period: 1200 BCE to 750 BCE

    Periodo di Formazione

    Il periodo di formazione facendo riferimento ad una lunga serie di sconvolgimenti socio-economici che aprono la via allo sviluppo della civiltà greca, è caratterizzato principalmente dall'invasione dorica del Peloponneso. Si abbandona il concetto di città-fortezza e si afferma una nuova e più funzionale organizzazione del territorio e del potere, quella delle Poleis. E' anche denominato "periodo geometrico", per l'arte vascolare del periodo, costituita da motivi esclusivamente geometrici.
  • Period: 1200 BCE to 31 BCE

    Civiltà Greca

    Grazie alla civiltà greca, l'arte assume significati e finalità prima assolutamente sconosciuti. Svincolatasi dalle imposizioni della magia e della religione, diventa espressione libera dell'intelletto dell'uomo e della ricerca degli ideali assoluti di bellezza, equilibrio e perfezione. Per la complessità e la ricchezza della produzione artistica del periodo, viene convenzionalmente divisa in quattro principali macroperiodi e ulteriori suddivisioni di essi.
  • 1000 BCE

    Anfora a decorazione proto-geometrica 100-950 a.C.

    Anfora a decorazione proto-geometrica 100-950 a.C.
    Questa semplice anfora di terracotta di provenienza ateniese, databile tra il 1000 ed il 950 a.C., è un esempio esaustivo di arte proto-geometrica. Il motivo decorativo è essenziale e minimale, costituito da fasce nere e dal contrapporsi di quattro serie di cerchi concentrici di colore nero su fondo giallo-ocra.
  • 755 BCE

    Anfora Funeraria del Lamento Funebre 760-750 a.C.

    Anfora Funeraria del Lamento Funebre 760-750 a.C.
    In questo periodo i defunti vengono cremati e le loro ceneri raccolte in urne. Le anfore e i crateri hanno quindi una funzione funeraria, ovvero quella di indicare dove sono state seppellite le ceneri di un defunto. È il caso dell'anfora funeraria detta del lamento funebre, decorata con motivi geometrici su tutta la propria superficie in sessantacinque fasce. La fascia centrale contiene una scena con delle figure umane, ma queste sono estremamente sintetizzate a semplici forme geometriche.
  • 700 BCE

    Il tempio (VIII-VII a.C.)

    Il tempio (VIII-VII a.C.)
    Il tempio greco deriva dal megaron miceneo. È rivolto ad est e ha dimensioni variabili, ma possiede sempre una cella interna (naòs), con la statua della divinità, un atrio (pronaòs) costituito dal prolungamento delle pareti della cella, e inoltre troviamo l'opistodomo sul retro. In base al numero e alla posizione delle colonne si distinguono diverse tipologie di tempi. Il tempio era spesso vivacemente clorato con bianco, rosso e azzurro. La pianta, nei secoli, si accorcia e si dilata.
  • 700 BCE

    Ordine dorico

    Ordine dorico
    È l'ordine più antico. La colonna poggia direttamente sullo stilobate, senza base, è rastremata verso l'alto ed ha circa 20 scanalature con spigolo vivo. In alto si trova un collarino sormontato da un capitello composto da un echino e un àbaco. Sul capitello poggia un architrave liscio dov'è posto il fregio, composto da metope e triglifi alternati. Sul fusto è presenta un rigonfiamento chiamato entasi. L'effetto è robusto e maestoso, le forme sono essenziali e decise. Il chiaroscuro è netto.
  • Period: 700 BCE to 480 BCE

    Arte greca arcaica

    Questo secondo periodo dell'arte greca, si conclude con la vittoria dei Greci sui Persiani a Salamina nel 480 a.C., comprende la fase durante la quale la civiltà greca inizia a sviluppare l'architettura dei templi, e per quanto riguarda la scultura, la rappresentazione delle figura umana. Gli artisti rappresentano ciò che è perfetto, immutabile, immobile, l'idea che sta dietro le forme. Intanto lo sviluppo delle poleis porta a fondare delle colonie fuori dalla Grecia.
  • 690 BCE

