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Una nuova rivolta a Pietrogrado impose allo Zar Nicola II l'abdicazione. I poteri istituzionali passarono in mano a un governo provvisorio formato da gruppi liberali e moderati.
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Lenin, capo del partito bolscevico, chiese la pace, la terra per i contadini poveri e l'autogestione delle industrie da parte di consigli operai.
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Tutti questi gruppi entrarono in un nuovo governo, sempre presieduto da L'vov. Restarono fuori dal nuovo esecutivo i bolscevichi.
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Le perdurate agitazioni sociali e una serie di gravi sconfitte militari lo costrinsero a dimettersi, sostituito da Aleksander Kerenskj.
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Kornilov, si trova in grande disaccordo con Kerenskj così decide di dare via a un colpo di stato che si rivelerà inutile a causa delle numerose diserzioni.
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Riunione tra i dirigenti del partito bolscevico, Lenin riuscì a far approvare il proprio piano rivoluzionario per rovesciare Kerenskji al grido di "tutto il potere ai soviet". Operazione preparata da Trotzkji.
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Durante la notte le "guardie rosse" bolsceviche presero il controllo dei punti strategici di Pietrogrado e durante il giorno irrompono nel palazzo d'inverno.
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In concomitanza con l'insurrezione Lenin aveva organizzato la prima riunione con tutti i soviet dell'ex impero.
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Alcune decine di milioni di russi andarono a votare per scegliere colui che avrebbe dovuto discutere e redigere la nuova costituzione.
Elezioni stravinte dai socialisti rivoluzionari, a seguire i bolscevichi. -
Si riunì la prima assemblea, ma il giorno dopo l'inizio dei valori i bolscevichi lasciarono la camera. Successivamente sotto la pressione delle guardie rosse l'aula fu sciolta e mai più riconvocata.
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Circa 1 milione di Russi emigrarono all'estero, principalmente in Francia, Inghilterra e Stati Uniti.
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I bolscevichi, avendo promesso ai soldati di tornare dal fronte, furono costretti a firmare una pace con condizioni durissime e con la conseguente perdita di 1/4 dei territori russi in Europa.
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I bolscevichi presentarono e approvarono la nuova costituzione, con evidente retorica operaista. Il nuovo stato aveva una impostazione federale, con qualche repubblica tra le minoranze.
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Visto l'avanzare dei bolscevichi, si accesero ancora di più le ostilità tra rossi, bolscevichi, e bianchi, capitanati da ex generali zaristi.
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A fianco dei bianchi inoltre vennero mandate truppe dalle principali potenze europee, Stati Uniti e Giappone ma non furono abbastanza. Attraverso la tattica Lenin riuscì a mettere in ginocchio tutti quanti dando una grande dimostrazione di forza.
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I Romanov rimasti nella regione degli Urali a Ekaterinburg furono fucilati dopo un'anno di prigionia.
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La neocostituita Repubblica di Polonia, notando la estrema debolezza della Russia la attacca in una guerra di un anno nella quale, i sovietici arrivano fino a Varsavia ma poi subiscono una pesante controffensiva che li costringe a cedere ulteriori territori compresa parte della Bielorussia. Intanto le ultime sacche di Bianchi venivano liquidate dai Rossi.
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La produzione agricola era 1/5 di quella del 1913, quella agricola era diminuita del 36%, mentre quella di import/export si era annullata.
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Il malcontento era tangibile, i marinai e i soldati della città si ribellarono contro il potere bolscevico aiutati da molti semplici cittadini; la rivolta partiva dai soggetti molto vicini ai Bolscevichi. La ribellione fu repressa nel sangue con più di 100 vittime.
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La storia della Russia fu a una svolta, furono rintrodotti i commerci e la moneta. Sul campo manifatturiero, le piccole imprese furono riprivatizzate.
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Il declino della NEP coincise con la morte del leader bolscevica Lenin.
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A partire dal 1925 venne concesso alla chiesa ortodosso uno stretto spazio di manovra. Si accompagnarono una serie di provvedimenti per eliminare definitivamente la chiesa cristiana dalla Russia.
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La produzione del 1927 è stata 7 volte maggiore di quella del 1921.
Tuttavia vi sono ancora molti problemi, in particolare in merito alla disoccupazione e l'inflazione -