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La gestione della memoria tramite archivi nelle città-stato del Vicino Oriente antico è ampiamente documentata almeno dalla metà del III millennio a.C., grazie a scoperte archeologiche di interi archivi di tavolette di argilla di contenuto vario: contabilità dei magazzini regi, testi di legge, atti amministrativi, sentenze giudiziarie, corrispondenza diplomatica.
Ebla: 17000 tavolette, Lagash: 30000 tavolette -
A Ninive gli archeologi hanno rinvenuto in un'ala del palazzo reale di Assurbanipal 22.000 tavolette d'argilla, corrispondenti alla biblioteca ed agli archivi del palazzo del VII secolo a.C..
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Nell'età classica si passò a supporti più agili e leggeri (papiro, pelle, pergamena), ma anche più volatili, tanto che la stragrande maggioranza degli archivi egiziani, greci e romani è oggi perduta. Restò però l'uso di registrare alcuni avvenimenti di massima importanza su supporti più duraturi, come le incisioni su lastre di marmo o di pietra, per salvaguardarne la memoria in eterno (epigrafia).
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Nella Roma repubblicana si conosce dalle fonti l'uso di tavolette lignee sie imbiancate e scritte a inchiostro (album), sia rivestite di cera e incise (tabulae cerussatae), che venivano custodite con la massima cura in ambienti sacri. Di esse tuttavia non è pervenuta a noi alcuna traccia.
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In epoca imperiale il sistema archivistico venne perfezionato e nacquero le idee di memoria eterna dei fatti e della fides verso le scritture degli archivi pubblici. Ma i problemi legati alla fragilità nel tempo dei supporti ha fatto sì che siano veramente esigue le testimonianze archivistiche dal I millennio a.C. al I millennio d.C., con rare eccezioni riguardanti episodici, singoli documenti.
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La nascita dei Comuni segnò un grande sviluppo, con l'introduzione della carta e dei libri. Nacquero in questo periodo figure addette alla conservazione dei documenti, i notari, che ordinavano e custodivano il materiale proveniente dagli uffici comunali, rendendolo disponibile per la fruizione dei funzionari pubblici e dei privati cittadini che avessero un interesse pertinente.
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L'invenzione della stampa favorì la nascita di un vero e proprio dibattito sull'archivistica, che culminò nell'elaborazione del così detto "metodo storico"
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gli archivi parrocchiali per conservare i registri parrocchiali istituiti dal Concilio di Trento. A partire dalla Rivoluzione Francese e durante il corso del XIX secolo le nazioni europee si sono via via dotate di registri dello stato civile laici, redatti e conservati dai comuni, che si sono perciò dotati di archivi comunali.
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l'avvento delle nuove tecnologie, informatiche e telematiche, come DVD, dischi rigidi, database e chiavette USB, ha portato alla ribalta i problemi legati alla formazione, la gestione e la conservazione degli archivi. L'uso delle nuove tecnologie, soprattutto dopo aver superato una prima fase di sperimentazione un po' improvvisata all'inizio degli anni ottanta, si sta via via affinando sempre maggiormente, con procedimenti più meditati, consapevoli e raffinati.