    Ordine ionico

    Ordine ionico
    Nell'ordine ionico la colonna è più sottile e slanciata, rastremata verso l'alto ma priva di entasi, non poggia direttamente sullo stilobate ma su una base composta da tori e scozie. Le scanalature del fusto sono circa 24 con spigolo smussato. Il capitello presenta un abaco schiacciato, un echino decorato ad ovoli e un elemento a 2 volute. Sopra di esso sta un architrave tripartito sormontato da un fregio continuo, privo di metope e triglifi. Sopra il fregio è presente una cornice.
  • 650 BCE

    Kouroi e korai

    Kouroi e korai
    Verso la metà del VII secolo a.C. la statuaria greca inizia il lungo cammino evolutivo della scultura. Il tema della statuaria greca è la figura umana maschile nuda, il kouros (testa retta, braccia lungo i fianchi, pugni serrati, gamba sinistra avanti) e in misura minore quella femminile vestita, detta kore (testa eretta, piedi uniti, un braccio regge la veste, l'altro è sul petto). Si tratta della rappresentazione dell'uomo ideale, alte qualità fisiche e morali, giovane e perfetto.
  • Period: 620 BCE to 570 BCE

    Primo arcaico

  • 610 BCE

    Scultura dorica

    Scultura dorica
    La scultura dorica si sviluppa tra il VII e il VI secolo a.C. nel Peloponneso. Gli elementi che caratterizzano questa tipologia di scultura sono: la predilezione per la figura umana maschile nuda, la creazione di forme semplici e squadrate e l'adozione di proporzioni massicce. L'effetto che viene fuori è di grande solidità e potenza.
  • 600 BCE

    Scultura attica

    Scultura attica
    La scultura attica si sviluppa fra la prima e la seconda metà del VI secolo a.C. in particolare ad Atene e nei territori limitrofi. In questa tipologia di scultura, al contrario che nella dorica, si tende ad armonizzare meglio tra loro le varie membra, per dare equilibrio ai volumi e una più razionale unitarietà delle singole parti.
  • 600 BCE

    Scultura ionica

    Scultura ionica
    La scultura ionica è contemporanea a quella attica ma attinge alla tradizione orientale ed è caratterizzata da: una maggiore raffinatezza del modellato, molto più attento ai particolari anatomici; un uso di proporzioni più dolci e slanciate; una più ambia libertà compositiva rispetto agli schemi tradizionali di riferimento. Le figure sono quindi meno rigide e spigolose.
  • 600 BCE

    Pittura vascolare (tra il VII e il VI secolo a.C.)

    Pittura vascolare (tra il VII e il VI secolo a.C.)
    Ad oggi troviamo un grande numero di vasi dipinti e ciò si deve alla vasta produzione delle officine greche e alla fitta rete commerciale che ha diffuso le ceramiche in tutto il Mediterraneo. La pittura di quest'età è caratterizzata da una forte preponderanza di temi figurativi. Anche in questo campo si tende a privilegiare la rappresentazione della figura umana. In relazione alle tecnologie usate troviamo due stili di pittura: a figure nere e a figure rosse.
  • 600 BCE

    Pittura a figure nere

    Pittura a figure nere
    Questo stile si realizza utilizzando una vernice nera che una volta cotta diventa lucida. Le decorazioni sono ottenute graffendo con un sottile stilo la vernice nera prima della cottura, in modo da scoprire in negativo il colore rosso del fondo. Un esempio lo è l'anfora a profilo continuo (550-525 a.C.) di Exechias . Sul lato A troviamo Achille che uccide Pentesilea, regina guerriera delle Amazzoni, durante la guerra di Troia. Sul lato B, invece, sono raffigurati Dionisio e il figlio Oinopion.
  • 600 BCE

    Kleobi e Bitone

    Kleobi e Bitone
    I fratelli Kleobis e Bitone sono un esempio di scultura dorica, realizzati da Polimede ad Argo. Sono figure stanti con la gamba sinistra leggermente avanzata, le braccia aderenti al corpo e i pugni chiusi. Sono entrambi vigorosi e massicci. I volti sono essenziali e i capelli sono delineati in modo simmetrico da profondi solchi verticali-orizzontali. Le treccine sono disposte in modo geometrico e ritmato. Alcuni solchi attraversano l'addome per la presenza dei muscoli. Le proporzioni sono tozze.
  • 570 BCE

