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I pitagorici furono una scuola di pensiero filosofico e matematico dell'antica Grecia attorno al VI secolo a.C. che si interessò alla natura dell'universo e alla sua struttura.
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Fu il primo a tentare di una spiegazione dei moti del Sole, della Luna e dei 5 pianeti allora conosciuti. Formulò una teoria matematica del sistema dei pianeti: Il sistema delle sfere omocentriche.
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Aristotele, uno dei più importanti filosofi dell'antica Grecia, sviluppò una teoria cosmologica basata sulla sua visione della natura e della fisica. Secondo Aristotele, l'universo è diviso in due regioni: la Terra, al centro, e il cielo, che circonda la Terra.
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La struttura cosmologica di Platone, trattata nel dialogo del Timeo(circa 360 a.C), prevede che il mondo sia diviso in tre regioni: la Terra, l'atmosfera e il cosmo celeste.
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Aristarco ci propone un sistema con il sole fermo al centro dell’Universo e con la Terra e i pianeti che girano intorno con movimenti circolari.
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1543 viene pubblicata l’opera “De Revolutionibus” nella quale Copernico propone l’idea che sia la terra e i pianeti (allora erano sei i pianeti conosciuti) a ruotare intorno al sole seguendo orbite circolari.
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Brahe pubblica il “De stella nova” in cui pubblica le sue osservazioni sulla cometa Cassiopea (supernova) dove suggerisce che il fenomeno non poteva essere di natura atmosferica, al contrario di quanto la concezione dell’epoca, basata sulla fissità e immutabilità del mondo delle stelle, avrebbe fatto pensare e che la stella si trovava ad una grande distanza.
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Brahe pubblica la sua opera "De mundi aetherei recentioribus phaenomenis" (sui più recenti fenomeni del mondo celeste), nella quale rappresenta il sistema elaborato, rifiutando tanto il sistema tolemaico quanto quello copernicano.
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in questa opera egli spiega posizioni e distanze dei pianeti in base alla loro inclusione nei cosiddetti solidi platonici, cinque poliedri regolari (cubo, tetraedro, ottaedro, dodecaedro, icosaedro) su cui erano basate le teorie fisiche di Filolao e Platone. Questa teoria, basata sulla convinzione di un ordine matematico del cosmo ma infondata scientificamente, lo porterà alla scoperta delle sue tre leggi astronomiche.
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In cui descrive il moto di Marte e le sue prime due leggi del moto planetario
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Dove scrisse che:
Acquisì informazioni precise sulla superficie della luna, stabilendo che presentava delle irregolarità.
Studiò la Via Lattea, che si rivelò un insieme di stelle lontanissime, che allargavano i confini dell'universo.
Scoprì i quattro maggiori satelliti di Giove, osservando che anche i pianeti possono avere dei satelliti.
Scrutò il sole, vedendovi delle macchie in movimento. -
Pubblica “Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari” in cui si dimostra che le macchie solari riguardano la superficie solare, di conseguenza i corpi celesti sono corruttibili smentendo gli aristotelici.
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con l’Harmonices mundi Keplero sviluppa ulteriormente l’idea di un ordine matematico dell’universo proponendo una teoria musicale dei movimenti dei pianeti: associando ad ogni pianeta un tono o intervallo musicale, egli conferma l’idea pitagorica di una musica prodotta dal movimento degli astri.
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Keplero pubblica "Epitome Astronomiae Copernicanae", libro di testo astronomico sul sistema eliocentrico. Tendeva a spiegare semplicemente l'astronomia e il principio copernicano ed è stato arricchito dalle scoperte di Keplero.
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Galileo confutò le teorie del sistema tolemaico-aristotelico - secondo il quale la Terra era ferma al centro dell'universo con i pianeti che le giravano intorno - a favore del sistema copernicano basato sulla teoria eliocentrica.