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Leopardi nasce a Recanati. Primogenito del conte Monaldo (classicismo) e della Marchesa Adelaide Antici (donna bigotta). La sua formazione è affidata a precettori.
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Si dedica all'erudizione: studio delle lingue classiche, produzione letteraria, traduzione di classici.
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Leopardi comincia a dedicarsi alla poesia ("Le rimembranze") e inizia a leggere i moderni come la De Stael, il "Werther" di Goethe, l'"Ortis" di Foscolo avvicinandosi alla cultura romantica.
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Giordani gli dà l'affetto che gli manca e gli permette di prendere le distanze dalla formazione familiare (cattolica e reazionaria) => desiderio di fuggire dalla casa diventata per lui ormai un carcere.
Prova anche l'esperienza di innamorarsi per la prima volta (Elegia: "Il primo amore" e "Diario del primo amore"). L'anno successivo scrive il "Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica" e due canzoni civili "All'Italia" e "Sopra il monumento di Dante".
Inizia a comporre lo "Zibaldone" -
Dopo lo scoperto tentativo di fuga e una malattia agli occhi, mentre la famiglia lo vorrebbe avviare alla carriera ecclesiastica, l'autore si avvicina ad una concezione materialistica e atea, da cui derivano due filoni: la poesia sentimentale (gli idilli ==> "L'infinito") e la poesia impegnata (le canzoni civili ==> "Ad Angelo Mai" e "Ultimo canto di Saffo"). La poesia assume funzione conoscitiva.
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Dopo un deludente viaggio a Roma torna a Recanati e compone la canzone "Alla sua donna" con cui abbandona temporaneamente la composizione di testi poetici per dedicarsi alla prosa e ai dialoghi filosofici che sono espressione del suo pensiero pessimistico e della sua negativa visione della condizione umana.
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L'editore Stella gli affida l'edizione di classici anche italiani e ciò comporta per Leopardi l'occasione di mantenersi con il proprio lavoro di intellettuale e di liberarsi dalla dipendenza economica dalla famiglia.
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Dopo essersi trasferito a Pisa dove trova un ambiente e un clima favorevoli e accoglienti, Leopardi ritorna alla scrittura di testi poetici nel 1828. Scrive "Il risorgimento" e "A Silvia" (i cosiddetti "grandi idilli")
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Venuto meno l'assegno di Stella, deve ritornare a Recanati. Qui compone altri quattro canti, tra cui "La quiete dopo la tempesta", "Il sabato del villaggio" e il "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia" ("Canti pisano-recanatesi").
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Grazie a degli amici può trasferirsi al Firenze dove rende salda la sua amicizia con lo scrittore napoletano Antonio Ranieri con cui va a vivere, si innamora di Fanny Targioni Tozzetti e compone, tra gli altri, testi come "A se stesso" e "Aspasia", che danno vita al "Ciclo di Aspasia".
Nel 1832 scrive gli ultimi due dialoghi delle "Operette" ("Dialogo d'un venditore di almanacchi e di un passeggere" e "Dialogo di Tristano e di un amico") e scrive l'ultimo appunto dello "Zibaldone". -
Con Ranieri si trasferisce a Napoli: è il periodo in cui critica fortemente il mito del progresso, la fiducia nella scienza e nella tecnica.
1836-1837: vive ai piedi del Vesuvio (Villa Ferrigni a Torre del Greco) per sfuggire al colera che è presente in Napoli. Qui compone gli ultimi due canti: "Il tramonto della Luna" e "La ginestra o il fiore del deserto".
Muore a Napoli.