    Moschophoros

    Moschophoros
    Il Moschophoros è uno degli esempi più significativi della scultura attica e risale al 570-560 a.C.. Rappresenta un kouros che porta sulle spalle un vitellino, forse come offerta agli dei. Le forme sono più plastiche ed arrotondate che nell'arte dorica, ma la geometrizzazione è presente nella X che si forma dalle braccia dell'uomo e le zampe dell'animale. Una sottile chlaina aderisce al corpo del giovane senza nascondere la muscolatura, anzi la accentua, e le forme morbidamente chiaroscurate.
  • 570 BCE

    Hera di Samo

    Hera di Samo
    L'Hera di Samo è una statua rinvenutaci acefala, senza testa, e rappresenta una fanciulla che reca offerte al tempio. È una kore, la scultura è cilindrica e in posizione stante. La forma ricorda una colonna per le scanalature presenti sul chitone. Il geometrismo, però, è attenuato dalla rotondità delle forme e dal leggero chiaroscuro della veste disegnata per mezzo della linea, leggera ed elegante.
  • Period: 570 BCE to 530 BCE

    Arcaico maturo

  • 550 BCE

    Kouros di Milo

    Kouros di Milo
    Il Kouros di Milo risale al 550-540 a.C. ed è un esempio di scultura ionica. È simile ai kouroi dorici per la posizione stante con la gamba sinistra avanzata, l'aderenza delle braccia al corpo e la frontalità, ma ne differisce per l'affusolarsi delle membra e i tenui paesaggi chiaroscurali. Anche questa statua mostra un sorriso imperturbabile che denota la serenità della perfezione, come nella scultura attica.
  • 550 BCE

    Pittura a figure rosse

    Pittura a figure rosse
    Questa pitture consiste nel procedimento inverso rispetto a quella a figure nere. Si dipinge di nero lo sfondo del vaso e lasciando le figure del color rosso-brunastro della terracotta. Dato che le decorazioni vengono dipinte, la figura rossa è più dettagliata. Come esempio abbiamo il grande cratere a calice (515-510 a.C.) di Euphronios. Le decorazioni si dividono in tre registri: due fregi geometrici floreali posti uno sopra e uno sotto al registro centrale raffigurante la narrazione.
  • 540 BCE

    Templi di Paestum (540-460 a.C.)

    Templi di Paestum (540-460 a.C.)
    Sono uno dei più antichi siti della Magna Grecia (una delle tante colonie greche), anticamente chiamato Poseidoinia e situati sulla costa Salernitana. Sono presenti 3 templi greci di ordine dorico, il più antico, chiamato Basilica, è dedicato a Hera, il secondo, più piccolo e lontano dagli altri 2 è il tempio di Athena (510 a.C.) mentre l'ultimo è il tempio di Nettuno (460 a.C.)
  • 540 BCE

    Basilica di Paestum

    Basilica di Paestum
    La Basilica deve il suo nome alla credenza settecentesca che si trattasse di una basilica romana, una sede di tribunale. Mostra invece caratteri arcaici: la rastremazione delle colonne, la presenza dell'entasi, le proporzioni tozze delle colonne doriche, lo schiacciamento dell'echino e il grande abaco. Si tratta di un periptero ennastilo dedicato forse ad Hera. Le numerose colonne in numero dispari presenti sul fronte non conferiscono la tipica estensione in lunghezza propria dei tempi arcaici.
  • Period: 530 BCE to 480 BCE

    Arcaico tardo

  • 500 BCE

    Ordine corinzio

    Ordine corinzio
    L'ultimo dei 3 ordini e si diffonde soprattutto durante l'ellenismo e l'età romana. Presenta la stessa base e la stessa trabeazione dell'ordine ionico, si differenzia per il capitello formato da 2 o 3 corone di foglie di acanto poste attorno al calato. Dalle foglie parte uno stelo che va a concludersi con un fiore all'altezza dell'abaco chiamato fiore d'abaco. La colonna è più slanciata e possiede sempre 24 scanalature con spigolo smussato.
  • Period: 480 BCE to 323 BCE

