Prima Guerra Mondiale

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    OPERAIE ITALIANE IN UNA FABBRICA DI ARMI

  • IL CASUS BELLI

    IL CASUS BELLI
    L'arciduca ed erede al trono d'Austria-Ungheria Francesco Ferdinando fu ucciso mentre si trovava a Sarajevo. L'attentatore era Gavrilo Princip, uno studente serbo-bosniaco, nazionalista e sostenitore dell'annessione della Bosnia alla Serbia. L'assassinio fece esplodere le tensioni latenti. L'Austria-Ungheria, infatti, attribuì la responsabilità dell'attentato alla Serbia e il 23 luglio inviò a Belgrado un ultimatum. In pochi giorni tutte le potenze europee entrarono in guerra, eccetto l'Italia.
  • SCOPPIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

    SCOPPIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
    Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando. A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni del XIX secolo, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali in due blocchi contrapposti: da una parte Germania, Impero austro-ungarico e Impero ottomano, dall'altra Francia, Regno Unito, Impero russo e Impero giapponese.
  • LA GUERRA SUL FRONTE OCCIDENTALE

    LA GUERRA SUL FRONTE OCCIDENTALE
    Guglielmo II, per evitare alla Germania di combattere su due fronti in caso di guerra europea, elaborò la strategia della "guerra lampo". La Germania, quindi, nella speranza di sorprendere la Francia, la attaccò attraverso il Belgio, ma a causa della strenua resistenza belga e della rapida organizzazione francese, i tedeschi vennero sconfitti nella prima battaglia della Marna; intanto i russi attaccarono in Prussia e in Galizia. La Germania si trovò così a gestire lo scontro su due fronti.
  • PATTO DI LONDRA

    PATTO DI LONDRA
    Il Patto di Londra fu un accordo segreto firmato il 26 aprile 1915, stipulato tra il governo italiano e i rappresentanti della Triplice Intesa, con cui l'Italia si impegnava a scendere in guerra contro gli Imperi Centrali entro un mese dalla firma; in cambio, al termine del conflitto avrebbe ottenuto cospicui compensi territoriali. Il 24 maggio 1915, Vittorio Emanuele III annunciò agli italiani l'entrata in guerra del Paese a fianco della Triplice intesa.
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    LE BATTAGLIE FONDAMENTALI A OVEST

    Le battaglie cardine combattute sul fronte occidentale furono:
    -la battaglia di Verdun (febbraio-giugno 1916), il tentativo di sfondamento tedesco non ebbe successo e fu introdotto il lanciafiamme;
    -la battaglia della Somme (1 luglio 1916) scatenata da francesi e inglesi per respingere i tedeschi;
    -la battaglia di Passchedaele (luglio-novembre 1917), la linea del fronte rimase pressoché invariata.
  • L'INTERVENTO DEGLI STATI UNITI

    L'INTERVENTO DEGLI STATI UNITI
    Nell'aprile del 1917 gli Stati Uniti entrano in guerra a fianco dell'Intesa. La ripresa della guerra sottomarina tedesca provoca la decisa reazione degli Stati Uniti, che inizialmente rompono le relazioni diplomatiche, ma ben presto il presidente Woodrow Wilson riesce a vincere le correnti isolazioniste del Congresso e dichiara guerra alla Germania. L'intervento statunitense volse il conflitto a favore dell'Intesa.
  • OFFENSIVA DI CAPORETTO

    OFFENSIVA DI CAPORETTO
    La battaglia di Caporetto, o dodicesima battaglia dell'Isonzo, fu uno scontro combattuto durante la prima guerra mondiale, tra le forze congiunte degli eserciti austro-ungarico e tedesco, contro il Regio Esercito italiano. L'attacco, portò alla più grave disfatta nella storia dell'esercito italiano. La sconfitta portò a immediate conseguenze politiche e militari, tra cui la destituzione di Cadorna e la nomina di Armando Diaz come generale.
  • PRIMA BATTAGLIA DEL PIAVE

    PRIMA BATTAGLIA DEL PIAVE
    La prima battaglia del Piave si svolse tra il Regio Esercito italiano da una parte e le forze dell'Impero tedesco e dell'Impero austro-ungarico dall'altra. Le truppe italiane opposero una tenace resistenza nei dintorni del monte Grappa tra le rive del Brenta e del Piave, permettendo così alla linea difensiva impostata lungo quest'ultimo fiume di continuare a resistere all'offensiva nemica, che dovette pertanto ridimensionarsi alla guerra di trincea.
  • OFFENSIVA A VITTORIO VENETO

    OFFENSIVA A VITTORIO VENETO
    A seguito dell'attacco respinto dell'Austria-Ungheria, l'esercito italiano raccolse le forze e lanciò a sua volta una grande offensiva nell'anniversario della disfatta di Caporetto. I soldati di Diaz avanzarono e sconfissero gli austriaci a Vittorio Veneto e la sera del 3 novembre 1918 fu firmato l'armistizio di Villa Giusti, che sancì la fine dell'Impero austro-ungarico e la vittoria dell'Italia, la quale occupava Trento con l'esercito e Trieste con la marina, nel primo conflitto mondiale.
  • LA RESA DELLA GERMANIA

    LA RESA DELLA GERMANIA
    Decisiva, al riguardo, fu la battaglia di Amiens che sancì il crollo dei tedeschi, in particolar modo del fronte interno. Il 3 novembre 1918 la marina si ribellò nella base di Kiel e la rivoluzione divampò nelle fabbriche e nelle città di tutto il Paese. Guglielmo II dovette fuggire in Olanda e il 9 novembre a Berlino fu proclamata la Repubblica. Due giorni dopo, i tedeschi firmarono l'armistizio di Rethondes, arrendendosi senza condizioni. Nacque allora il mito della "pugnala alle spalle".
  • IL TRATTATO DI VERSAILLES

    IL TRATTATO DI VERSAILLES
    Con il trattato di Versailles, la Germania si trovò costretta a restituire alla Francia l'Alsazia e la Lorena, alla Danimarca lo Schleswig del Nord, alla Polonia l'Alta Slesia e la Posnania, alla Cecoslovacchia i Sudeti. Sono sorti gli Stati baltici: Lettonia, Lituania, Estonia e Finlandia. Alla Francia fu concesso il controllo temporaneo delle miniere del Saar. Dovette, inoltre, pagare un enorme debito di guerra e ridurre l'esercito. La Germania definì la pace un Diktat.
  • I TRATTATI DI SAINT-GERMAIN-EN-LAYE E DEL TRIANON

    I TRATTATI DI SAINT-GERMAIN-EN-LAYE E DEL TRIANON
    Austria e Ungheria erano ormai due Stati separati e gli accordi di pace riconobbero anche l'esistenza della Cecoslovacchia e della Jugoslavia. Una clausola del trattato vietava all'Austria di unirsi alla Germania; dalla dissoluzione nacquero la Repubblica d'Ungheria e di Cecoslovacchia, la Polonia acquisì la Galizia; mentre alla Jugoslavia furono assegnate la Dalmazia e Fiume. Nonostante la conquista del Trentino e dell'Alto-Adige, in Italia nacque il mito della "vittoria mutilata".