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Lui propose la legge agraria che limitava a 500 iugeri l'estensione degli appezzamenti di ager publicus di tutti i cittadini privati.
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Egli aveva due obiettivi: mettere a fritto la riforma del fratello e ridimensionare il potere del senato dando più peso politico alla classe degli equites.
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Questa riforma stabilisce che tutti potevano partecipare nell'esercito e venivano anche retribuiti.
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Saturnino propose di distribuire appezzamenti di terra ai veterani ed impose una tassazione fissa del grano. Per questo si crearono tumulti fra i cittadini e Mario fu costretto dell'esercito a ristabilire l'ordine in città, ma Saturnino rimase ucciso. La carriera di Mario andò a scemare e lui fuggì per ritornare a Roma in tempi più propizi.
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Druso propose di distribuire terre e grano e di fondare nuove colonie. Inoltre aumentò i senatori aggiungendo 300 equites ed estese la cittadinanza romana a tutti gli alleati italici.
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Diversi popoli alleati dei Romani si ribellarono perchè rivolevano la cittadinanza romana. Così i Romani furuno costretti ad approvare la legge proposta da Giulio Cesare che accordava la cittadinanza agli alleati che fossero rimasti fedeli a Roma o che si fossero spontaneamente staccati dalla lega.
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Silla riuscì a dimostrare le sue capacità militari procurando una vittoria definitiva per Roma nella guerra sociale.
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Silla fu mandato in Oriente per combattere contro Mitridate che si stava espandendo nei territori Romani. Nel frattempo però Mario era ritornato a Roma e con l'aiuto del tribuno della plebe Sulpicio Rufo, fece approvare una legge che affidava il comando dell'esercito non più a Silla ma a Mario. Quest'ultimo ritornò in città e attraversò il pomerio, confine sacro di una città in armi, e ristabilì l'ordine. Rufo venne ucciso mentre Mario riuscì a scappare.
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Silla ritornato a Roma si allea con le truppe di Gneo Pompeo e massacra i suoi rivali nella battaglia di Porta Collina. Si proclamò dittatore e fece le liste di proscrizione per chi non faceva parte dei populares. Se eri all'interno di queste non si avevano più i diritti civili, si poteva venire uccisi in ogni momento e venivano confiscati i beni materiali. Silla fece anche delle riforme seguendo quelle che aveva fatto Druso nel 91 a.C. e istituì sei quaestiones perpetuae.
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Mitridate si era rifiutato di rispettare gli accordi presi e tentò di allargare i suoi confini. Per questo il tribuno della plebe Gaio Manilio avanzò la proposta di attribuirgli i pieni poteri, anche questa volta Pompeo riuscì a vincere e fece estendere i territori di Roma fino al fiume Eufrate.
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Spartaco era uno schiavo proveniente dalla Tracia, impiegato come gladiatore a Capua, una città campana. Decise di ribellarsi alle inumane condizioni a cui erano sottoposti organizzando una rivolta contro i Romani.
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Alla fine della guerra Crasso come punizione fece crocifiggere i superstiti sulla via Appia
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Pompeo e Crasso modificarono le questiones perpetuae, i tribunali dovevano essere composti da senatori, equites e aerarii, una classe affine ai cavalieri. Inoltre ripristinarono la censura e riattribuirono il diritto di veto ai tribuni della plebe.
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I pirati rendevano difficile la navigazione nel Mediterraneo orientale e Pompeo riuscì a sconfiggerli.
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Questo cadde nella battaglia a Pistoia contro i Romani perchè aveva organizzato una congiura di vendetta contro il senato che essendo corrotto aveva favorito l'ascesa al consolato di Cicerone.
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Pompeo arrivato in Italia congedò l'esercito e chiese di distribuire appezzamenti di terra ai suoi veterani ma questo non gli fu concesso.
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Pompeo, Cesare e Crasso fecero un patto segreto per realizzare con aiuti reciproci le proprie aspirazioni personali. Pompeo e Crasso favorirono l'elezione al consolato di Cesare il quale prometteva a Pompeo la distribuzione delle terre ai suoi veterani e a Crasso l'approvazione di leggi per favorire i commerci per gli equites.
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Cesare riuscì a farsi eleggere console così distribuì le terre ai veterani di Pompeo e riuscì a far diminuire le tasse da versare allo stato sul commercio per Crasso e gli equites. Inoltre riuscì a far eleggere come tribuno della plebe un suo uomo di fiducia, Clodio, che fece esiliare Cicerone.
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Cesare cinque anni dopo il consolato voleva conquistare la Gallia. Combattè contro i Germani, i Belgi spingendosi anche oltre la Manica e in seguito approdarono in Britannia. Questo dovette anche far fronte alla rivolta di Vercingetorige che voleva riacquistare l'indipendenza. La guerra fu lunga e si concluse con l'assedio della città di Alesia.
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Il senato chiese a Cesare di congedare l'esercito ma lui dissobedì ed attraversò in armi il Rubicone che era il confine di Roma, pronunciando la frase "Alea iacta est" ovvero "Il dado è tratto". Questo significava generare una guerra civile.
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Pompeo iniziata la guerra fuggì ma Cesare lo seguì e venne ucciso da Tolomeo in Egitto. Cesare ebbe una relazione con Cleopatra, la sorella di Tolomeo e da questa ebbe un figlio, Cesarione. Inoltre Cesare sconfisse anche il figlio di Mitridate, vinse altri Pompeiani in Tunisia e sconfisse i figli di Pompeo a Munda.
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A Cesare vennero affidati i titoli di pontefice massimo, gli fu conferirà la podestà tribunizia, ebbe competenze pari a quelle dei censori e fu ripetutamente eletto console.
Cesare riformò lo Stato aumentando il numero dei magistrati a 900 e si fece promotore di diverse opere pubbliche. -
Cesare venne ucciso da una congiura di cui facevano parte Bruto e Cassio, questi avevano il timore che egli volesse trasformare Roma in una monarchia. Bruto pensava di rifondare la Repubblica ma i cittadini divinizzarono Cesare e non esitarono a dichiarare guerra ai cesaricidi ovvero coloro che lo avevano ucciso.