    Arte greca classica

    Dopo la vittoria di Atene sui Persiani, nel V secolo a.C., la città greca vedrà un periodo di splendore che coincide con il passaggio dall’arcaismo all’età classica.
    Nel 447, con Pericle, inizia la ricostruzione dell’acropoli di Atene e il periodo che sarà ricordato come “età di Pericle”.
    Ė questa l’epoca della scultura in “stile severo”, così chiamata per la serietà dei volti privi del sorriso tipico dell’età arcaica.
  • 475 BCE

    Auriga di Delfi

    Auriga di Delfi
    Scultura in bronzo realizzata con la tecnica della fusione a cera persa che includeva anche il carro e i cavalli.
    Costruita per celebrare la vittoria di un atleta.
    Il corpo è avvolto in un chitone cilindrico (tunica legata in vita) che ricorda una colonna dorica con le sue scanalature.
    Il volto, serio e concentrato, è incorniciato da capelli cesellati.
    Il busto è lievemente curvo all’indietro mentre le spalle si flettono in avanti a bilanciare la trazione esercitata dalle redini.
  • 460 BCE

    Zeus di Capo Artemisio

    Zeus di Capo Artemisio
    Scultura in bronzo che rappresenta la divinità greca nell’atto di scagliare un fulmine (oppure Poseidone che lancia un tridente, o un atleta che tira il giavellotto).
    La posizione è quella di massima rincorsa del braccio prima dello slancio in avanti.
    Il corpo è ben equilibrato ma i muscoli sono comunque rilassati.
    Creato per una vista frontale.
    Statua libera nello spazio.
    Si può inscrivere in un quadrato perfetto ed è ben saldo al terreno.
  • 460 BCE

    Discobolo

    Discobolo
    Opera dello scultore Mirone giunge a noi in una delle copie marmoree di età romana.
    Si ricerca l’azione del movimento.
    Il lanciatore di disco è colto nel momento che precede il lancio (fase preparatoria).
    Non c’è dinamismo ma la rappresentazione del moto in senso astratto. La muscolatura è pacata.
    La scultura è pensata per una visione frontale.
    Lo sportivo incarna la bellezza ideale; il corpo giovane e atletico con i muscoli ben rilevati è l’ideale classico per eccellenza.
  • 450 BCE

    Bronzi di Riace

    Bronzi di Riace
    Attribuiti a Policleto, a Mirone, a Fidia e ad altri scultori greci.
    Costruiti nell’Attica e alti 2 metri.
    Raffigurano forse due guerrieri (indicati come A e B) nudi, stanti e ponderati. Queste figure sono saldamente posate su entrambi i piedi. La linea alba è rettilinea.
    Le parti anatomiche sono ben articolate e staccate tra loro, i corpi sono vigorosi. Labbra e capezzoli sono fatti in rame e gli occhi in avorio.
    Le due figure appaiono l’incarnazione stessa della bellezza ideale.
  • 450 BCE

    Doriforo

    Doriforo
    Opera del celebre scultore Policleto, il portatore di lancia ci è giunto attraverso copie romane in marmo (da originale bronzo).
    La posa è rilassata.
    La testa corrisponde a 1/8 dell’altezza totale. Le varie parti seguono proporzioni auree nei loro rapporti.
    Postura definita chiasmo e consiste nell’appoggio del corpo sulla gamba destra e la tensione del braccio sinistro.
    Tipico andamento a S. La linea alba è sinuosa.
    L’artista riproduce l’”idea” dell'essere eterno e perfetto.
  • 447 BCE

    Partenone

    Partenone
    La paternità è affidata a Fidia perchè qui si realizza l’ideale greco di equilibrata misura.
    L’edificio è in stile dorico ma viene ridotta l’entasi delle colonne per renderle più snelle. L’ordine dorico (per la peristasi esterna) convive armoniosamente con quello ionico (per la cella).
    Il tempio è un periptero octastilo con 17 colonne sui lati.
    Ogni elemento è raccordato con l’insieme da un sistema di proporzioni.
    Trasformato in chiesa e in moschea
    Nel 1687 saltò in aria per un colpo di cannone.
  • 364 BCE

