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1848. La primavera de popoli

  • Mazzini e la Giovine Italia

    Mazzini e la Giovine Italia
    Falliti i moti del '20 e del '30, persuaso come molti democratici (sinistra risorgimentale) dell'inaffidabilità dei sovrani per raggiungere indipendenza e unità nazionale, Mazzini fondò la Govine Italia (poi Giovine Europa). Società rigorosamente non segreta, popolare, ispirata ai binomi "pensiero e azione" e "Dio e popolo", proponeva l'insurrezione per fare l'Italia "una, libera, indipendente e repubblicana", una nuova nazione che associandosi alle altre avrebbe costituito una nuova umanità.
  • Cattaneo e l'ipotesi federalista

    Cattaneo e l'ipotesi federalista
    In parte democratico, poiché repubblicano, in parte moderato (destra risorgimentale), poiché riformista, Cattaneo fondò la rivista il Politecnico per promuovere la sua sua idea di Italia (e poi Europa) federale e libera, libera dal giogo austriaco tanto quanto dall'assolutismo e clericalismo sabaudo.
  • Gioberti, Balbo e l'ipotesi confederale

    Gioberti, Balbo e l'ipotesi confederale
    Nel "Del primato morale e civile degli italiani" (1843), Gioberti proponeva che l'Italia divenisse una confederazione presieduta dal papa e sostenuta dalle armi sabaude. Balbo (seguito poi da D'Azeglio e Cavour) ne "Le speranze d'Italia" (1844) proponeva un'Italia confederale guidata dai Savoia, libera da un'Austria sempre più interessata ai Balcani (n funzione aiturussa visita la crisi ottomana). Queste le ipotesi per ammodernare un paese diviso, economicamente e socialmente arretrato.
  • Il biennio delle riforme

    Il biennio delle riforme
    Divenuto papa, il moderato Pio IX attuò riforme (amnistia ai detenuti politici, abolizione della censura preventiva e apertura ai laici della Consulta di Stato) che rinverdirono il sogno liberale: l'onda riformatrice investì la pensisola tranne che il Regno delle due Sicilie, dove scoppiò la rivolta. Ferdinando II fu costretto a dichiarare autonoma la Sicilia e concedere una Costituzione (29/1), seguito da Toscana (17/2), Regno di Sardegna (4/3, Statuto Albertino) e Stato pontificio (14/3).
  • "Quando Parigi ha il raffreddore..."

    "Quando Parigi ha il raffreddore..."
    In un'Europa devastata da carestia (patata irlandese) e crisi, si diffuse un'ondata rivoluzionaria senza precedenti. A seguito della "campagna dei banchetti" parigina nacque la Seconda Repubblica francese ma il sogno democratico e socialista fu spento dal trionfo elettorale dei moderati e dalla conseguente repressione dei moti di piazza. La nuova Costituzione rese la Francia una Repubblica presidenziale autoritaria con Carlo Luigi Napoleone Bonaparte presidente (imperatore dal '52).
  • "...tutta l'Europa starnutisce": Impero austriaco

    "...tutta l'Europa starnutisce": Impero austriaco
    La protesta contagiò presto Vienna (Ferdinando I concesse l'elezione a suffragio universale maschile di un'Assemblea costituente) e il suo multinazionale impero, divampando in Ungheria (dove il liberale Kossuth prese a organizzare un esercito nazionale), Cecoslovacchia e Italia. Ma le divisioni interne e lo scarso coordinamento fra le diverse rivolte permisero all'impero di stroncare presto i moti insurrezionali ed indipendentisti.
  • "...tutta l'Europa starnutisce": Confederazione Germanica

    "...tutta l'Europa starnutisce": Confederazione Germanica
    La protesta dilagò nella Confederazione Germanica, dove fu eletta un'Assemblea Nazionale Costituente in vista di un futuro stato unitario. Avrebbe incluso l'Austria (ipotesi della "Grande Germania") o no ("Piccola Germania")? Prevalse la seconda ipotesi, l'Assemblea offrì a Federico Guglielmo IV la corona imperiale. Questi la rifiutò, perché offerta da un'assemblea rivoluzionaria, e fallì così la via liberale al rinnovamento e all'uninficazione.
  • "...tutta l'Europa starnutisce": Italia

    "...tutta l'Europa starnutisce": Italia
    Dopo i moti "autoctoni" e le Costituzioni ottriate, a seguito delle rivolte viennesi si sollevò il Veneto (17/03, Manin e Tommaseo) e la Lombardia (18/03, Cattaneo, dopo la "sciopero del fumo" e le "cinque giornate di Milano"), dove si formarono governi provvisori. L'esercito austriaco di Radetzky, temendo l'intervento sabaudo, riparò nel Quadrilatero.
  • La prima guerra di indipendenza

    La prima guerra di indipendenza
    Il re Carlo Alberto intervenne, sia per annettere il lombardo-veneto che per evitare una deriva democratica dei moti, in un'alleanza eterogenea con altri monarchi italiani (Pio IX, Leopoldo II e Ferdinando II) e forze democratiche stesse (Mazzini). Mentre trattava coi governi provvisori l'annessione, Pio IX (allocuzione) si ritirò dall'alleanza seguito poi da Leopoldo II e Ferdinando II. La guerra federale divenne regia e gli austriaci sconfissero i Savoia (che firmarono un armistizio).
  • La prima guerra di indipendenza: i democratici

    La prima guerra di indipendenza: i democratici
    Furono le forze democratiche a resistere e proclamare nuove Repubbliche in Toscana, a Venezia e Roma. Qui un triumvirato (Mazzini, Saffi, Armellini) soppresse il potere temporale della Chiesa ed emanò una Costituzione avanzatissima. Nonostante l'afflusso di centinaia di volontari a sostegno della Repubblica (Garibaldi e Anita, che vi morì), la Francia bonapartista e l'esercito borbonico intervennero militarmente, sconfissero gli insorti e riportarono in città il papa fuggito a Gaeta.
  • La prima guerra di indipendenza

    La prima guerra di indipendenza
    Carlo Alberto riprese la guerra ma fu sconfitto, abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II e firmò un armistizio. Forte dell'alleanza con la Francia bonapartista, gli austriaci ripresero il controllo della penisola stroncando gli insorti a Brescia (Speri), Venezia,Toscana, Roma e Palermo (che fu riannessa al Regno delle due Sicilie). I moti (ma non i sogni liberale, democratico e socialista) furono stroncati e le carte ritirate (tranne in Piemonte) in tutta Europa.