-
Egli supera la pittura del I Quattrocento fornendo una nuova visione; il suo vero nome è Piero di Benedetto de Franceschi, e non si distinse solo nel campo artistico perché fu un grande intellettuale, infatti le sue opere forniscono spunti di vari livelli, dalla geometria alle questioni storiche. tutto ebbe inizio a Borgo San Sepolcro (Arezzo) con un primo apprendistato, e solo nel 1435 si recò a Firenze dove entrò a far parte della bottega di Domenico Veneziano.
-
Durante il periodo fiorentino, egli studiò la nuova scienza prospettica facendo riferimento alle idee di Brunelleschi e Masaccio, frequentando anche Leon Battista Alberti, che in quegli anni si stava dedicando al suo trattato De Pictura, Piero ribadì il suo interesse per la prospettiva diventando anch'egli un affermato trattatista. Si ricordano il Libro d'Abaco e il De prospectiva pingendi
-
Il capolavoro di Piero della francesca presenta, al centro, la figura di Gesù, sovrastato dalla colomba, simbolo dello Spirito Santo. Cristo è affiancato, a sinistra, da un albero, simbolo della vita che si rigenera con l’avvento del Salvatore, e a destra da san Giovanni Battista, vestito di una pelle a brandelli. Il Redentore è mostrato frontalmente, immobile, con le mani giunte e gli occhi umilmente abbassati.
-
la Flagellazione, fu quasi certamente eseguita a Urbino e probabilmente commissionata dal duca Federico da Montefeltro. la scena unisce due momenti distinti ma connessi: a destra in primo piano, due uomini parlano in una strada affiancata da edifici rinascimentali, a sinistra Cristo legato alla colonna è flagellato al cospetto di Pilato. questi due gruppi benchè estranei sono idealmente unificati da una costruzione prospettrica complessa, che ricorda la sezione aurea
-
ritornato a Borgo San Sepolcro, di fronte all'antico ingresso del palazzo comunale realizza l'affresco che porta il nome di Resurrezione. Cristo è il perno ed emerge da un sarcofago in primo piano, la gamba sinistra è appoggiata sul bordo, la destra ancora nel sepolcro. con la mano sinistra regge il manto rosso, per mostrare la ferita lasciata dal chiodo, la destra sorregge il vessillo. Ai suoi piedi dormono i soldati, che avrebbero dovuto proteggere il sepolcro.
-
Al centro della scena si trova la Vergine Maria in atteggiamento di preghiera verso il Bambino, sdraiato su una parte del mantello azzurro della madre, sullo sfondo un gruppo di cinque angeli musicisti, che intonano un canto di lode al Salvatore. Sulla destra, proprio accanto alla Vergine, c’è San Giuseppe, che indossa una veste molto scura con un mantello rosso chiaro, seduto con le gambe accavallate, mentre colloquia con altri due pastori subito dietro di lui.
-
Il dittico Trionfale fu dipinto per il Palazzo Ducale di Urbino durante il soggiorno in questa città di Piero della Francesca. La concezione con la quale Piero della Francesca progettò il paesaggio, basso nel caso dei ritratti e molto importante nel caso dei cari trionfale, è, anche rispetto alla cura del dettaglio, di influsso fiammingo. Si colgono infatti cespugli e alberi dipinti in modo attento e ritagliato. I volti dei personaggi, sono fortemente geometrizzati e somigliano a degli ovali