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Nasce, quarto figlio, da Ruggero e da Caterina Allocatelli Vincenzi.
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Vita e opere di Giovanni Pascoli
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A sette anni, insieme con i fratelli Giacomo e Luigi, entra nel Collegio Raffaello di Urbino, retto dai padri Scolopi
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Pascoli cresce in una famiglia unita, la sua infanzia sarà interrotta all'età di 12 anni: il padre Ruggero viene ucciso da un colpo di fucile.
L'evento precede una serie di altri lutti -
Muore diciottenne, di tifo, la sorella Margherita e dopo poco, di crepacuore, la madre.
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Giacomo, ormai capofamiglia (il «piccolo padre»), per motivi economici, riunisce tutti i fratelli in una dimora di Rimini
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Giovanni trascorre l'anno a Firenze per concludere gli studi presso gli Scolopi. Bocciato a giugno nelle materie scientifiche, riparerà a ottobre sostenendo gli esami a Cesena.
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Giovanni vince il concorso per una borsa di studio che gli consente di frequentare Lettere all'Università di Bologna. Fra gli esaminatori è il Carducci che lo classifica al primo posto
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Muore di tifo Giacomo, il «piccolo padre». È l'ennesimo lutto e la perdita dell'ultimo sostegno per Giovanni, che frequenta le osterie e gli anarchici perdendo così la borsa di studio. Patisce il freddo e la fame, ma scrive su vari fogli d'impronta anarco-socialista, firmandosi con diversi pseudonimo (Dioneo, Zoc e Manera…).
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Il periodico bolognese «Pagine sparse» pubblica i primi sonetti di Giovanni, fra i quali Rimembranze, musicato da Leoncavallo.
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Grazie ai buoni uffici di Carducci ottiene di insegnare come supplente, fra marzo e agosto, nel ginnasio comunale di Bologna
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Viene chiuso in carcere, con l'accusa di oltraggio all'autorità. Ha partecipato a una manifestazione anarco-socialista in difesa di Passanante, il cuoco che ha attentato alla vita di Re Umberto. All'assoluzione per inesistenza del reato concorre generosamente Carducci.
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Dopo aver sostenuto un concorso, ottiene di nuovo la borsa di studio all'Università. Carducci lo incoraggia perché si impegni nello studio
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Si laurea a pieni voti discutendo una tesi su Alceo. Ottiene un incarico di insegnamento presso il ginnasio-liceo Emanuele Duni di Matera. Alla fine dell'anno la «Cronaca bizantina» di Roma pubblica le quartine della poesia, che rivista, diventerà «Romagna»
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Dal mese di maggio anche le sorelle si trasferiscono a Massa: è la ricostruzione del nido infranto. È l'inizio, inoltre, di un nuovo linguaggio poetico, propenso a regredire in moduli infantili, in arguti balbettii. Nascono i sonetti «mariuccevoli», le liriche cosiddette «famigliari» in cui è gran parte dell'originalità del poeta.
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E' un testo assai rappresentativo della poetica di Pascoli, in cui si concentrano la sensibilità pascoliana nella descrizione del mondo naturale, la presenza sotterranea del dolore della vita, la ricerca stilistica, soprattutto sul piano fonosimbolistico.
"Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E' l'estate,
fredda, dei morti." -
Epigrafe di un verso Virgiliano “Non omnes arbusta iuavnt humilesque myricae” (“non a tutti piacciono gli arboscelli e le umili tamerici”)
Componimenti brevi con varietà di metri (novenario) – linguaggio originale con frequente uso di onomatopee
Realtà quotidiana – aspetto sfumato e onirico (da sognatore)
Inquietudine dell’autore – nido familiare perduto -
Vince la prima medaglia d'oro al concorso di poesia latina ad Amsterdam.
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Il matrimonio di Ida lo sconvolge. Scrive alla sorella Maria: " [...] Io amo disperatamente angosciosamente la mia famigliola che da tredici anni, virtualmente, mi sono fatta e che ora si disfà, per sempre. Io resto attaccato a voi, a voi due, a tutte e due: a volte sono preso da accesi furori d'ira, nel pensare che l'una freddamente se ne va strappandomi il cuore, se ne va lasciandomi mezzo morto in mezzo alla distruzione de' miei interessi, della mia gloria, del mio avvenire, di tutto!"
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Pubblicazione de "Fanciullino" - trent'anni dopo l'omicidio del padre
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Insegna letteratura latina all'Università di Messina, dove vive, ma ritorna spesso a Castelvecchio, presso Barga, dove ha affittato una casa di campagna che nel 1902 compra col ricavato dalla vendita di cinque medaglie d'oro conquistate al concorso di Amsterdam.
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Pubblicata per la prima volta su "il Marzocco" del 9 agosto 1897. Attraverso questi versi Pascoli ricorda l'assassinio, avvenuto nella notte di San Lorenzo. L'autore sceglie infatti di esprimere tutto il proprio dolore attraverso un paragone col mondo naturale, di gusto simbolista.
"E tu, Cielo, che sovrasti anche gli altri pianeti indifferenti, tu che sei infinito e immortale, oh! fai scendere una pioggia di stelle e di lacrime, su questa briciola dell'universo, buia e succube del Male!" -
utilma edizione di Myricae
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La poesia è scritta senza malizia o invidia, ma con le parole di un bambino (fanciullo). L'autore parla di morte in correlazione a una felicità che non ha mai conosciuto. In questa poesia è concentrato il simbolismo pascoliano. Nel 1912 viene pubblicata l'edizione definitiva.
"Dalla corolla aperta dei gelsomini proviene un profumo come di fragole rosse. Nel salotto ancora si vede una luce accesa nella sala, l'erba nasce sopra le tombe dei morti." -
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Si pone domande universali. Si sente legato più al mondo dei morti che a quello dei vivi. Ricerca di protezione e di serenità.
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Pubblica i Poemi conviviali e l'edizione definitiva dei Primi poemetti.
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Succede a Carducci nella cattedra di letteratura italiana all'Università di Bologna.
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Muore a Bologna dopo una convalescenza per cirrosi epatica e la diagnosi di un tumore al fegato.