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In seguito alla Seconda guerra di indipendenza e alla spedizione dei Mille, guidata da Giuseppe Garibaldi, nel biennio 1859-60, l'obiettivo dell'unità d'Italia era stato in gran parte raggiunto, con le sole eccezioni del Triveneto e del Lazio.
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La proclamazione del Regno d'Italia fu l'atto formale che sancì la nascita del Regno d'Italia. Avvenne con un atto normativo del Regno di Sardegna sabaudo col quale Vittorio Emanuele II assunse per sé e per i suoi successori il titolo di Re d'Italia. Con la legge 5 maggio 1861, n.7, fu istituito l'anniversario dell'Unità d'Italia, festa nazionale, con ricorrenza la prima domenica di Giugno di ogni anno.
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Dal 1861 al 1946 fu una monarchia costituzionale basata sullo Statuto Albertino, concesso nel 1848 da Carlo Alberto di Savoia ai suoi sudditi del Regno di Sardegna, prima di abdicare l'anno successivo. Al vertice dello Stato vi era il re, il quale riassumeva in sé i tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario seppur esercitati non in maniera assoluta.
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Nel periodo del Regno d'Italia fu a più riprese intrapresa la costituzione di possedimenti coloniali che compresero domini in Africa orientale, in Libia e nel Mediterraneo, e una concessione a Tientsin, in Cina. Il Regno d'Italia prese parte alla terza guerra d'indipendenza, a diverse guerre coloniali e a due conflitti mondiali.