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Nelle prime città mediorientali i "dati venivano memorizzati su delle tavolette di argilla
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I più antichi archivi pervenuti sono quelli di Ebla (quasi integro, con circa 17.000 tavolette) e Lagash (ca 30.000), risalenti alla seconda metà del III millennio a.C.. Al II millennio a.C. risalgono le collezioni di tavolette scoperte a Nippur (ca 30.000), Mari (più di 25.000 tavolette), Hattuša, (oltre 30.000), Amarna (quasi 400), Ugarit, Cnosso e Pilo di Messenia. A Ninive gli archeologi hanno rinvenuto in un'ala del palazzo reale di Assurbanipal 22.000 tavolette d'argilla.
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Durante questi anni si usarono nuovi tipi di archivi, ovvero papiri e pergamene che erano più facili da trasportare, ma al tempo stesso più durature . Furono creati veri e propri archivi pubblici dove conservare tutti questi dati
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La biblioteca di alessandria conteneva circa 490.000 testi/pergamene al suo interno. Venne distrutta dagli arabi nel 642 d.c.
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Solo sul finire del I millennio d.C., allo scadere dell'alto medioevo, l'uso della pergamena e lo sviluppo sociale ed economico degli ordini religiosi (in particolare della grandi abbazie) e della Chiesa (in particolare le sedi vescovili) permisero la conservazione di una significativa quantità di documentazione archivistica, via via più consistente.
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I primi archivi pubblici comunali in italia si svilupparono in pieno medioevo
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il primo nastro magnetico fu progettato dalla BASF nel 1935, e questa nuova tecnologia migliorava la conservazione di dati
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L'hard disk venne inventato nel 1956 dall'IBM con il 350 Disk Storage Unit. Il primo prototipo era costituito da 50 dischi del diametro di 24 pollici (circa 60 cm) e poteva immagazzinare circa 5 megabyte di dati. Era grande quanto un frigorifero, con un peso di oltre una tonnellata. La denominazione originaria era fixed disk (disco fisso), il termine hard disk (disco rigido) nacque intorno al 1970 per contrapposizione coi neonati floppy disk (dischetti).
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inizia a fornire servizi su internet basati sul clound, tra cui lo storage