    Afrodite di Cnidia

    Afrodite di Cnidia
    La scultura realizzata da Prassitele, rappresenta per la prima volta una dea nuda mentre appoggia un panno, prima del bagno, sopra un’anfora. Il corpo sinuoso a S mostra tutti gli attributi della femminilità. Le pieghe del drappo generano ombre che contrastano con la morbida, ondeggiante e liscia nudità della dea. Nella leggera inclinazione laterale della testa di Afrodite, si nota l’atteggiamento di stupore di chi è stato sorpreso dall’inaspettato apparire di un estraneo o di un amato.
  • 360 BCE

    Apollo sauroctonos

    Apollo sauroctonos
    La statua realizzata da Prassitele ritrae Apollo nell’atto di uccidere una lucertola. Il dio si appoggia a un tronco d’albero. La sua testa è ruotata verso sinistra e appena reclinata in avanti. Il piede sinistro, accostato al tallone destro, fa sì che la gamba sinistra sia completamente rilassata. Il giovane dio ha uno sguardo distratto. La scultura rappresenta un dio che gioca, un’attività che nessuno scultore avrebbe mai pensato di attribuire a un essere divino.
  • 340 BCE

    Hermes con Dioniso bambino

    Hermes con Dioniso bambino
    Nel gruppo con Hermes e Dioniso bambino il dio è visto come un fratello affettuoso che gioca con il piccolo.
    La posa è talmente sbilanciata (dovuta al peso del bambino sul braccio destro) che necessita di un appoggio esterno per recuperare l’equilibrio.
    Il corpo è levigato e quasi femmineo.
    I trapassi chiaroscurali sono morbidi e delicati grazie anche all’originale rivestimento del marmo con la ganosis, una miscela di olio e cera che conferiva al materiale un tono ambrato.
  • 330 BCE

    Pothos

    Pothos
    L'opera di Skopas di Paro rappresenta la divinità di Pòthos colta in un molle abbandono, inclinata su un lato, ha le gambe incrociate, il busto lasciato andare verso sinistra, le braccia sollevate e appoggiate a un sostegno esterno. Il sostegno è costituito da un mantello pieghettato, fronteggiato da un'oca simbolica. Un tempo il braccio destro stringeva un tirso dionisiaco. Il viso del dio dolcemente rivolto verso l'alto, ha gli occhi infossati, profondi, languidi e sognanti.
  • 330 BCE

    Menade danzante

    Menade danzante
    L'opera realizzata da Skopas ci mostra un corpo in preda a furori dionisiaci e alla danza sfrenata, è scosso da un movimento che conferisce vitalità alla scultura. La testa è rovesciata all'indietro e piegata di lato. Le orbite profonde, lo sguardo perso verso l'alto, le labbra carnose e dischiuse, l'inquietudine che promana dall'agitazione del corpo della Menade sollecitano l'osservatore a identificarsi con lei. La veste della figura femminile si apre lasciando nudo un lato del corpo.
  • Period: 323 BCE to 230 BCE

    Primo Ellenismo

  • Period: 323 BCE to 31 BCE

    Arte greca ellenistica -> inizio del declino dell’arte greca

    La guerra del Peloponneso e le altre tante rivalità tra le città di Sparta, Atene e Tebe crearono un clima di grande instabilità e incertezza. Il flagello della peste colpì Atene nel 430 a. C e portò gli uomini a uno sconforto nei confronti delle divinità, molti provarono un senso di sfiducia e di abbandono. Si comincia a dare più importanza alla sfera individuale e familiare che si pone al centro del rapporto con il divino. Prassitele, Skopas e Lisippo sono i massimi esponenti del periodo.
  • 320 BCE

