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L'Italia esce vincitrice dalla guerra, ma profondamente delusa. Nonostante gli accordi del Patto di Londra (1915), ai Trattati di Versailles, non ottiene tutti i territori promessi, come la Dalmazia e Fiume. Ciò, ha alimentato il mito della vittoria "mutilata".
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In seguito alla guerra, le masse operaie e contadine erano scontente della situazione sociale e rivendicavano una maggiore rappresentanza parlamentare, una redistribuzione delle terre, una maggiore eguaglianza e un allargamento dei diritti e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei salari
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In seguito alla guerra l'Italia trovo difficile riconvertire la produzione dell'industria da quella bellica a quella di consumo, inoltre era presente un alto tasso di inflazione e l'enorme disavanzo delle casse statali, generato dalle spese belliche, non faceva altro che rendere impossibile abbassare le tasse.
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Queste, sancirono il clamoroso successo del Partito Socialista, che espresse 156 deputati.
Essi costituivano la principale forza italiana, ma si trovavano suddivisi in riformisti (erano favorevoli ad un graduale sviluppo democratico dell'Italia) e i massimalisti (avevano la maggioranza all'interno del partito e credevano che fosse necessaria una rivoluzione). -
Il mito della vittoria "mutilata" alimentava negli italiani del tempo un forte senso di ingiustizia nei confronti delle decisioni prese dalle potenze vincitrici al termine della guerra.
Ciò fu molto chiaro con l'impresa compiuta da Gabriele Dannunzio, che a capo di un gruppo di “legionari” (ex combattenti, volontari e irregolari), occupò militarmente la città di Fiume, allora sotto controllo internazionale, ma rivendicata dall’Italia. -
Fondato dal sacerdote Luigi Sturzo, era un partito fondato sul solidarismo tipico cristiano e prevedeva: la suddivisione delle terre incolte tra i contadini, una riforma del fisco (per distribuire in modo più equo le tasse ed agevolare le classi più povere), migliori condizioni di vita e lavoro e infine il rifiuto della lotta di classe.
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le masse operaie e contadine scioperavano e si scontravano con le forze dell'ordine per ottenere maggiori diritti e tutele sul luogo di lavoro, ciò fu esasperato anche dall'aumento dei prezzi dei beni e dei servizi.
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Fondati da Benito Mussolini, inizialmente ebbero uno scarsissimo consenso in parlamento, dato che il programma elettorale, presentava delle incoerenze e degli elementi in conflitto tra loro.
Ciò, tuttavia, non era esattamente un programma politico, bensì, una lista di urgenze, di tensioni ideali, che raccoglievano adesioni soprattutto nella piccola borghesia. -
Con il governo Giolitti, fu firmato questo trattato che sanciva la città di Fiume, come una città libera, costringendo dunque Dannunzio a liberare la città.
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Mussolini aveva già compreso il metodo per ottenere la maggioranza dei consensi, ovvero sfruttare la paura borghese della rivoluzione bolscevica e farsi portabandiera del ritorno all'ordine, anche se ciò avesse significato ricorrere alla forza.
Infatti creò delle squadre punitive che si impegnarono in una lunga serie di violente spedizioni contro la sinistra, uccidendo amministratori pubblici e sindacalisti, devastando sedi di giornali e saccheggiando cooperative. -
In questo periodo i metodi violenti delle squadre punitive, si diffusero nelle città (soprattutto in quelle dell'area padana).
Le "camicie nere" (dal colore del loro abbigliamento), raccolsero adesioni tra ex ufficiali e giovani del ceto medio, che erano rimasti suggestionati dal mito della vittoria "mutilata", e dai grandi proprietari terrieri.
Inoltre Giolitti e i liberali, si convinsero che la violenza fascista potesse essere utile ai loro scopi (limitare le proteste), non ostacolandoli. -
Le profonde divisioni del movimento socialista, trovarono sfogo nella nascita del partito comunista italiano, nato a Livorno, fondato da Amedeo Bordiga, Antonio Gramsci, Umberto Terracini e Palmiro Togliatti.
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I socialisti si confermarono primo partito del paese, mentre i fascisti grazie all'alleanza con i liberali, ottennero 35 deputati ed entrarono ufficialmente nel parlamento. I Fasci, furono uniformati nel Partito Nazionale Fascista (PNF), che contava 200.000 iscritti e rilanciò un nuovo programma, in cui si dichiarava favorevole alla monarchia e ai Savoia, rigettò il laicismo. Rafforzamento dello Stato, l'amore per la patria e il rispetto per le tradizioni e la famiglia, divennero parole chiave.
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Una nuova ondata, colpì tutta l'Italia, uccidendo tantissime persone e politici di sinistra
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Mussolini legalizza l'azione fascista, tramite la Milizia Volontaria per la Sicurezza Naxionale (Mvsn), successivamente creò il Gran Consiglio del fascismo.