    Apoxyomenos

    Apoxyomenos
    L'opera realizzata da Lisippo rappresenta un atleta che si toglie di dosso l'olio e il sudore con lo strìgile. L'atteggiamento in cui l'artista coglie il soggetto è del tutto originale. La gamba destra è flessa , il bacino è ruotato, i fianchi sono stretti e il torace allungato e sinuoso. Le spalle sono quasi su una linea orizzontale poiché le braccia sono sollevate, mentre la testa ruotata verso destra, rialzata e lievemente inclinata si presenta piccola e con i capelli corposi e mossi.
  • Period: 230 BCE to 170 BCE

    Medio Ellenismo

  • 220 BCE

    Galata morente e Galata suicida

    Galata morente e Galata suicida
    Nel recinto sacro di Atena Poliade a Pergamo sono state rinvenute le basi delle statue bronzee che celebravano la vittoria di Attalo I sui Galati. Le coppie romane dei barbari sconfitti ne mostrano uno nell'atto di suicidarsi pur di non cadere in mani nemiche e il secondo morente per le ferite riportate in battaglia. I due sconfitti, rappresentati in modo drammatico, si mostrano pieni di dignità e di eroica grandezza.
  • 190 BCE

    Nike di Samotracia

    Nike di Samotracia
    L'artista dell'opera è anonimo. La Nike di Samotracia è una statua acefala colta nell'atto di spiccare il volo con le ali spiegate dalla prora di una nave. Appoggiata sulla gamba destra, la sinistra arretrata per dare slancio, si protende in avanti penetrando nello spazio e restando in un equilibrio stabile. Il panneggio aderisce alla pelle e sbatte al vento nella parte inferiore con un fitto chiaroscuro di matrice classica. L'opera è caratterizzata da un dinamismo e una vitalità prorompenti.
  • Period: 170 BCE to 71 BCE

    Tardo Ellenismo

  • 159 BCE

    Altare di Pergamo (197 a. C - 159 a. C)

    Altare di Pergamo (197 a. C - 159 a. C)
    Sull' Acropoli fu costruito un colossale e scenografico altare, l'Ara di Zeus, circondato da un porticato ionico posato su un alto basamento, cui si accedeva da un'ampia scalinata. All'interno del colonnato c'era un fregio con la gesta di Tèlefo, il mitico figlio di Ercole, mentre tutto lo zoccolo era circondato da un fregio alto 2,30 m e lungo 120 m con scene di Gigantomachia.
  • 156 BCE

    Gigantomachie dell'Altare di Pergamo

    Gigantomachie dell'Altare di Pergamo
    Diversamente dalle scene fidiache nelle quali regna la calma di chi possiede una superiorità morale data da leggi divine, qui la lotta è furibonda. Ogni figura si stacca violentemente dallo sfondo e si tende dinamicamente. Lo sfondo tende a scomparire dietro l'eccesso di pieni. Il linguaggio tende a diventare retorico, tipico delle epoche di decadenza, in quanto vuole commuovere, impressionare e agire sui sentimenti dell'individuo piuttosto che sulla sua ragione.
  • 130 BCE

    Venere di Milo

    Venere di Milo
    L'opera realizzata da Alessandro di Antiochia rappresenta la Venere incompleta, priva del braccio sinistro e di parte di quello destro. La postura della dea segue la sinuosità della curva ad "S", è nuda dalle anche in su, mentre la veste riccamente drappeggiata sottolinea la parte inferiore del corpo con la gamba sinistra leggermente sollevata e piegata e con il piede che poggia sopra un rialzamento. Il corpo della dea è sottoposto a un movimento di torsione.
  • 42 BCE

    Laooconte

    Laooconte
    L'opera realizzata da Agesandro mostra la scena del sacerdote troiano in un atteggiamento un po' retorico, di estrema sofferenza mentre viene aggredito da alcuni serpenti marini insieme ai suoi giovani figli. Laooconte è colto nel momento di maggior tensione muscolare, con il volto sofferente e angosciato mentre tenta di liberarsi. Tutto è dinamico e sinuoso. Questa scultura è stata rinvenuta a Rodi e si avvicina alla corrente pergamena per l'esasperata drammaticità e per l'oratoria teatralità.