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Durante il congresso del Pnf, a Napoli, fu annunciata la formazione di un quadrumvirato, composto da: Emilio De Bono, Italo Balbo, Cesare De Vecchi e Michele Bianchi.
Loro avrebbero guidato la successiva Marcia su Roma, a cui avrebbero partecipato tutte le squadre fasciste d'Italia. -
Il Quadrumvirato, marciò su Roma con tutte le squadre fasciste d'Italia, con l'intento di compiere un colpo di stato e prendersi il potere con la forza.
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Vittorio Emanuele II, rifiutò di firmare lo stato d'assedio, ma concesse la presidenza del Consiglio a Mussolini.
In questo modo, Mussolini, aveva ottenuto il massimo del potere con il minimo sforzo, senza seminare il terrore per le strade di Roma. -
Prevedeva un semplice espediente per garantire stabilità agli esecutivi: il partito che avesse ottenuto il maggior numero di voti, cioè il partito di maggioranza relativa, avrebbe avuto i due terzi dei seggi parlamentari.
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Mussolini legalizza l'azione fascista, tramite la Milizia Volontaria per la Sicurezza Naxionale (Mvsn), successivamente creò il Gran Consiglio del fascismo.
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Mussolini affidò a Giovanni Gentile, la riforma della scuola, il quale concepì l'istruzione in modo nettamente gerarchico, separando e contrapponendo la formazione professionale e tecnica a quella liceale ed esaltando la cultura umanistica a scapito di quella scientifica.
Si sforzò anche di unformare al fascismo anche la cultura italiana universitaria, introducendo il Manifesto degli Intellettuali Fascisti -
In queste elezioni, Mussolini e il fascismo, ottennero il 64,9% dei consensi, e i partiti aderenti ottennero 374 seggi, assicurandosi il dominio assoluto della Camera dei Deputati.
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Il deputato socialista tenne un durissimo discorso di opposizione al fascismo, contestando la validità delle elezioni. In seguito, fu rapito e ucciso a Roma da una banda di sicari, il corpo fu ritrovato solo il 16 agosto, ma emersero subito le responsabilità del fascismo.
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prevedevano: abolizione del diritto di sciopero e scioglimento dei sindacati, ampliamento dei poteri per il capo del governo, abolizione della libertà di associazione, abolizione della libertà di stampa, creazione dell'Ovra (polizia politica segreta), soppressione della democrazia interna al Pnf.
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Gli anni, in cui secondo gli storici, il regime già abbozzato, fu concretamente e del tutto edificato.
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Mussolini si assunse la "responsabilità politica, morale e storica" del delitto Matteotti, ammettendo il superamento dello stato liberale e di diritto e sfidando il parlamento ad ostacolarlo: "quando due elementi sono in lotta e sono irriducibili la soluzione è la forza", disse.
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Venne cancellato il sistema liberale con la riforma elettorale del 1928.
Il Gran Consiglio del fascismo, presieduto dal capo del governo, assunse il carattere di organo costituzionale, incaricato di formulare proposte sulla successione alla presidenza del Consiglio e addirittura al trono. Questo evento permette di sottolineare come nel regime fascista gli organi dello stato finirono per sovrapporsi a quelli del partito -
Con questi accordi, Mussolini, impegnava l'Italia a riconoscere la Città del Vaticano come stato indipendente, mentre la Chiesa riconosceva lo Stato Italiano con Roma capitale, ponendo fine alla questione romana apertasi nel 1870.
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L'Italia invade l'Etiopia nel 1935, culminando nella proclamazione dell'Impero nel 1936. Questa aggressione porta a sanzioni internazionali e avvicina ulteriormente l'Italia alla Germania nazista.
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Viene formalizzata l'alleanza tra Italia e Germania, nota come "Asse Roma-Berlino", che segna l'inizio di una stretta collaborazione tra i due regimi totalitari.
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Il regime promulga le leggi razziali che discriminano gli ebrei italiani, escludendoli da scuole, lavori pubblici e altri ambiti della vita civile, in linea con l'ideologia nazista.
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Il regime promulga le leggi razziali che discriminano gli ebrei italiani, escludendoli da scuole, lavori pubblici e altri ambiti della vita civile, in linea con l'ideologia nazista.
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Il 10 giugno 1940, l'Italia entra nel conflitto mondiale al fianco della Germania, aprendo nuovi fronti di guerra e aggravando le difficoltà interne.
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Il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del Fascismo vota la sfiducia a Mussolini, che viene arrestato. Il re Vittorio Emanuele III nomina il maresciallo Pietro Badoglio come nuovo capo del governo, segnando la fine del regime fascista.